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inserito
il 02/03/2005
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Dopo una parentesi fin troppo incline al pop d'autore l'etichetta australiana,
ma con ottima distribuzione europea, Laughing Outlaw, si concede un ritorno
ai suoi primi amori roots, puntando sul nome di Gina Villalobos.
Una scommessa vinta a sentire le note di Rock'n'Roll Pony.
Storia travagliata e lieto fine per questa nuova promessa del country
rock califoniano: entrata in studio nel febbraio del 2003, la Villalobos
ha dovuto inizialmente rinviare la prevista uscita per l'autunno successivo
a causa di un grave incidente, che le ha causato la perdita della vista
dall'occhio destro. Completate finalmente le registrazioni nel marzo del
2004, Rock'n'roll Pony è uscito a livello indipendente la scorsa
estate, prima di ricomparire sul mercato europeo grazie prprio all'interessamento
della Laughing Outlaw. Una scoperta che non possiede forse i tratti dell'eccezionalità,
e tuttavia ci presenta un'interessante voce femminile, un'autrice che,
come ha sottolineato l'autorevole No Depression, cavalca un suono rock
mainstream e bagnato dalle radici della tradizione, senza essere propriamente
roots music. Dopo un paio di sfortunate esperienze con misconosciute band
locali di Santa Barbara, quali Liquid Sunshine e The Mades, la Villalobos
si è messa a fare ordine tra le sue canzoni. Al primo giro è
nato l'esordio di Beg From Me, quindi la maturità del qui
presente Rock'n'roll Pony. Qualcuno l'ha subito paragonata ad un'altro
talento, Kathleen Edwards (vedi disco del mese), anche se la Villalobos
sembra prediligere atmosfere e storie più "West Coast",
un rock'n'roll insistentemente melodico e spruzzato di country che potrebbe
farcela descrivere come una Sheryl Crow prima maniera accompaganta dai
Jayhawks. A questo proposito, è quasi impossibile non ritornare
al sound del capolavoro di Louris e soci, Hollywood Town Hall, sentendo
What I'd Give, I'm Alright (con il banjo di Anne McCue),
So Much for Dying e l'irresistibile cover di Put a Message In
The Box (brano dei World Party di Karl Wallinger). Il leit motiv di
Rock'n'roll Pony si svela dunque in una serie continua di ricami tra le
frizzanti chitarre acustiche ed elettriche della stessa Villalobos in
coppia con Kevin Haaland e l'onnipresente pedal steel di Sean
Caffey. Su questo crinale scivolano piacevolemente ballate dal taglio
solare come California (un titolo, un proclama), country rock polverosi
e dal sapore seventies (Can't Come Down) e un generale impianto
pop, di istantanea presa, eppure mai banale (Not Enough), in cui
la Villalobos dimostra di giostrare bene le forze, passando da toni dolci
e accomodanti ad autentiche sferzate di energia elettrica. Si è
già fatta notare in Inghilterra, dove girerà in tour questa
primavera come opening act per Laura Veirs, ed è già entrata
in studio per incidere il seguito di Rock'n'roll Pony: Gina Villalobos
ha i numeri per crescere ulteriormente |