Jordan Chassan - East of Bristol,West of Knoxville Strong R. 2005
inserito 23/06/2005

Di fronte ad un autore pressoché sconosciuto ci sono sempre fondate motivazioni per essere scettici: di sicuro Jordan Chassan ha pubblicato uno dei lavori più freschi e sorpredenti della stagione e lo ha fatto con pochissime soluzioni a disposizione. Un leggero fingerpickin' alla chitarra acustica, quattro note di organo sullo sfondo, una ritmica pigra e strascicata, un'aria southern che dalle radici country-blues estrae ballate sornione, da ascoltare sotto un portico all'imbrunire di una calda giornata estiva. E' il motivo musicale insistente in tutto East of Bristol, West of Knoxville, primo disco dopo dodici anni di silenzio (il precedente per la Polydor nel '93) per questo songwriter da "addetti ai lavori", nome defilato del panorama roots, eppure con un curriculum curioso: nasce a Montclair nel New Jersey, ma si trasferisce a New York. Qui è protagonista della nuova scena folk e punk del CBGB, storico locale sul finire dei settanta: da solo o con gruppi quali Stuart's Hammer e Young Hegelians spinge allo scoperto un folk stralunato misto a pop e jazz. Da allora molto è cambiato: Chassan è più rilassato e pieno di disincanto, gironzola per l'America di provincia con canzoni quali Brandywine e A day Like Today, ballate al rallentatore con una batteria spazzolata e jazzy e l'armonica di Jelly Roll Johnson. Si è scelto infatti i musicisti giusti, la punta di diamante dell'altra Nashville, dove oggi si è trasferito in cerca di fortuna: ci sono Byron House e Dave Jaques al basso, Pat Maclnerny e Larry Atamanuik alla batteria, persino un ospite di riguardo come Gillian Welch, nel delizioso duetto Wound Up Away Too Tight, un country ciondolante segnato da un organetto sixties. Con una voce che ti mette a tuo agio e storie di ordinaria bellezza, Chassan insegue un'atmosfera piuttosto che la sorpresa, un mood appisolato che mischia il country-folk d'autore e l'ironia di John Prine (Cheater Cheater Cheater, da manuale) con il southern feeling sornione di JJ Cale: Stranger In a Strange Land è un retro-blues "svogliato" e incupito, mentre all'opposto si colloca il country blues al rallentatore di Hard Work Bein' a Fool, con una chitarra solista che accenna timidamente qualche nota, lasciando campo all'armonica. Quel che rimane non aggiunge nulla più del dovuto, conservando nello stesso tempo la pacatezza e l'irresistibile patina di "sporco" degna dei migliori cantautori: Things Just Do è una canzoncina d'amore che coccola, Lost Along the Way un saliscendi sulle colline del Midwest americano, mentre That Destination e Am I Pleasin' You l'ennesima variazione sul tema. Se cercate il vostro "roots album" da relax estivo, Jordan Chassan lo ha realizzato
(Fabio Cerbone)

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