Non ci siamo mai vantati
troppo del nostro "essere diversi": innanzitutto
perché sarebbe pericolosamente ridicolo e
poi perché abbiamo ancora il senso della
misura. Insomma, siamo piccoli e, vuoi per destino
e vuoi per scelta, relegati ai margini. Tuttavia,
quando si tratta di avventurarci nel nostro speciale
di fine anno, non passa mai la sensazione di sentirsi
accerchiati da una contemporaneità dove la
"musica che conta", ciò che deve
essere presente e criticamente soppesato come "importante",
spesso sfugge alla nostra immaginazione, disallineati
da quello che è lo spirito del tempo.
Ma poi, quale tempo? Un eterno presente, o meglio,
un insieme di passati e futuri possibili che si
intrecciano in un cortociricuito di citazioni, così
direbbero i più illuminati sociologi e così
ribadiscono da tempo anche i critici che ci hanno
visto lungo.
E dunque, in questo
rincorrersi di infinite possibili variabili, anche
la "riserva indiana" di RootsHighway acquista
la sua ragione d'essere, rivendicando, ci pare,
una inguaribile coerenza, ma soprattutto una visione.
Una volta l'avremmo chiamata semplicemente la linea
editoriale, quella che cerchiamo di esprimere giorno
dopo giorno, in scelte che rispecchino l'idea per
cui è nato questo sito (a proposito, nel
2025 avvistiamo il traguardo dei venticinque anni,
aspettatevi qualche sorpresa...) e come quella stessa
idea, crediamo, sia stata anche capace di adattarsi
all'evolversi delle stagioni, grazie all'innesto
di nuovi contributi.
Da qui arrivano ancora una volta i nostri 30 dischi
per l'anno appena trascorso (con una immancabile
appendice di menzioni d'onore, seconde scelte e
incolpevoli esclusi). Rappresentano il naturale
compromesso e la sintesi di diverse sensibilità,
ben sapendo che saranno condannate comunque alla
parzialità di fronte all'oceano di proposte
discografiche, persino restrigendo il campo ai nostri
generi preferiti. Muovono tutte però dal
vissuto di una musica che si guarda alle spalle,
certo, ma alla quale non sfugge di essere immersa
nel presente, quanto mai confuso e parcellizzato,
non solo musicalmente, ahinoi. E così facendo
si fa colonna sonora legittima di questo 2024 tanto
quanto gli altri mille universi sonori che ci circondano.
(Fabio Cerbone)
RootsHighway:
30 dischi per il 2024
Hanno contribuito e suggerito: Davide
Albini, Giovanni Andreolli, Paolo Baiotti, Gianfranco
Callieri, Pie Cantoni, Fabio Cerbone, Gianni Del
Savio, Marco Denti, Matteo Fratti, Nicola Gervasini,
Roberto Giuli, Domenico Grio, Marco Restelli, Remo
Ricaldone, Donata Ricci, Yuri Susanna, Pierpaolo
Tinelli - SCORRI
LE SINGOLE LISTE
Top 30 [30-21,
in ordine alfabetico]
|||
Jeremie Albino ||| Our Time In The Sun
[Easy Eye Sound]
southern soul, americana
"...dà vita a un cortocircuito fra passato
e presente, mettendo la voce fresca e appassionata
di Albino al servizio di canzoni ben costruite,
che sanno di mitologia soul ed effluvi swamp country
dal prodondo sud. Tutto questo anche se abbiamo
a che fare con un ragazzo di Toronto, cresciuto
a qualche migliaio di miglia di distanza da Muscle
Shoals..." VAI
ALLA RECENSIONE
|||
Bonny Light Horseman ||| Keep Me on Your Mind/See
You Free
[Fire records]
folk rock; indie folk
"... Keep Me on Your Mind/See You Fre
ha preso così la forma di un lungo sogno ad occhi
aperti, dove tutte le caratteristiche del suono
del trio sembrano emergere con una vitalità a tratti
più pop ed estatica, altre volte più fedele all’anima
acustica e incentrata sull’eredità delle antiche
folk ballad..." VAI
ALLA RECENSIONE
|||
Charley Crockett ||| $10 Cowboy/ Visions of
Dallas
[Son of Davy]
country rock; honky tonk
"...$10 Cowboy si presenta per l’ennesima
volta sanguigno, caloroso e sognante come potrebbe
esserlo un inappuntabile rimescolamento tra lo swing
di Bob Wills, il country di Ernest Tubb, il soul
al caramello di Bill Withers e le virili narrazioni
del Kris Kristofferson più annerito..." VAI
ALLA RECENSIONE
|||
The Decemberists ||| As It Ever Was So It Will
Be Again [Yabb
Records/ Thirty Tigers]
folk rock; indie folk
"... è un ritorno di fiamma, un’opera della
maturità o un buon riscatto personale per la band:
si possono scegliere tutte le soluzioni, certi di
non sbagliarsi molto sulle condizioni artistiche
attuali di Colin Meloy, Chris Funk, Jenny Conlee,
Nate Query e John Moen, che magari non saranno più
corroborate dalla vitalità degli anni migliori,
ma nemmeno sono destinate a un lento declino..."
