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30/05/2007
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![]() Tom
McRae La produzione discografica
di Tom McRae si sta muovendo sempre più verso orizzonti sonori
corposi ed accessibili (a tratti anche furbeschi), lasciando meno spazio
(ma qualche traccia rimane comunque) a forme minimaliste di folk e pop.
Dopo All
Maps Welcome, ecco che il nuovo King Of Cards
segna un ulteriore passo avanti, mostrando un Tom McRae attento finalmente
ad ogni finitura melodica, oltre che ad attribuire ad ogni armonia saggi
del suo songwriting crepuscolare. Partendo da Set The Story Straight,
il disco sviluppa al suo interno una serie di melodie orchestrali, ricche
di spunti ed arrangiamenti quantomeno interessanti: la squisita Bright
Lights si mostra splendente, mentre Sound Of The City è una
rock ballad di discreta fattura. La componente sobria e minimale viene
quindi utilizzata solo in qualche episodio (Got A Suicide, Got
Regrets) o quale aperitivo a soluzioni più elettriche e debordanti.
Questo è il caso di Keep Your Picture Clear, estratto inizialmente
misurato e sottotono, poi devastante per la sua confusa esplosione elettrica.
King Of Cards mette in luce anche una serie di ballate rotonde, delicate
e voluttuose, tutte dai titoli e dai contenuti interessanti. Ad aprire
le danze è la quinta traccia, Houdini And The Girl: percussioni,
pianoforte e pedal steel rendono questo pop (forse troppo breve) meno
britannico del previsto. Poi è la volta della rassegnata Deliver Me,
di One Mississippi, traccia dal basamento acustico e ritmato (qui
il pianoforte da il tempo al ritmo, mentre l'hammond fa capolino fra qualche
accordo) che rievoca le parentesi migliori di Josh Ritter, e di The
Ballad Of Amelia Earhart, canzone sopra la media per la sua mole emotiva,
nata dall'intreccio fra le liriche appassionate e i suoni caldi di chitarre
acustiche, organi, cori e quant'altro. La sofferta litania pianistica
Lord, How Long? chiude i battenti di King Of Cards. Con questo
lavoro Tom McRae tenta di arricchire con raffinatezza e giusto romanticismo
il pop che sta spopolando in Inghilterra in questi ultimi anni (Coldplay,
James Blunt e altri). Devo dire che l'evoluzione di questo cantautore
britannico è più che positiva: il percorso che lo sta conducendo lontano
dal mondo livido e crepuscolare in cui si era infilato con i primi lavori
è tracciato su soluzioni musicali interessanti, nonostante le affinità
eccessivamente pop. Il Tom McRae dell'omonimo disco del 2000 è cresciuto,
di musica ci deve mangiare: non si sta svendendo, ma sta dando più vigore
ai tormenti che lo attanagliano. |