inserito 22/10/2010

Shy Blakeman
Long Distance Man
[
Winding Road  2010
]



Segnatevi il nome di Shy Blakeman, perché la "pozione sudista" che ci offre questo ragazzo di Kilgore, Texas è una delle uscite più fresche che il circuito Americana ci abbia offerto da molti mesi a questa parte, un viaggio a finestrini abbassati e piede sull'acceleratore lungo le strade della tradizione, attraversando country, southern rock, soul, r&b e ogni altro linguaggio della musica del Sud. Troppa grazia direte voi? Può darsi, ma l'entusiasmo deriva anche dal fatto che Long Distance Man riunisce alcuni dei migliori musicisti del genere, dando quasi una benedizione al songwriting di questo texano volato di sana pianta in California per realizzare il suo sogno: la produzione di Ted Russell Kamp (altro ottimo interprete dallo stile assai simile), ma soprattutto le chitarre di Marc Ford (ex Black Crowes) Doug Pettibone (Lucinda Williams band) e Kenny Vaughan (Marty Stuart, Rodney Crowell) sono un messaggio chiaro e forte che qui stiamo viaggiando in prima classe, nonostante la popolarità di Blakeman sia circoscritta per il momento alla sola terra natale. Con i due lavori precedenti infatti, più immischiati con l'eredità degli outlaw e del country rock in senso stretto, Shy si è fatto conoscere dal pubblico locale, piazzando qualche singolo in classifica, tanto da essere preso in considerazione anche come autore dalla gente che conta a Nashville.

Lui però ha continuato a pensare da indipendente e per fortuna non ha ceduto di un millimetro dalla sua idea di musica: così possiamo rigirarci fra le mani questo Long Distance Man, una sorta di percorso personale e autobiografico che racconta la vita di musicista di Blakeman, sbatacchiato da Austin a Nashville fino a Los Angeles, dove l'album ha preso forma con l'amico Ted Russell Kamp. On the road, sarà banale dirlo, ma il feeling che esce da queste canzoni è proprio questo: vivo, brillante, ricco di groove, di tensione blues, cominciando dal travolgente r&b sudista della stessa Long Distance Man e proseguendo per lo swamp contagioso di So Many Honky Tonks fino al classico southern rock di Don't It Make You Wanna Dance, e tante grazie ai Lynyrd Skynyrd. Un piccolo bignami di quella immaginaria linea musicale che scorre dal Texas all'Alabama, se mi concedete il paragone geografico: Long Distance Man è il disco che Shooter Jennings (tanto per citare un artista che condivide l'amicizia con Kamp) non è riuscito a fare quest'anno, con il deludente Black Ribbons.

Shy Blakeman invece, da perfetto sconosciuto, certamente con meno battage pubblictario, ha infilato un'impressionante serie vincente che va dal soul di Late Night Early Morning al robusto southern swamp di Swamp Water Whiskey (con un titolo così…) al rock'n'roll di marca Stones in A Quarter to Three fino alle sonirità più roots, tradizionali che caratterizzano Drafon Fly e Old Folks Blues. Merito anche di una famiglia e di una vita un po' randagia, sempre al seguito della musica (il padre suonava in un trio, The Whiskey Fever Band, di ispirazione old time): Blakeman nel frattempo ha fondato una fanzine chiamata Country Music Texas, ha fatto il dj in una radio dell'EastTtexas, ha formato una punk band e oggi può permettersi roba come Easy Goin' Woman, ballata country rock che più classica non si può, i fiati e i cori da Muscle Shoals di Satin Sheets, fino al celtic folk sound che chiude il disco sulle note di Save A Little Room. Piccola grande sorpresa.
(Davide Albini)

www.shyblakeman.com
www.myspace.com/shyblakeman



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