VAI
ALLA RECENSIONE
|||
Jeffrey Foucault ||| The Universal Fire
[Fluff & Gravy]
desert americana
"...Ogni passaggio è dipinto con la giusta
intensità di ombreggiature musicali, la band coglie
in simbiosi con Foucault il senso del suo messaggio
e questo è il piccolo miracolo di The Universal
Fire, l’album migliore del nostro protagonista
dai tempi dell’affermazione con Ghost Repeater..."
VAI
ALLA RECENSIONE
|||
The J. & F. Band ||| Star Motel: An American
Music Experience
[Long Song records]
free musical journey
"...musica libera da qualsiasi schema capace
di passare da Mingus a Jimmy Reed senza esitazioni
perché l’afflato è quello di un ensemble aperto
a tutte le soluzioni e se un disco dedicato alle
“long song” (qui ci sono brani che durano anche
più di un quarto d’ora, e anche i finali diventano
piccole suite) non basta, la J. & F. Band ne ha
inciso un altro di strumentali dove le peculiarità
di ogni musicista emergono ancora di più..."
VAI
ALLA RECENSIONE
|||
Adrianne Lenker ||| Brighter Future
[4AD]
folk confessions
"...non è un disco pensato per piacere a un
pubblico in particolare, quanto più una sorta di
sfogo personale, una piccola auto-analisi che evidentemente
le serviva per voltare qualche pagina, il che forse
spiega come mai l'album abbia un tono quasi da raccolta
di demo casalinghi più che di progetto discografico
strutturato..." VAI
ALLA RECENSIONE
|||
Jerron Paxton ||| Things Done Changed
[Smithsonian Folkways]
acoustic blues; folk blues
"...è il primo lavoro completamente composto
da brani originali dove Jerron, come un bluesman
di un tempo, suona tutto da solo (banjo, chitarra,
armonica, piano) e mischia blues, ragtime, folk,
musica degli Appalachi, con un effetto veramente
da macchina del tempo..." VAI
ALLA RECENSIONE
|||
Jack White ||| No Name
[Third Man records]
garage rock; hard blues
"... temevamo si fosse perso come Syd Barrett
nei meandri della sua folle avanguardia musicale
e invece ce lo ritroviamo ancora qui a scrivere
grandi pezzi rock, senza fronzoli, senza effetti
speciali né trucchi e in bassa fedeltà, come agli
inizi..." VAI
ALLA RECENSIONE
|||
Dwight Yoakam ||| Brighter Days
[Third Man records]
county'n'roll
"...è qui per ribadire l’invidiabile continuità
artistica di Yoakam, che ancora una volta punta
la bandiera e segna il territorio: quando si tratta
di country music di origine controllata, ha pochi
rivali in circolazione che possano sottragli lo
scettro..." VAI
ALLA RECENSIONE
Top 20 [20-04,
in ordine alfabetico]
|||
Kiely Connell ||| My Own Company
[Calumet Queen]
roots rock; americana
"...nel mezzo c’è Kiely e questo suo secondo
convincente album, My Own Company, che ha
tutta l’aria di essere il disco che farà saltare
il banco, o altrimenti le toccheranno altre stagioni
nell’ombra di qualche locale dell'altra Nashville..."
