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2007:
I 50 dischi di RootsHighway | ||
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| 30 The Avett Brothers Emotionalism (Ramseur) "...è indubbiamente il loro disco più smussato e accattivante, fermo restando che si tratta di una musicalità essenziale [...] questa volta ci ritroviamo fra le mani un lavoro più diretto e persino definibile quale modello di pop music acustica, che tiene fede allo stesso titolo: più emozioni, più passione, attraverso canzoni disarmanti, semplici, con quel tocco naif che pare la vera arma segreta degli Avett Brothers" |
| 29 Bright Eyes Cassadaga (Saddle Creek) "...È una sorta di summa, che unisce la maturità classica degli ultimi anni con il debordante estro di un autore che ama esagerare in tutto [...] da una parte chi vedrà Cassadaga come la fioritura definitiva del suo talento, dall'altra chi continuerà a considerare il suo tragitto come un tradimento rispetto alle tematiche lo-fi degli esordi " |
| 28 Richard Thompson Sweet Warrior (Proper) "...Richard Thompson riesce ancora magicamente a districarsi fra le maglie del linguaggio folk rock, ad essere credibile e persino innovatore dentro una forma canzone consolidata, uno stile che è ormai un marchio caratteristico, pressochè unico. Si tratta della capacità di essere al tempo stesso songwriter e musicista, di ammaliare per le doti di scrittura, dentro ballate romantiche, colme di tensione e melodia" |
| 27 Anders Osborne Coming Down (Mc Records) "...Coming Down rappresenta soltanto il blues di Anders Osborne, il confronto sommesso con i principali ispiratori del suo songwriting (Paul Simon, Jackson Browne e Van Morrison su tutti) e il suo personale, affettuoso e malinconico saluto a una città, che è poi la New Orleans dove lui stesso risiede, piegata dalla sofferenza" |
| 26 Billy Joe Shaver Everybody's Brother (Compadre) "...In qualunque modo la vediate, Everybody's Brother è un'esplosione country rock che lascia da parte qualsiasi recriminazione, disseminando una scia di goderecce ballate, strepitosi numeri honky tonk, nel segno della migliore tradizione outlaw [...] È il disco migliore di Billy Joe da molto tempo a questa parte, certamente il più sentito ed espressivo" |
| 25 Linda Thomspon Versatile Heart (Rounder) "...Ancor più del precedente, pur eccelso Fashionably Late ('02), Versatile Heart si configura come squisito affare di famiglia, dove i membri di una comunità allargata aiutano la titolare a confezionare un disco che illustri con dovizia di particolari le risorse di un "cuore duttile" capace di riepilogare tutte le dimensioni sin qui attraversate con gioia, fiducia e trasparenza inedite" |
| 24 Tom McRae King of Cards (V2) "Dopo All Maps Welcome, ecco che il nuovo King Of Cards segna un ulteriore passo avanti, mostrando un Tom McRae attento finalmente ad ogni finitura melodica, oltre che ad attribuire ad ogni armonia saggi del suo songwriting crepuscolare [...] Tom McRae dell'omonimo disco del 2000 è cresciuto, di musica ci deve mangiare: non si sta svendendo, ma sta dando più vigore ai tormenti che lo attanagliano" |
| 23 Angels of Light We Are Him (Young God) "...Michael Gira continua ad essere uno dei personaggi più influenti ed immacolati dell'indie rock americano. Perché nonostante le sue dispersive collaborazioni, i suoi progetti disorganici, le sue produzioni e benedizioni (da Devendra Banhart agli Akron Family), ha trovato il tempo di riprendere le fila degli Angels of Light uscendosene con il parto più meditativo, equilibrato, struggente della loro discografia" |
| 22 Will Hoge Draw the Curtains (Rykodisc) "...Draw The Curtains, sul quale aleggia una bruciante fede tradizionalista ancora una volta vicina alle taglienti unghiate tra rock e boogie degli indimenticati Georgia Satellites e che non solo risulta essere l'album migliore di Will Hoge, ma uno stupendo prodotto "di genere", uno di quei dischi indubbiamente minori e forse inidonei a scalfire il corso della storia del rock ma, parimenti, quanto mai adatti ad inchiodarsi nei lettori per restarvi a lungo" |
| 21 Graham Parker Don't Tell Columbus (Bloodshot) "...Quello che però rende Don't Tell Columbus di gran spessore non è tanto l'aspetto musicale, che mantiene il suo solito standard qualitativo, quanto quello che ci offre il suo songwriting: dodici straordinari racconti dell'America di oggi, con un risultato che non può non ricordare gli Short Cuts di Raymond Carver, ma filtrati dal suo humor tutto britannico" |
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