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Wilko Johnson (12 luglio 1947 – 21 novembre
2022)
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All through the city: introduzione al Pub Rock...
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di Fabio Cerbone -
Nella prima metà degli anni
Settanta il rock inglese sogna in grande, è ambizioso,
brillante di lustrini e abbagliato dalla continua
ricerca di contaminazione, desideroso di rompere
barriere e acquisire nuovi linguaggi. Il viaggio
psichedelico si è tramutato nell’esplorazione ardita
del progressive, il british blues ha preso le sembianze
aguzze dell’hard rock, i colori pop dei sixties
hanno ceduto il passo ai costumi sgargianti del
glam. I concerti sono raduni oceanici e gli artisti
fanno a gara a chi avrà il palco più grande, il
manager più scaltro, l’etichetta più generosa in
fatto di soldi e contratti (e groupies).
Tra una birra e una gara di freccette, nei locali
più sporchi della Londra operaia, monta una reazione
spontanea, in direzione esattamente opposta: lo
chiameranno Pub Rock, curiosa definizione
tra le meno “tecniche” dell’intera storia della
critica, che circoscrive un fenomeno più estetico
che sonoro, più geografico e sociale che strettamente
di stile musicale. Fra le mura di ritrovi come il
Tally Ho e l’Hope and Anchor, poi a macchia d’olio
nei quartieri della capitale passando per l’Essex
e su fino a Glasgow, il pub rock riunisce musicisti
dalla dura gavetta, teppisti, rinnegati, non allineati,
volutamente agghindati come anti eroi, tanto semplici
nell’abbigliamento quanto nel suono. Il loro gesto
riporta indietro le lancette dell’orologio all’essenza
del rock’n’roll arrivato in Inghilterra sulle navi
americane quindici anni prima: al bando le suite
e i trucchi, si torna al ritmo, a Chuck Berry, al
sudore dell’esibizione dal vivo, al massimo alla
registrazione di studio più incisiva e diretta possibile.
Molti hanno in testa il r&b frenetico dei primi
Rolling Stones e degli Animals, il garage blues
degli Yardbirds, altri ancora vogliono semplicemente
riabbracciare i maestri di Chicago come Muddy Waters
o qualche vecchia gloria del soul e del primo rock'n'roll,
e qualcuno nel frattempo ha anche assimilato la
lezione di The Band o dei coevi Grateful Dead, il
country rock californiano avviato dai Byrds e il
nuovo vento folk rock che soffia dalla West Coast.
Quel “ritorno alle radici” attecchisce dunque anche
a Londra e manager lungimiranti come Dave Robinson
(che in seguito fonderà uno dei motori propulsivi
dell'indipendenza, la Stiff records) ne intuiscono
la ventata di energia e freschezza per l’intero
movimento. Non si tratta di un rinnovamento vero
e proprio, ma neppure, all'opposto, di una restaurazione;
è semmai un approccio innocente e liberatorio, fin
dall’inizio dallo scarso appeal commerciale, salvo
rare eccezioni, e che tuttavia spargerà i suoi semi
preziosi lungo tutto il decennio.
La battaglia per la riscoperta delle fondamenta
del rock’n’roll, ingaggiata dai Dr. Feelgood, veri
paladini della scena, assecondata da Brinsley Schwarz
ed Eggs Over Easy, o dai più misconosciuti Chilli
Willi & The Red Hot Peppers, nomi curiosi e improbabili
quanto l’impossibile successo su vasta scala del
genere, farà da terreno fertile per l’avvento definitivo
delle barricate del punk (e con gruppi come Eddie
& the Hot Rods a simboleggiare un collante fra le
due scene), così come aiuterà a far emergere una
schiera di talenti solisti destinati a grandi cose,
da Elvis Costello a Nick Lowe, da Graham Parker
a Mark Knopfler, tutti formati in quell’ambiente
carbonaro e rissoso del primo pub rock.
Abbiamo selezionato di seguito un’esaltante carrellata
di dischi (una trentina di titoli, da studio e con
alcune doverose eccezioni anche dal vivo) che ci
sembrano racchiudere tutte le fasi del fenomeno:
nascita, apogeo, ricadute, intrecci e influenze
tardive. Potete sfogliare lo speciale disco per
disco (dove è stato possibile, troverete
anche i link per l'ascolto, oltre al rimando ad
altri ascolti), seguendo un percorso cronologico,
oppure scorrere la lista completa che trovate qui
sotto, scegliendo l'artista e l'album da cui partire.
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Recensioni e schede a cura di:
Giovanni Andreolli, Paolo Baiotti, Gianfranco
Callieri, Pie Cantoni,
Fabio Cerbone, Marco Denti, Matteo Fratti,
Nicola Gervasini, Domenico Grio,
Marco Restelli, Yuri Susanna, Pierpaolo Tinelli,
Mauro Zambellini
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Pub Rock e dintorni, discografia
(1972-1980) ||
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