VAI
ALLA RECENSIONE
|||
Warren Haynes ||| Million Voices Whisper
[Fantasy]
soul-rock jam
"...si sa che devia dalla strada hard rock-blues
e psichedelica che ha imbracciato trent’anni fa
con la sua band per virare su toni e forme più soul,
più cantautorali, abbondando con sonorità vintage
e appoggiandosi a molti collaboratori, tra amici
musicisti (uno su tutti, Derek Trucks) e strumentisti
vari..." VAI
ALLA RECENSIONE
|||
The Hard Quartet ||| The Hard Quartet
[Matador]
veterani indie-rock
"...tante chitarre, come è facile immaginare,
che fanno da assolute protagoniste in quello che,
a ben guardare, è una sorta di viaggio sonico
che si snoda da una costa all’altra degli States,
privilegiando da un lato i paesaggi metropolitani
e, dall’altro, i sentieri di un’America rurale
in cui tradizione e deviazioni iconoclaste spesso
coesistono..." VAI
ALLA RECENSIONE
|||
Hurray for The Riff Raff ||| The Past Is Still Alive
[Nonesuch]
americana; folk-rock
"...The Past is Still Alive parla di
chi non c’è più e di chi abbiamo lasciato andare,
eppure ci accompagna ancora con la sua impronta
esistenziale, parla di memoria e di crescita, di
passaggi del tempo in un’epoca caotica, rivolgendosi
a un paese, gli Stati Uniti, che Alynda ha attraversato
con lo spirito affamato di una nomade dell’esistenza..."
VAI
ALLA RECENSIONE
|||
JJ Grey & Mofro ||| Olustee
[Alligator]
southern soul; swamp rock
"...c’è però un suono splendido, positivamente
condizionato dall’uso dei fiati, una voce adatta
al genere (il leader JJ Grey), e un pugno di canzoni
che, seppur non scevre di citazionismi e pesanti
debiti col passato, suonano fresche e convincenti..."
VAI
ALLA RECENSIONE
|||
Ray LaMontagne ||| Long Way Home
[Nonesuch]
soulful americana; folk-rock
"...Long Way Home si concentra sul lungo
viaggio dell’esistenza e sull’infinita traversata
del musicista, forse influenzato dal passaggio della
mezza età. Sta di fatto che il cinquantenne Ray
laMontagne di Long Way Home assomiglia molto
all’esordiente trentenne di Trouble..."
VAI
ALLA RECENSIONE
|||
Michael Kiwanuka ||| Small Changes
[Polydor]
new classic soul
"... andato sul sicuro, e al massimo ha fatto
qualche passettino in più verso un elegante smooth-soul
un po’ démodé, ma questo basta a dire che Small
Changes lo conferma, per quanto ci riguarda, come
uno degli artisti migliori della nuova era di quella
black music tinta di soul..." VAI
ALLA RECENSIONE
|||
Taylor McCall ||| Mellow War
[Black Power Soul]
americana; southern troubadour
"...il calore dell’incisione e l’intensità
dell’interprete sono gettate in primo piano, sfruttando
al massimo la potenza con il minimo indispensabile
degli arrangiamenti: una chitarra, un accenno del
pianoforte o dell’organo, i cori che sorreggono
e innalzano la melodia..." VAI
ALLA RECENSIONE
|||
John Moreland ||| The Visitor
[Old Omen]
heartland americana; rootsy storyteller
"...La delicatezza con la quale l'autore ci
offre le sue visioni da “eremita” dell’american
music, atteggiamento per nulla costruito a tavolino,
è la cifra stilistica di una raccolta che si insinua
con tutta quella spontanea trasparenza e semplicità
che John Moreland ha inseguito..." VAI
ALLA RECENSIONE
|||
Anders Osborne ||| Picasso's Villa
[5th Ward]
classic rock; southern music
"...la necessità del messaggio si riflette
in una musica gioiosa e tonante, che alterna da
una parte ballate dai colori brillanti, che sprizzano
gli umori della Louisiana e il piglio narrativo
di un folksinger, come testimonia la stessa Picasso’s
Villa..." VAI
ALLA RECENSIONE
|||
Peter Perrett ||| The Cleansing
[Domino]
punk-rock poetry
"...venti stazioni, sofferenti e illuminate,
lungo il cammino tortuoso di Peter Perrett: tante,
persino eccessive, ma mostrano nel loro insieme
quel dolente percorso di risalita dall’autodistruzione
verso una forma di amore e di accettazione per se
stessi e quelli che ci circondano..." VAI
ALLA RECENSIONE
|||
Bill Ryder-Jones ||| Iechyd Da
[Domino]
indie folk; chamber pop
"...sotto tanti suoni si celano delle belle
canzoni, scritte con l’amore per quel cantautorato
oscuro e sotterraneo dei primi anni Settanta. Non
è nuovo nella sostanza, ma lo è nella realizzazione
questo album, e potrebbe aprire una nuova fase di
ritrovato gusto per la costruzione di una registrazione..."
