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I 50 dischi selezionati da RootsHighway
posizioni 20-11

20
Michael McDermott
Ashes / Beneath The Ashes
(Blue Rose)
Ashes, cioè "ceneri", rappresenta una riflessione ora lieve ora disperata su quello che resta, così come di una sigaretta rimangono soltanto le braci; un album dedicato con vivida partecipazione alle strade che finiscono nel nulla, agli amori passati e svaniti, agli affetti dei tempi andati, agli orizzonti di una ricerca interiore
 


19
Jeff Black
Tin Lily
(Dualtone)
La struggente bellezza folk del precedente B-Side and Other Confessions si irrobustisce oggi con un suono più elettrico, ballate rock epiche si incontrano a metà strada con l'anima del folksinger più malinconico. Tin Lily non è forse un disco perfetto, ma certamente la riprova della statura autorale di Jeff Black
 


18
Shannon McNally
Geronimo
(Back Porch)
Geronimo ci ripaga abbondantemente della fiducia accordatale già in passato, con un'opera più matura, un grande affresco country soul sudista dallo spiccato gusto melodico. Shannon McNally sembra dunque stare al passo della varie Shelby Lynne, Mary Gauthier e Kathleen Edwards.
 


17

Frank Carillo & the Bandoleros
Bad Out There
(Jezebel)
Una splendida sorpresa Frank Carillo: caro vecchio rock d'autore caricato di elettricità e di radici country-folk, con qualche svisata blues secondo l'occorrenza, da un chitarrista ed autore di lunga esperienza. In poche parole un disco vero, ruvido ed elegante al tempo stesso, vivo in ogni singola nota e scritto in stato di grazia.

 


16
Bright Eyes
I'm Wide Awake, It's Morning
(Young God)
Dopo Ryan Adams, l'enfant prodige più irritante e geniale della giovane canzone americana. Qui alle prese con un concentrato di ballate country folk di stretta osservanza acustica, spesso dal forte taglio tradizionale, nel tentativo di esprimere la necessità di un ritorno a formule più spoglie e lineari, tutt'altro che arroganti
 


15
John Hiatt
Master of Disaster
(New West)
John Hiatt è un grande scrittore di canzoni. Ma quando a ciò che è del suo si aggiunge lo zampino di un vate della produzione cantautorale americana come Jim Dickinson, il magnetismo sprigionato da collaborazioni di tal fatta non può che far drizzare a "Sud" l'ago della nostra bussola musicale.
 


14
Ryan Adams & the Cardinals
Jacksonville City Nights
(Lost Highway)
Una nuova versione, naturalmente aggiornata ai tempi, dei vecchi lp di George Jones, quelli che nel raccontare di scorribande sentimentali e serate trascorse a specchiarsi nel fondo di un bicchiere aiutarono a codificare non pochi archetipi del genere country. Ryan Adams corregge la ricetta con il country rock cosmico dei suoi Cardinals
 


13
Marty Stuart
Souls' Chapel
(Universal South)
Un progetto dalla fortissima identità che rinvigorisce enormemente le potenzialità di songwriter e arrangiatore di Marty Stuart. Un viaggio nelle gioie del profondo Sud, gospel music immacolata verniciata di country-blues e rock'n'roll, tra riprese di classici e materiale di propria composizione che non sfigura accanto ai primi
 


12
Marah
If You Didn't Laugh, You'd Cry
(Yep Roc)
I Marah, pur con tutte le ingenuità e i difetti del caso, restano la quintessenza di un certo modo d'intendere il rock'n'roll, una faccenda di attitudine e suoni, escandescenze stradaiole e romanticismo da subway, spirito punk e radici folk. Almeno tre episodi del nuovo album farebbero la loro sfavillante figura in un eventuale "best of" del gruppo
 


11
Over The Rhine
Drunkard's Prayer
(Back Porch)
Un susseguirsi di meraviglie contrassegnate sì dal consueto mood malinconico e introspettivo, eppure inevitabilmente vivide, palpitanti, colme di forza immaginifica e melodie indimenticabili. Diciamo che in questo caso l'impatto del lavoro è nel complesso meno roots del solito e più incentrato sulla forma pianistica
 


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