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I 50 dischi selezionati da RootsHighway
posizioni 30-21


30
Ray Wylie Hubbard
Delirium Tremolos
(Philo)
Intruglio country rock a tinte blues texane, Delirium Tremolos č una sorta di compilation di alcune tra le canzoni preferite del buon vecchio Ray Wylie Hubbard, comprese le proprie. Nonostante i tanti sconosciuti capolavori del passato, il migliore Ray Wylie Hubbard di sempre si trova qui e ora.
 


29
The Decemberists
Picaresque
(Kill Rock Stars)
Un'esplosione di colori e toni fiabeschi, una cavalcata epica e a tratti anche un poco enfatica che ribadisce il ruolo unico ricoperto dai Decemberists. In Picaresque attraversano un confine labile fra tradizione folk, pop, cabaret e soffici melodie british che fanno sembrare la sua band una trasposizione nella provincia americana degli Smiths o se volete una versione pių ruspante di Belle & Sebastian
 


28
M Ward
Transistor Radio
(Matador)
Sempre in prezioso equilibrio tra antico e moderno, M Ward suona tremendamente old time nonostante utilizzi con malizia i trucchi del moderno folk a bassa fedeltà. Scivola tra canzone folk, riminiscenze country e blues, rock scheletrico e primordiale, mantenendo quell'alone di fragilità che contraddistingue voce e melodie
 


27

Crooked Fingers
Dignity and Shame
(Merge)
I Crooked Fingers sembrano assumere oggi le sembianze di una autentica rock band, un lavoro di squadra che abbandona in parte certi minimalismi elettronici e le orchestrazioni. Le canzoni di Eric Bachman si lacerano ancora su tematiche amorose, ma lo fanno aggiungendovi una solarità ed un'apertura pop che ha del prodigioso

 


26

Silver Jews
Tanglewood Numbers
(Drag City)
David Bearman, anima dei Silver Jews, ha ripreso quanto di meglio espresso in carriera e si č concesso come mai prima d'ora in un disco dai più corposi contorni rock, seppure contaminati dalla sua genialità strampalata. Tanglewood Numbers rischia quindi di diventare un raro capolavoro nel suo genere

 


25
Vic Chesnutt
Ghetto Bells
(New West)
Ghetto Bells rientra a pieno titolo tra la opere più ispirate di Vic Chesnutt, un disco di grande profondità sia nel suono sia nella scrittura, infarcita di riferimenti storici e geografici, in cui le atmosfere drammatiche e dense del produttore John Chelew e dei grandi musicisti coinvolti esaltano la poetica maliconica dell'autore
 


24

Magnolia Electric Co.
What Comes After the Blues + Trials & Errors
(Secretly Canadian)
Un prologo dal vivo ad inizio
anno (Trials & Errors), disco elettrico e scorbutico con lo sferrragliare rock dei Crazy Horse nelle vene, quindi un nuovo tassello di studio, che sancisce la trasformazione di Jason Molina in rocker a tutti gli effetti, cantore della malinconia attraverso un country rock ombroso d'origine controllata

 


23

The Walkabouts
Acetylene
(Glitterhouse)
Non solo il disco pių duro, elettrico e politico (nel senso pių ampio e nobile del termine) che abbiano pubblicato in carriera, ma anche uno dei pių ispirati da molto tempo a questa parte. Acetylene guarda ad una sostanza rock pių cruda, si volge indietro agli anni della gioventų del punk senza illusioni e con molta rabbia

 


22

Alvin Youngblood Hart
Motivational Speaker
(Tone Cool/Artemis)
Elettrico, pulsante, sporco e fumoso; la voce č a tratti malsana, la chitarra non ha nessuna remora nel mostrare gli angoli pių hendrixiani (ascoltare praticamente "tutto", e in particolar modo Stomp Dance) o i riff pių assolati. Alvin "Youngblood" Hart confeziona probabilmente il suo lavoro migliore. Hard Blues

 


21

Corey Harris
Daily Bread
(Rounder)
Daily Bread č l'ultima fatica di questo artista che avevamo per un attimo lasciato in viaggio tra Africa e Stati Uniti. E ancora una volta ci si presenta un Harris diverso, nuovamente cresciuto rispetto al periodo precedente, sempre volto alla ricerca delle radici più profonde della sua gente. Oltre il blues

 



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