VAI
ALLA RECENSIONE
|||
The The ||| Ensoulment
[Earmusic]
singer-songwriter, pop d'autore
"...quanto di meglio si potesse sperare da
un artista che poteva anche essersi arrugginito
col tempo. Invece la penna qui è felice, anzi, felicissima,
in quello che è forse il disco più verboso della
sua carriera, con lunghi titoli, e una serie di
riflessioni sulla vita e sulla modernità di un uomo
che evidentemente non ha mai smesso di osservare
il mondo..." VAI
ALLARECENSIONE
|||
Richard Thompson ||| Ship to Shore
[New West]
folk-rock maestro
"...Ship To Shore ribadisce, se mai
ce ne fosse bisogno, come si scrive e come si deve
suonare una canzone folk-rock. E come magari - pur
lavorando ovviamente anche molto di mestiere - già
una The Fear Never Leaves You o una What’s
Left To Lose appaiano quali piccole opere d’arte
di songwriting..." RECENSIONE
|||
Waxahatchee ||| Tigers Blood
[Anti-]
americana; indie-roots
"...muovendosi attraverso una scrittura musicale
sempre molto autobiografica, con versi che riflettono
brevi confessioni, illuminazioni di un momento,
potenti nella loro fragilità, Tigers Blood svela
una confidenza con i propri sentimenti che è anche
lo specchio di una maturità artistica..." VAI
ALLA RECENSIONE
|||
Jontavious Willis ||| Brighter Days
[Strolling Bones]
blues traditions
"...qui non si tratta più di scontati crocicchi
e diavoli, semmai di riconoscersi in un percorso
umano e in un linguaggio musicale che Jontavious
Willis dimostra di avere assimilato in tutte le
sue sfaccettature, con una versatilità interpretativa
e una padronanza fra acustico ed elettrico che ha
del soprendente ...." VAI
ALLA RECENSIONE
|||
X ||| Smoke & Fiction
[Fat Possum]
punk-rock last heroes
"...siamo qui esclusivamente se ne vale la
pena e se le canzoni hanno un senso, sembrano volerci
dire, e se davvero non smentiranno se stessi allora
Smoke & Fiction sarà effettivamente una splendida
uscita di scena, di quelle che arrivi, accendi la
miccia, ribalti il locale ed esci dalla porta di
servizio senza rimpianti...." VAI
ALLA RECENSIONE
Podio
2024
|||
King Hannah ||| Big Swimmer
[City Slang]
psych-folk; indie rock
"...proprio dal contrasto tra questi elementi,
durezza e quiete, asprezza e desiderio, atmosfere
sognanti e sferzate chitarristiche, emergono le
canzoni e i momenti più efficaci della musica del
duo..." VAI
ALLA RECENSIONE
|||
MJ Lenderman ||| Manning Fireworks
[Anti-]
slacker rock; alternative-country
"...ha la capacità di dissotterrare sonorità
che prima di tutto rappresentano un modo di essere
e di sentire la vita, così come effettivamente emerge
dei nove episodi che compongono l’album, un mix
di inquietudine, tristezza e propensione a ironizzarci
su..." VAI
ALLA RECENSIONE
|||
Gillian Welch & David Rawlings ||| Woodland
[Acony]
country-folk; americana duo
"...l’effetto è di fluttuare tra versi di gioia,
desiderio e disperazione, avulsi da qualsiasi riduzione
di stile e genere, sebbene siano inevitabilmente
considerati un faro per l’attuale scena Americana,
con la capacità infine di diventare “eterni” e per
nulla prigionieri della contingenza..." VAI
ALLA RECENSIONE
Riepilogo
- Best albums
