inserito 12/07/2010

Blitzen Trapper
Destroyer of the Void
[Sub Pop
 2010
]



Sorta di autentico juke box di un'intero decennio rock, quello degli anni settanta, Destroyer of the Void conferma i Blitzen Trapper da Portland, Oregon, come una delle punte di diamante della riscoperta intellignete di certo "classicismo", legato oggi indissolubilmente all'etichetta Sub Pop. Infatti, con una un simile attitudine, ma molta più freschezza e fantasia, dei colleghi di etichetta Band of Horses, la formazione del funambolo Eric Earley, maestro di citazionismo e rievocazioni, viaggia nel tempo scovando melodie immacolate fra la stagione d'oro della West Coast e mescolandole con i lustrini del pop, del glam e del prog rock, come se CSN&Y e David Bowie, Elo, Genesis e Bob Dylan potessero far parte tutti di un'unica grande colonna sonora, una visione d'insieme che vorrebbe riportare in superficie un gusto per suoni e canzoni che sappiano sognare ad occhi aperti. Atteggiamento "pericoloso" e al limite dell'imitazione, che tuttavia nelle mani giuste diventa un amarcord brillante che sguscia fra piccoli dettagli, rivelatisi all'ascolto solo dopo ripetuti incontri con la scrittura di Earley e soci.

Rispetto al già decantato Furr il nuovo episodio appare più ambizioso, sfuggente, ricco di invenzioni e scatti che mettono insieme ispirazioni all'apparenza troppo distanti. Questa disomogenità è anche la loro principale forza, quella che impedisce ai Blitzen Trapper di apparire soltanto come un gradevole rifacimento: non stiamo parlando di assoluta genialità (per raggiungere Wilco o My Morning Jacket, i più vicini per sensibilità musicale, c'è ancora un pezzo di strada da percorrere), ma di un artigianato della canzone rock che comincia a farsi variegato e imprevedbile. Tanto quanto la stessa Destroyer of the Void, suite glam pop in più tempi che ricorda l'esuberanza dei migliori New Pornographers e mette insieme ridondanza e chitarre ai limiti dell'hard rock. Siamo catalputati davvero in piena febbre seventies, ma le curve "spericolate" della band sono tali da spostare presto il baricentro (ancora una dolce Laughing Lover a ricordare le ascendenze british, qui vicine a Ray Davies e Paul McCartney) verso un'anima pastorale, qualcuno oserebbe affermare Americana, se non fosse troppo eccentrica la proposta dei Blitzen Trapper per fermarsi ad una rilettura della tradizione.

Così la melodia celestiale di Below the Hurricane vi riporterà alla California più tenue e sognante, The Man Who Would Speak True nelle braccia di un folk candido e misterioso, l'assolo piazzato al centro di Evening Star verso il Neil Young della "corsa all'oro", Heaven and Earth persino nella direzione di una forma pop sfarzosa, scompaginando infine le carte in Love and Hate e Dragon's Song, fra chitarre che azzardano accenni di pura psichedelia. Un continuo sobbalzare che potrebbe persino far girare la testa, ma ha la sua ragione d'essere nella scrittura stessa di Eric Earley, uno che non ha paura di misurarsi con certa relogiosa maliconia e "flusso di coscienza", anche quando Bob Dylan ci è già passato tempo fa (l'acustica The Tree cantata in coppia con Alela Diane). Anche perché l'arma segreta sono quelle caramelle pop che nel finale (Lover Leave Me Drowning, la splendida Sadie) colorano Destroyer of the Void di tonalità quasi immacolate. Una conferma che diventa un vero e proprio salto di qualità.
(Fabio Cerbone)

www.blitzentrapper.net
www.myspace.com/blitzentrapper



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