Shy
Blakeman Long Distance Man
[Winding
Road 2010]
Segnatevi il nome di Shy Blakeman, perché la "pozione sudista"
che ci offre questo ragazzo di Kilgore, Texas è una delle uscite più fresche che
il circuito Americana ci abbia offerto da molti mesi a questa parte, un viaggio
a finestrini abbassati e piede sull'acceleratore lungo le strade della tradizione,
attraversando country, southern rock, soul, r&b e ogni altro linguaggio della
musica del Sud. Troppa grazia direte voi? Può darsi, ma l'entusiasmo deriva anche
dal fatto che Long Distance Man riunisce alcuni dei migliori musicisti
del genere, dando quasi una benedizione al songwriting di questo texano volato
di sana pianta in California per realizzare il suo sogno: la produzione di Ted
Russell Kamp (altro ottimo interprete dallo stile assai simile), ma soprattutto
le chitarre di Marc Ford (ex Black Crowes) Doug Pettibone (Lucinda
Williams band) e Kenny Vaughan (Marty Stuart, Rodney Crowell) sono un messaggio
chiaro e forte che qui stiamo viaggiando in prima classe, nonostante la popolarità
di Blakeman sia circoscritta per il momento alla sola terra natale. Con i due
lavori precedenti infatti, più immischiati con l'eredità degli outlaw e del country
rock in senso stretto, Shy si è fatto conoscere dal pubblico locale, piazzando
qualche singolo in classifica, tanto da essere preso in considerazione anche come
autore dalla gente che conta a Nashville.
Lui però ha continuato a pensare
da indipendente e per fortuna non ha ceduto di un millimetro dalla sua idea di
musica: così possiamo rigirarci fra le mani questo Long Distance Man, una sorta
di percorso personale e autobiografico che racconta la vita di musicista di Blakeman,
sbatacchiato da Austin a Nashville fino a Los Angeles, dove l'album ha preso forma
con l'amico Ted Russell Kamp. On the road, sarà banale dirlo, ma il feeling che
esce da queste canzoni è proprio questo: vivo, brillante, ricco di groove, di
tensione blues, cominciando dal travolgente r&b sudista della stessa
Long Distance Man e proseguendo per lo swamp contagioso di
So Many Honky Tonks fino al classico southern rock di Don't
It Make You Wanna Dance, e tante grazie ai Lynyrd Skynyrd. Un piccolo
bignami di quella immaginaria linea musicale che scorre dal Texas all'Alabama,
se mi concedete il paragone geografico: Long Distance Man è il disco che Shooter
Jennings (tanto per citare un artista che condivide l'amicizia con Kamp) non è
riuscito a fare quest'anno, con il deludente Black Ribbons.
Shy Blakeman
invece, da perfetto sconosciuto, certamente con meno battage pubblictario, ha
infilato un'impressionante serie vincente che va dal soul di Late
Night Early Morning al robusto southern swamp di Swamp
Water Whiskey (con un titolo così…) al rock'n'roll di marca Stones
in A Quarter to Three fino alle sonirità più
roots, tradizionali che caratterizzano Drafon Fly e
Old Folks Blues. Merito anche di una famiglia
e di una vita un po' randagia, sempre al seguito della musica (il padre suonava
in un trio, The Whiskey Fever Band, di ispirazione old time): Blakeman nel frattempo
ha fondato una fanzine chiamata Country Music Texas, ha fatto il dj in una radio
dell'EastTtexas, ha formato una punk band e oggi può permettersi roba come Easy
Goin' Woman, ballata country rock che più classica non si può, i fiati
e i cori da Muscle Shoals di Satin Sheets,
fino al celtic folk sound che chiude il disco sulle note di
Save A Little Room. Piccola grande sorpresa. (Davide Albini)