Joyce
Carol Oates Racconti
dell'inquietudine americana
- a cura di Fabio Cerbone -
Joyce Carol Oates
Notte al neon [Carbonio
editore, pp.350]
Scrittrice dalla produzione sterminata
e molto eclettica - dalla forma al contenuto, tra romanzi,
racconti, saggi, anche sotto pseudonimo - Joyce Carol Oates
ha attraversato sessant’anni e più di letterarura (l’esordio
risale al 1963), affrontando spesso in maniera quasi ossessiva
temi centrali della società americana contemporanea, vista
dalla dimensione peculiare del femminile: il racconto famigliare
nella sua disgregazione, il ruolo della donna nei legami affettivi,
i risvolti violenti e di sfruttamento nei rapporti di coppia.
Non sorprende ritrovarli in qualche modo tutti declinati in
questa recente raccolta di short stories, Notte al Neon,
nella brillante traduzione a cura di Claudia Durastanti.
Nel titolo originale dell’opera si precisa “Tales of Mystery
and Suspense”, lasciando quasi intendere un filo rosso
che conduce dritti alle regole del noir o di una letteratura
di genere. Nulla di più fuorviante per un’autrice che gioca
in un’altra categoria e che sembra piuttosto utilizzare questa
definizione per restituire la dimensione di inquietudine e
desiderio che unisce l’atmosfera di tutte queste storie. Pubblicate
nell’arco di diversi anni su riviste letterarie e antologie,
riflettono un cuore scuro e feroce, anche nella stessa scrittura
della Oates, che pare non fare sconti nell’uso delle parole,
arrivando in particolare a sperimentare con il testo in Udienza
per la libertà condizionale (sorta di flusso di coscienza
di "Big Patty" alias Patricia Krenwinkel, una delle
assassine guidate dalla mano di Charles Manson) e Miss
Golden Dreams (caustico e provocatorio racconto ispirato
una volta di più a Marilyn Monroe, che la Oates aveva indagato
a fondo nel romanzo Blonde).
Al centro del loro sviluppo c’è la donna, spesso protagonista
assoluta con le sue scelte e le conseguenti paure recondite
(dall’incipit di Deviazione agli aspetti vagamente
autobiografici di Intimità, ambientato nel mondo dell’università
e delle scuole di scrittura), e anche quando non lo è direttamente
(lo scrittore in cerca di ispirazione in Curiosità;
l’ex-marito carcerato in Il flagellante; il figlio
adolescente in Sigaretta elettronica) la figura femminile
appare comunque un motore narrativo che scatena lo “scontro”,
o meglio ancora quella condizione di abuso che l’uomo (marito,
amante, padre, sconosciuto) metterà in atto. Nella storia
più lunga di Notte al Neon, quasi una bozza di romanzo,
non a caso scelta per intitolare l’intera raccolta, tutto
quello appena descritto emerge in modo illuminante: il tema
ricorrente della dipendenza (da alcol e fumo, ma potremmo
allargare per allegoria ai sentimenti), diventa qui un turbine
di violenza, tra uomini predatori ed altri per contrasto affettuosi
ma passivi, ragione per cui la protagonista Juliana, giovane
donna descritta nei suoi passaggi esistenziali fra gli ambienti
della scuola, del lavoro e della famiglia, sembra cercare
nelle luci al neon dei bar di provincia, con Johnny Cash che
esce dalle casse di un jukebox, il senso stesso della sua
vita.