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I 50 dischi selezionati da RootsHighway
posizioni 50-41

50
Clem Snide
End of Love
(Fargo)
Al quinto capitolo i Clem Snide trovano la quadratura perfetta della loro musica: Eef Barzelay non smania più per diventare un nuovo architetto del pop americano, ma preferisce accentuare la dose di radici. End of Love è disco sospeso così tra deliziosi pop rock alla maniera degli ultimi Wilco e malinconici siparietti rurali
 


49
Mark Ambrose
Put the Hammer Down
(Redbird)
Una delle sorprese dell'anno in fatto di Americana e country d'autore, direttamente da Austin e per gentile appoggio di Gillian Welch e David Rawlings, che suonano e producono. Il sound scarno e elettro-acustico di Ambrose genera un disco fuori del tempo, anacronistico, che potrebbe essere stato inciso una trentina di anni fa
 


48
Steve Wynn & The Miracle Three
...Tick...Tick...Tick
(Blue Rose)
Un disco certamente non rivoluzionario per lo stile di Wynn, ma nel suo insieme molto uniforme e concentrato sulle tematiche che volevano essere esplicitate nel titolo. Un rock'n'roll come al solito tagliente e noir, frammisto a ballate urbane che ricordano perché Steve Wynn sia ancora oggi considerato un maestro del genere
 


47
Limbeck
Let Me Come Home
(Doghouse)
Gary Louris (Jayhawks) produce e garantisce: i Limbeck riportano a galla quel roots rock melodico e pastorale che guarda alle radici quanto alla melodia, tra gli scossoni di una rock'n'roll band cresciuta con i dischi di Tom Petty e le fragranze roots della provincia proletaria. Rassicuranti
 


46
Jordan Chassan
East of Bristol, West of Knoxville
(Strong Rec.)
Un leggero fingerpickin' alla chitarra acustica, quattro note di organo sullo sfondo, una ritmica pigra e strascicata, un'aria southern che dalle radici country-blues estrae ballate sornione, da ascoltare sotto un portico all'imbrunire di una calda giornata estiva. Mettete insieme John Prine e JJ Cale...
 


45
Shooter Jennings
Put the O Back in Country
(Universal South)
C'è una tradizione da fuorilegge in famiglia che va rispettata e Shooter Jennings, figlio di Waylong Jennings e Jesse Colter, sembra intenzionato a mantenervi fede. Put the O Back in Country sfoggia una copertina a tema sudista, brutti ceffi, aria trasandata, birra in mano, ed una piccante salsa country rock in chiave sudista
 


44
Neil Diamond
12 Songs
(Explosive)
In 12 Songs il songwriting non può brillare come ai tempi del cosiddetto "Brill Building" newyorchese, se non a sprazzi, ma alcune ballate scaldano davvero il cuore e i suoni hanno un impasto a dir poco mirabile. Merito della cura acustica di Rick Rubin che ricalca gli American Recordings di Johnny Cash.
 


43
Steve Dawson
Sweet is the Anchor
(Undertow)
Sweet is the Anchor si nasconde ai riflettori, viaggia ai bordi della strada, entra un po' di soppiattto con le sue armonie che saccheggiano un sofisticato pop-soul anni '60 (Marvin Gaye e Al Green i santi in paradiso) e certo contry cosmico, adattando il tutto ad una forma di ballata acustica che ha il sapore di un vecchio folksinger
 


42
Gina Villalobos
Rock'n'Roll Pony
(Laughing Outlaw)
Californiana di belle speranze, la Villalobos cavalca un rock mainstream e bagnato dalle radici della tradizione, senza essere propriamente roots music. Un rock'n'roll insistentemente melodico e spruzzato di country che potrebbe farcela descrivere come una Sheryl Crow prima maniera, accompaganta dai Jayhawks
 


41
Cindy Bullens
Dream # 29
(Blue Rose)
Un'opera asciutta, tesa, che custodisce nei solchi una sensibilità artistica rara. Il rock'n'roll di Cindy Bullens è un calco al femminile di quello di Bruce Springsteen e Steve Earle. Ottima voce, splendidi testi, un suono aggressivo, nervoso, squisitamente costruito sulle chitarre elettriche...con qualche ospite di riguardo
 


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