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foto: ©Andrew Blackstein


Ryan Adams
23/4/2023 - Live at "Cirque Royal", Bruxelles

- a cura di Marco Restelli -

Un concerto che ho atteso per tanti anni. Quando decisi di acquistare i biglietti per vedere Ryan Adams era già quasi tutto sold out. Chi l’avrebbe mai detto, per un artista che per le ormai note vicissitudini personali stava rischiando di sparire dalla scena per sempre. Ma non potevo proprio perdermelo e, per l’occasione, ho pensato che anche mia figlia, ormai tredicenne, avrebbe potuto apprezzare un concerto totalmente acustico nel quale l’intimità sarebbe stata la regola e non l’eccezione. E Ryan non ha affatto deluso le attese, sfornando un repertorio di brani personali tutti in versione stripped e spesso rallentate rispetto alle originali. Una su tutte, una New York New York low-tempo al piano e quasi sussurrata, veramente da brividi.

Come già avvenuto nel resto del tour americano ed europeo, la set list preparata è stata ipertrofica, con ben 36 brani per tre ore effettive di emozioni indimenticabili. Il repertorio ha pescato da quasi tutta la sua discografia - eccetto gli ultimi (numerosi) album usciti dopo la pandemia - ma prevalentemente dal suo capolavoro Gold, da Ashes and Fire e da Heartbreaker. Ed è proprio con un brano tratto da quest'ultimo, Oh My Sweet Carolina, che l’artista americano ha deciso di rompere il ghiaccio presentandosi sul palco del Cirque Royal di Bruxelles. Certamente la sua chitarra ha il suo fascino, ma è soprattutto il suono dell’armonica a tagliare magicamente come una lama il silenzio irreale del teatro, lasciando senza fiato un pubblico deciso a godersi ogni minimo istante.

Chi conosce Ryan Adams sa che un suo concerto potrebbe regalare anche momenti nei quali il suo spirito fumantino può uscir fuori come un fulmine a ciel sereno e, anche in questo caso, in un paio di occasioni, non si è voluto smentire mandando letteralmente a fare in (BIP!) qualche ritardatario o utilizzatore di flash, nonostante il divieto ampiamente pubblicizzato prima dell’evento.

foto: © Marco Restelli  

Tornando alla musica, se devo scegliere i momenti più significativi non posso non citare la chiusura della prima parte del set, con una versione particolarmente vellutata e dilatata di Do I Wait (dal succitato Ashes On Fire). Molto intense anche le ben sei cover dei Velvet Underground, mai cantate prima durante il tour, fra le quali scelgo Pale Blue Eyes e Candy Says per l’intensità dell’interpretazione. Let It Ride da Cold Roses, Two da Easy Tiger, e la più movimentata English Girls Appoximately da Love Is Hell gli altri highlight imperdibili, oltre alla splendida chiusura, nuovamente solo voce chitarra e armonica (sempre da Heartbreaker) di una Come Pick Me Up da sogno.

Ecco, la parola sogno è proprio quella giusta se devo tentare di definire in estrema sintesi uno dei concerti più belli di sempre al quale ho avuto il privilegio di assistere. La speranza è quella di aver anche passato a una giovane “rappresentante delle nuove generazioni” il testimone di quella mia passione per la musica americana di alto livello, che noi tutti frequentatori e recensori di Roots Highway amiamo infinitamente.


SET LIST

1. Oh My Sweet Carolina / 2. Firecracker / 3. Why Do They Leave / 4. The Changeling (The Doors) / 5. New York New York / 6. Winding Wheel / 7. Gimme Something Good / 8. Pale Blue Eyes (The Velvet Underground) / 9. Dirty Rain / 10. Rescue Blues / 11. Answering Bell / 12. I'll Be Your Mirror (The Velvet Underground) / 13. I'm So Lonesome I Could Cry (Hank Williams) / 14. Ashes & Fire / 15. To Be Without You / 16. I'm Waiting For The Man (The Velvet Underground) / 17. All Tomorrow's Parties (The Velvet Underground) / 18. Do I Wait
[Intermission]
19. To Be Young / 20. Two / 21. When The Stars Go Blue / 22. Honky Tonk Girl (Loretta Lynn) / 23. Lovesickblues (Hank Williams) / 24. Candy Says (The Velvet Underground) / 25. I See Monsters / 26. 16 Days / 27. Everybody Knows / 28. Let It Ride / 29. Been Down So Long (The Doors) / 30. Do You Still Love Me / 31. English Girls / 32. Heroin (The Velvet Underground) / 33. The End (The Doors) / 34. Freebird (Lynyrd Skynyrd) / 35. Moon River / 36. Come Pick Me Up