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2010: I 50 dischi di RootsHighway
posizioni 40-31

40

Giant Sand

Blurry Blue Mountain

[Fire]

Venticinque anni di carriera e ancora la voce dei Giant Sand non si placa: umorale come sempre, notturno e polveroso come si conviene, Blurry Blue Mountain è il nuovo capitolo della saga western di Howe Gelb.





39

Blitzen Trapper

Destroyer of the Void

[Sub Pop]

Un piccolo sunto dell'avventura rock degli anni '70 riletta secondo la sensibilità dell'indie rock di oggi, una band che non ha paura di rischiare con melodia, pop, canzone folk e chitarre elettriche.





38

Shy Blakeman

Long Distance Man

[Winding Road]

Buon vecchio country rock "Made in "Texas", ma con una dose da cavallo di radici sudiste, ballate honky tonk e fiati soul. Lo ha messo in piedi Shy Blakeman con una congrega di musicisti californiani e dal pedigree di classe.



37

Doug Paisley

Constant Companion

[No Quarter]

Una sconosciuta voce folk dal freddo Canada: Doug Paisley abita le lande di Bonnie Prince billy e dei menestrelli più languidi dell'ultima generazione. Ballate semplici e accorate, poesia fragile.



36

South Memphis
String Band

South Memphis String Band

[Memphis Int'nl]

Un trio all'intersezione fra tradizione bianca e nera nel profondo Sud americano: Jimbo mathus, Luther Dickinson e Alvin Y. Hart alle prese con gospel, country blues, folk, memorie da un'epoca lontana e anticaglie del folklore americano.



35

Elton John/ Leon Russell

The Union

[Mercury/ Universal]

Due vecchi marpioni, due pianisti e autori che non hanno da chiedere altro a se stessi se non giocare e divertirsi con i loro amori musicali. Un disco di memoria, ma per nulla stantio, scambiandosi voci e ricordi.



34

Teenage Fanclub

Shadows

[Merge]

Un ritorno inaspettato con uno dei lavori più ispirati della loro carriera: i Teenage Fanclub restano un segreto troppo ignorato del guitar pop britannico. Qui sono nel pieno della maturità, una seconda giovinezza all'insegna del power pop.



33

Jason & The Scorchers

Halcyon Times

[Blue Rose]

Come-back per nulla anacronistico, rock'n'roll al fulmicotone nel segno di quel suono roots rivoltato nelle radici punk e sudiste della band. Ancora incendiari e divertenti come ai tempi migliori.



32

The Tallest Man on Earth

The Wild Hunt

[Dead Oceans]

Un giovanotto svedese alle prese con una "dylanite" acuta: chitarra, voce e poco altro, canzoni rabbiose e ironiche, un folk scarnificato che punta tutto sull'anima della canzone e funziona proprio per la sua semplicità.





31

Peter Case

Wig!

[Yep Roc]

Il ritorno dopo la malattia per Peter Case è bagnato nel garage blues più elettrico e sporco. Un disco vivace e ispirato che lo riporta alle sue origini senza rinnegare l'amore per la musica nera, soltanto con poù più di rabbia e chitarre.




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