2024
Podio
2024 Gillian
Wech & David Rawlings – Woodland MJ Lenderman - Manning Fireworks King Hannah - Big Swimmer
Top 20(04-20, in ordine alfabetico) Kiely Connell - My Own Company Warren Haynes - Million voices whisper
The Hard Quartet - The Hard Quartet Hurray For The Riff Raff - The Past Is
Still Alive JJ Grey & Mofro - Olustee Ray LaMontagne - Long Way Home Michael Kiwanuka - Small Changes Taylor McCall - Mellow War John Moreland – Visitor Anders Osborne - Picasso's Villa Peter Perrett - The Cleansing Bill Ryder-Jones - Iechyd Da The The - Ensoulment Richard Thompson - Ship To Shore Waxahatchee - Tigers Blood Jontavious Willis - West Georgia Blues X - Smoke & Fiction
Top 30(21-30, in ordine alfabetico)
Jeremie Albino - Out Time In The Sun
Bonny Light Horseman - Keep Me on Your Mind/See
You Free Charley Crockett - $10 Cowboy/ Visions
of Dallas The Decemberists - As It Ever Was So It
Will Be Again Jeffrey Foucault - The Universal Fire The J.&F. Band - Star Motel Adrianne Lenker - Bright Future Jerron Paxton – Things Done Changed Jack White - No Name Dwight Yoakam - Brighter Days
Honorable
mentions [categorie]
La
redazione di RootsHighway è davvero un piccolo
manipolo di collaboratori, impossibile matematicamente
offrire spazio a tutti nei 30 magnifici del 2024,
ma questi "esclusi" per un soffio e appendici
varie meritavano come sempre una presenza all'interno
del nostro speciale:
::
Archivi, live & tribute albums
Jason
Isbell & The 400 Unit -
Live From the Ryman Vol.2 (Southeastern) Van
Morrison -
Live at Orangefield (Orangefield
Records) The
Black Pumas -
Live From Brooklyn Paramount (ATO) Autori
Vari
- Can't Steal My
Fire- The Songs of David Olney (New
West) Autori
Vari -
Silver Patron Saints - The Songs of Jesse Malin
(Glassnote)
Bright
Eyes - Five
Dice, All Threes (Dead
Oceans) Naima
Bock - Below
a Massive Dark Land (Sub
Pop) Rose
Hotel -
A pawn Surrender (Strolling
Bone) Son
of The Velvet Rat -
Ghost Ranch (Fluff
& Gravy) Trust
Fund - Has
It Been a While? (Tapete
records)
Classifica
Lettori La
classifica 2024 dei lettori di RootsHighway
La coppia delle meraviglie
dell'Americana, Gillian Welch & David Rawlings,
stacca con convinzione tutti i concorrenti e si
impone anche fra le vostre scelte con Woodland.
È la prima volta che accade per il duo
in tanti anni di carriera: hanno saputo forse
cogliere il momento giusto ed è probabilmente
una sorta di premio alla loro costanza artistica.
2/3 dei rispettivi podi coincindono fra redazione
e lettori: anche per voi i King Hannah sono una
bella sorpresa (o forse meglio dire una giovane
conferma) di questo 2024, capaci di mettere d'accordo
l'anima "roots" e quella "indie"
delle nostre e vostre preferenze. Chiude al terzo
gradino il ritorno in grande stile di Jack White,
con il quale sembriamo tutti esserci riconciliati.
A dare fiato alla passione rock più classica,
declinata in abiti southern, ci sono poi le fragranze
soul di JJ Grey & Mofro e in coda il ritorno
solista di Warren Haynes, mentre, restando sempre
nei paraggi "sudisti", una band che
resta saldamente nei vostri cuori sono anche i
Black Crowes dei ritrovati fratelli Robinson.
