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Rock'n'roll shit
In viaggio con una rock'n'roll band

- a cura di Fabio Cerbone -

Luca Vitali
Rock'n'roll Shit
Il filosofo del chiaro di luna
[Rossini, pp.271]

Un romanzo, un disco, una rock’n’roll band immaginaria che dalle pagine di un libro prende forma concreta fra le note di un album. Luca Vitali prova a tradurre la passione per i grandi spazi americani e il suono che ne deriva attraverso un percorso che intreccia narrativa e musica. Uno sforzo notevole, anche soltanto per riunire le voci dei tanti artisti coinvolti nella parte musicale del progetto, mentre il testo di Rock’n’roll Shit. Il filosofo del chiaro di luna è tutta opera della penna di Vitali, che sembra prendere spunto sia dalla propria biografia personale (fotografo e collaboratore per diverse riviste, in passato anche per la nostra webzine), sia dai tanti viaggi compiuti negli States, e naturalmente dai numerosi dischi ascoltati.

Al centro la figura, mai veramente svelata (non ha nome) di "Fotografo", che si guadagna da vivere scattando immagini e raccogliendo testimonianze di gruppi in tour, in particolare dei Sidewalk Philosophers, la band di Austin, Texas che l’amica e manager discografica Summer sta promuovendo in lungo e in largo, attraversando il paese in una sequenza incalzante di date che toccherranno numerosi stati e alcune della capitali riconosciute della musica Americana. La maiuscola non è messa a caso, perché i riferimenti stilistici dei Sidewalk Philosophers sono proprio quelli di un intreccio tra radici e rock’n’roll, una formazione eterogenea nei suoi componenti e nelle singole storie, che Luca Vitali ci presenta ciascuno con il suo bagaglio di sogni e speranze: Alexander, Hugh, Andrew, Peter, Clive e Sunday, ai quali si aggiungerà persino un coyote in carne e ossa, una specie di portafortuna.

Li conosceremo uno a uno scandagliando una sorta di diario di viaggio: così si presenta nella forma Rock’n’roll Shit, fatto di brevi capitoli e concrete testimonianze della vita in tour, mentre Fotografo è ingaggiato al seguito per immortalare i momenti più significativi di questa carovana. La storia è semplice, persino un pretesto a volte, per raccontare in realtà il paesaggio americano, le città toccate dal tour, la gente incontrata lungo il percorso, e ciò che si traduce poi nelle canzoni stesse dei Sidewalk Philosophers (alcune riportate e tradotte fra un capitolo e l’altro), mentre in parallelo scorre la vicenda personale di Fotografo, i figli lontani, il rapporto complicato con la moglie.

Se le descrizioni dei luoghi sono appassionate e competenti, riflettendo l’esperienza diretta sul campo di Luca Vitali, è la parte più riflessiva dei personaggi che avrebbe meritato maggiore approfondimento, così come le dinamiche interne, sempre molto complicate, della stessa rock’n’roll band, poiché quando capita riesce a offrire davvero più spessore al romanzo. Emerge invece la scelta di esaltare soprattutto il contesto, anche con cenni storici sulle città, le leggende e i territori toccati dal tour: qualche volta tutto ciò entra direttamente nei dialoghi dei componenti dei Sidewalk Philosophers e appare un po’ forzato, in un ibrido non risolto fra narrativa e saggio, ma la vicenda è mossa comunque da un’approfondita conoscenza dell’argomento e da mille riferimenti, quelli che portano la band e Fotografo fino alla fine del loro viaggio musicale.

Quest’ultimo, come anticipato, trova la sua traduzione concreta nel disco che accompagna l’uscita del romanzo: Songs fron Rock’n’roll Shit (Hidin' the Moon, 2024) contribuisce a dare un senso più compiuto all’avventura dei Sidewalk Philosophers, che si materializzano in tredici brani (scritti dallo stesso Luca Vitali in collaborazione con Alessandro Casappa e Ugo Cattabiani) registrati in diversi studi fra l’Italia e gli States con la produzione artistica curata da Stiv Cantarelli. La collaborazione fra musicisti di casa nostra - tra i quali emergono nomi noti anche su queste pagine come Edward Abbiati, lo stesso Stiv Cantarelli, Ellen River, Graziano Romani e i fratelli Severini dei Gang - e validi rappresentanti dell’Americana di oltreoceano, come Jono Manson e Bob Cheevers, restituisce con fedeltà il suono che “esce” dalla pagine del romanzo di Luca Vitali: che si tratti della piccola hit dei Sidewalk Philisophers, R’N’R Shit, con la voce di Ugo Cattabiani, roots rock che fa il paio con Meyer’s Brotehl Motel cantata da Graziano Romani, o di ballate dal tono più desertico e di derivazione alt-country come le apprezzabili The Shiniest Part (Andrea Montacchini) e Dressed In Rain (One Last Dream) (Stiv Cantarelli), Songs fron Rock’n’roll Shit riesce a convincerci che i Sidewalk Philosophers siano veramente là fuori da qualche parte, lungo la strada, a suonare un’altro show.


The Sidewalk Philosophers – Songs From Rock'N'Roll Shit
(la track list, gli interpreti)

1. R'N'R Shit (Ugo Cattabiani)
2. Hole In The Wall (Mauro Eufrosini)
3. I Lost My Heart In Seligman, Arizona (Ellen River, Marvin)
4. Contrabando (Jono Manson, Marino Severini)
5. Crossing An Hourglass (Bob Cheevers)
6. Lips Of Chocolate (Ellen River)
7. I Can't Sleep (But I Can Dream) (Giampaolo Corradini)
8. Kiss The Sky (Edward Abbiati)
9. The Shiniest Part (Andrea Montacchini)
10. The Dance Of The Hands (Ross Volt)
11. Dressed In Rain (One Last Dream) (Stiv Cantarelli)
12. Meyer's Brothel Motel (Graziano Romani)
13. Crossing An Hourglass (Instrumental)

Per ascoltare Songs From Rock'N'Roll Shit:
open.spotify.com/intl-it/album/2LJFux7OdEgkQOoYkFV9iP?si=8JKSpYv7T8-DjmRHAIDnMA