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The Red Clay Strays
Made by These Moments
[RCA 2024]

Sulla rete: redclaystrays.com

File Under: sweet home alabama


di Davide Albini (02/08/2024)

Bruciano le tappe questi ragazzi dell’Alabama, da poco nominati Emerging Act of the Year agli Americana Music Awards del 2024. The Red Clay Strays sono diventati nel giro di un paio di anni un nome di richiamo assoluto, con uno storico concerto andato esaurito al Ryman Auditorium di Nashville e in generale un notevole successo di pubblico durante i loro incessanti tour per gli States e proprio in queste settimane, per la prima volta, anche in Europa, con cinque date nel Regno Unito.

Li avevamo presentati soltanto pochi mesi fa, in occasione della ristampa del loro esordio, Momenth of Truth, album del 2022 tornato in circolazione grazie al clamoroso passaparola ottenuto dal gruppo con il singolo Wondering Why. Adesso è giunta l’occasione di sfruttare al massimo questa popolarità, con la band che ha firmato per la RCA ed è entrata in studio insieme al famoso produttore di area Americana Dave Cobb (infinito l’elenco dei lavori a cui ha messo mano in anni recenti) per uscire a stretto giro con il nuovo album, Made By These Moments. La speranza è che non siano “spremuti” dalla casa discografica oltre il necessario, creando quelle tensioni che spesso sappiamo vanno a minare la stabilità all’interno di una giovane formazione, sebbene alla prova dei fatti mi pare che i risultati ottenuti reggano l'urto.

Il disco si presenta come la naturale prosecuzione del precedente Momenth of Truth, con un suono leggeremente più muscolare, che accentua le radici sudiste dei musicisti ed esalta la voce del leader Brandon Coleman, una sorta di Chris Stapleton meno autore e più rocker alla guida di un solido quartetto southern rock, se mi passate il paragone. Di sicuro la coppia di chitarristi Drew Nix e Zach Rishel, il bassista Andrew Bishop e il battersita John Hall sanno dare respiro alle dinamiche delle canzoni, quelle che uno si aspetterebbe da una band con un simile pedigree, che definire country, come qualcuno ha fatto, trovo sia assai riduttivo: infatti, il torrido uno-due iniziale di Disaster e Wasting Time è decisamente orientato al lato rock della faccenda e anche le ballate, tra cui il singolo Wanna Be Loved, esaltano la parte elettrica e l’afflato soul della scrittura musicale dei Red Clay Strays, se vogliamo un po’ più smaliziati nelle scelte sonore rispetto al debutto, condizione sulla quale ha giocato un ruolo, immaginiamo, lo stesso Dave Cobb.

Ma non è il caso di fare troppo le pulci a una band che suona incandescente anche in studio (e immagino ancora di più dal vivo), coerente con il loro background, figli della grande tradizione sudista dei 70s: da sentire la slide e la melodia (magari non molto originale, ma non è ciò che si chiede a proposte di questo tipo) vagamente The Band di No One Els Like Me, lo stesso boogie scalpitante di Ramblin’, che sembra arrivare dritta dall’albero genealogico dei Lynyrd Skynyrd, o ancora la scura Devil in My Ear e infine On My Knees, che con tanto di battito di mani e respiro gospel ci porta laggiù in Alabama.

Se proprio dovessi muovere un appunto ai nostri Red Clay Strays è quello a volte di eccedere con i “trucchi del mestiere”, nel senso che Made By These Moments offre esattamente quello che ti aspetteresti dal genere, senza mai spiazzare o deviare per un breve tratto dalla strada principale. Al tempo stesso la fortuna del gruppo è proprio quella di avere a disposizione un frontman come Brandon Coleman, che sa imprimere la giusta enfasi al materiale, classico per definizione, e quando occorre sprigionare l’intensità southern del suo canto: Drowning potrebbe tranquillamente spuntare da un album del citato Stapleton, altrettanto la romantica I’m Still Fine, planando nel finale sulle sonorità americana ed elettro-acustiche di God Does, a conclusione di un album che sa dove e quando solleticare le passioni di chi apprezza questa tradizione rock dal Deep South.


    



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