Il loro Happiness Bastards vi ha convinto
più di quanto non lo abbia fatto con noi,
insieme al Nick Cave colto da enfasi e sentimento
in Wild God. Nella top 10, infine, da segnalare
una rinfrancante presenza di nuove voci dell'Americana
in chiave moderna, dalla rivelazione MJ Lenderman
alle due muse Waxahatchee e Hurray for the Riff
Raff, progetti artistici che celano il songwriting
di Katie Crutchfield e Alynda Segarra. Tutto il
resto - abbondante e sempre di qualità,
ci permettiamo di dire con orgoglio riferendoci
ai gusti molto in sintonia dei nostri lettori
- lo trovate qui di seguito:
Artista,
Album
Punteggio
TOP
TEN
Gillian
Welch & David Rawlings -
Woodland
261.5
King
Hannah - Big Swimmer
188
Jack
White - No Name
161.5
JJ
Grey & Mofro -
Olustee
148.5
Nick
Cave & The Bad Seeds -
Wild God
144.5
Hurray
For the Riff Raff -
The Past is Still Alive
133
MJ
Lenderman - Manning
Fireworks
130
The
Black Crowes - Happiness
Bastards
119
Waxahatchee
- Tigers Blood
107.5
Warren
Haynes - Million
Voices Whisper
107
RUNNERS
11.Michael
Kiwanuka - Small
Changes
104.5
12.The
The - Ensoulment
104
13.Jeremie
Albino - Our Time
in the Sun
101
14.X
- Smoke & Fiction
98
15.Bonny
Light Horseman -
Keep Me In Your Mind/See You Free
96
16.Ray
LaMontagne - Long
Way Home
96
17.Peter
Perrett - The Cleansing
94
18.Charley
Crockett - $10 Cowboy
87
19.Bill
Ryder-Jones - Iechyd
Da
86
20.Richard
Thompson - Ship
to Shore
85
SEGUONO:
The Decemberists - As It Ever Was, So It Will
Be Again; Jason Isbell & 400 Unit - Live
From The Ryman, Vol. 2 ; Anders Osborne -
Picassos's Villa; Dwight Yoakam - Brighter
Days; Fontaines D. C. - Romance; John
Moreland - Visitor;Taylor Mccall - Mellow
War; T Bone Burnett - The Other Side;
Jeffrey Foucault - The Universal Fire;
Jake Xerxes Fussell - When I'm Called;
Adrianne Lenker - Bright Future; Kiely
Connell - My Own Company; Van
Morrison - Live At Orangefield; Willie
Nelson - The Border;
American Aquarium - The Fear Of Standing Still;
The Red Clay Strays - Made By These Moments;
Black Keys - Ohio Players; The Cure -
Songs Of A Lost World......
15 libri per il 2024 (in ordine alfabetico)
Le classifiche di fine anno lasciano sempre
qualche dubbio, perché la loro compilazione dipende
da un numero eccessivo di variabili, compresi,
non ultimi, gusti e giudizi del tutto personali,
come è giusto che sia. Per BooksHighway restano
l’occasione di fare il punto della situazione
sulle letture che, in un modo o nell’altro, riusciamo
ad associare alla continua ricerca musicale in
cui siamo immersi. Prendete questa selezione come
un parziale biglietto da visita di quello che
facciamo tutto l’anno: proviamo in continuazione
traiettorie insolite, seguendo l’istinto e comunque
restando legati al contesto più che americano
di RootsHighway. Ed è stato un anno prodigo, fino
alla fine, con il monumentale volume dedicato
a Dylan (ne riparleremo), ma non abbiamo parlato
soltanto di musica. Fin dall’inizio, BooksHighway
(comprese le sue estensioni nei blog
satelliti) segue romanzi, racconti e poesie
e nel poll del 2024 trovate un bel po’ di suggerimenti
utili e ancora di più ne troverete nel 2025 visto
che ci stiamo avvicinando a festeggiare il numero
300 della rubrica, un traguardo che neanche lontanamente
ci immaginavamo di raggiungere quando abbiamo
cominciato. E succede anche (e soprattutto) grazie
a voi che ci seguite. Per cui buona lettura, e
come diceva qualcuno: la strada continua, il party
non finisce mai perché siamo convinti che trovare
il tempo per leggere sia trovare il tempo, e molto
di più. (Marco Denti)
Warren
Zanes -
Liberami dal nulla. Bruce Springsteen e Nebraska
[Jimenez]
2024,
in loving memory
Kris
Kristofferson; John Mayall; Phil Lesh; Kinky Friedman;
Dickey
Betts;Duane Eddy; Quincy Jones;
Barbara Dane; JD
Souther; Steve
Albini; Wayne Kramer (MC5); Dennis Thompson (MC5);
Martin Phillipps (The Chills); Karl Wallinger
(World Party); Eric Carmen (The Raspberries);
Damo Suzuki (Can); Jerry Miller (Moby Grape);
Chris Cross (Ultravox); Paul Di'Anno (Iron Maiden);
James Chance; Greg Kihn; Doug Ingle (Iron Butterfly);
Michael Ward (Wallflowers); Happy Traum; Malcolm
Holcombe; Mojo Nixon; Mark Germino; Slim Dunlap
(The Replacements); Dexter Romweber (Flat Duo
Jets); Will Cullen Hart (Olivia Tremor Control);
Johnny Neel; Nick Gravenites; Melanie; Jo-El Sonnier;
Toby Keith; Toni Price; Toumani Diabaté; Lou Donaldson;
Roy Haynes; Sérgio Mendes; Françoise Hardy; Paolo
Benvegnù; Maurizio Pollini; Caterina Valente;
Giovanna Marini...