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Peter Perrett
The Cleansing
[Domino/ Self 2024]

Sulla rete: peterperrett.com

File Under: british-rock wise hero


di Fabio Cerbone (12/11/2024)

Una storia di resurrezione artistica fra le più belle e inaspettate di questi ultimi anni, il ritorno sulle scene di Peter Perrett, indimenticata voce degli Only Ones, ha restituito quella parte di gloria che probabilmente non gli era stata tributata nel periodo di massimo splendore della sua carriera, quando una canzone come Another Girl, Another Planet avrebbe dovuto trasformarlo in una rock’n’roll star. Stagioni di buio totale, assalito dai fantasmi della tossicodipendenza, qualche tentativo di ritornare sulle scene, anche una breve reunion degli Only Ones, ma nulla che si concretizzasse davvero in un’opera compiuta, fino al 2017 e a quel trionfale ritorno di How the West Was Won che grazie anche al sodalizio con i figli, una band "fatta in casa", restituiva a Perrett almeno una parte di quello che gli spettava.

Ancora una replica due anni dopo con Humanworld, per ribadire l’ispirazione ritrovata, e cinque lunghi anni, in mezzo il dato non indifferente della pandemia e di una salute personale comunque precaria, per ritrovarlo con questa sorta di celebrazione di una vita intera, addirittura un doppio album, The Cleansing, venti canzoni e oltre settata minuti di musica che si annunciano subito come la summa del suono e del pensiero di Perrett. Non è necessariamente l’atteso capolavoro artistico di una carriera, anche se la stampa internazionale si è già profusa in lodi senza colpo ferire, e non possiede l'immediata stringatezza dei suoi predecessori, tuttavia simboleggia senz’altro l’odissea del musicista vista con gli occhi della saggezza, quelli di un uomo di settantadue anni che può ben definirsi un sopravvissuto.

I Wanna Go with Dignity canta senza filtri e vergogna nella carica punk rock del brano di apertura e da qui in avanti temi densi e brutali come morte, depressone, malattia percorreranno in lungo e in largo queste canzoni, affiancandosi però a una luce consapevole, alla visione del mondo ai tempi dei social media e della condizione umana che Perrett può leggere con gli occhi di un veterano di guerra. La sua guerra personale, che ci spiattella attraverso una sequenza persino troppo lunga e infarcita di mille stimoli, ma con il desiderio di metterci dentro tutto il suo universo: il rock urbano che mastica i miti Lou Reed e David Bowie e li rigetta nella tensione nevrotica di Disinfectant e Survival Mode, il glaciale beat elettronico alla Suicide che incontra le vibrazioni del rock’n’roll londinese in Woman Gone Bad e nella stessa The Cleansing, l’indifesa poetica elettro-acustica di Solitary Confinement, con la chitarra dell’ospite Johnny Marr.

Ecco, gli ospiti: presenze che testimoniano anche l’inevitabile natura celebrativa - sacrosanta, sia chiaro - di questo The Cleansing, più generazioni in pellegrinaggio davanti alla figura di Perrett per dirgli semplicemente grazie, passando da Bobby Gillespie dei Primal Scream all’ultimo arrivato Carlos O’Connell dei Fontaines D.C., ma che in fondo non cambiano l’aspetto e la forma di un disco che è in tutto e per tutto il compendio del gesto musicale di Perrett: la sua voce strascicata e dalla pungente sincerità, la tenerezza spietata dei suoi racconti, gli stessi che prendono le sembianze di un rock noir in Secret Taliban Wife, si trascinano dentro una tempesta elettrica in Mixed up Confucius per impantanarsi un poco in una parte centrale dell’album dal tono narcolettico e riprendersi infine tra incubi giovanili e rinascite senili nella coda stridente e rumorosa di Back in the Hole e nel sussulto, più Bowie del Bowie stesso, di Less Than Nothing.

Sono soltanto alcune delle venti stazioni, sofferenti e illuminate, lungo il cammino tortuoso di Peter Perrett: tante, persino eccessive, ma mostrano nel loro insieme quel dolente percorso di risalita dall’autodistruzione verso una forma di amore e di accettazione per se stessi e quelli che ci circondano.



<Credits>