James Yorkston
Il libro dei Gaeli [Jimenez
edizioni, pp.304]
Siamo simili
Eravamo simili.
I nostri mondi
semplicemente
torba irlandese e argilla scozzese (Fraser McLeod - Il libro dei Gaeli)
In quella valigia in copertina è racchiuso l’intero destino
di una famiglia, i McLeod, per metà scozzesi e per metà irlandesi,
come quell’antico popolo celtico dei Gaeli, che nel V secolo
d.C. dall’Irlanda si diffusero in buona parte della Scozia.
Fraser vi tiene custodite gelosamente tutte le poesie che
gli sono state ispirate dal suo amore perduto, Sinead, la
madre dei suoi due figli, Joseph e Paul, morta tragicamente
lasciando il marito e i ragazzi orfani di un sostegno, materiale
e spirituale.
La vita nella casa di campagna a Craigh è misera e senza grandi
aspettative, almeno che un giorno qualche editore non risponda
alle tante lettere che Fraser (da qui in poi semplicemente
"Padre", come lo chiama Joseph) ha spedito, nel
sogno di diventare un poeta pubblicato e riconosciuto, in
grado così di mantenere con dignità i suoi ragazzi. È proprio
una richiesta editoriale che giunge dalla capitale Dublino
a smuovere la sorte dei McLeod, “obbligandoli” a un lungo
viaggio attraverso l’isola, da un autobus di linea a un passaggio
fortuito su un calesse, da un pub cencioso a un campeggio
di hippie, secondo la legge più antica della strada e delle
sue numerose insidie.
Ambientato negli “sporchi” anni Settanta del secolo scorso
e narrato in prima persona da Joseph, il più grande dei due
ragazzi McLeod (ma non sono che bambini, gettati in un’avventura
che li farà crescere in fretta), Il libro dei Gaeli
sfrutta un canovaccio semplicissimo, ma lo trasforma
con il ritmo di una adorabile, agrodolce ballata, quella che
è abituata a intonare James Yorkston nei suoi dischi.
Dalla scrittura musicale a quella narrativa, il folksinger
di origini scozzesi conserva un tratto lirico e profondamente
ancorato alla tradizione, restituendo un racconto di innocenza
perduta che sceglie volutamente un linguaggio essenziale eppure
poetico, dove non a caso al termine di ogni capitolo affiorano
stralci delle poesie di Fraser, quelle che andranno a comporre
il suo tanto agognato Libro dei Gaeli.
Se l’approccio musicale di Yorkston alla tradizione non è
mai stato ortodosso, votato spesso e volentieri anche alla
sperimentazione (da ultimo il curioso binomio artistico con
Nina Persson per The
Great White Sea Eagle), nel solco di quel costante rinnovamento
che trae ispirazione dai grandi maestri del brit-folk dai
Sessanta in avanti, la sua prosa è invece più intima e sceglie
un tono sentimentale e generoso: Il libro dei Gaeli,
suo secondo romanzo dopo Three Craws del 2016, alterna
parti descrittive e dialoghi in un unico flusso narrativo
(la distinzione è data soltanto dalla scelta grafica dei corsivi),
assumendo la cadenza di una vecchia folk song, come quelle
che intona lo stesso Fraser per calmare i propri figli o guadagnare
due spiccioli per mangiare. È tenero e puro, ma anche crudo
e disperato questo Libro dei Gaeli, mentre la voce
di Joseph non ci risparmia tutte le disavventure e gli ostacoli
che i tre si troveranno davanti per giungere a destinazione,
restando con in mano un pugno di mosche e più di tutto con
una fame atavica, quella che assale ogni giorno il povero
Paul nelle sue richieste insistenti, un fratellino che Joseph
stesso protegge persino più del padre.
Fraser è personaggio combattuto e pieno di rimorsi, insegue
un’illusione, quella della poesia, ma in realtà sembra più
una promessa fatta all’amata Sinead, quella di offrire ai
figli una vita accettabile, lontano dalla miseria di Craigh.
Per arrivarci, magari scambiando il contenuto di quella valiga
in qualcosa di più concreto di una semplice manciata di versi,
la famiglia McLeod dovrà affrontare una vera e propria Odissea
irlandese, nella quale la violenza della strada chiederà naturalmente
un conto da pagare. James Yorkston ci accompagna verso
il possibile “ritorno a casa”, qualunque essa sia, con la
delicatezza e il sentimento di un trovatore che canta le gesta
di Fraser, Joseph e Paul, solo che al posto dei versi e della
musica, emerge la pagina scritta del Libro dei Gaeli.
James
Yorkston, un percorso discografico (dagli archivi di RootsHighway)
Folksinger di origini scozzesi, Yorkston ha debuttato nel
2002 al fianco degli Athletes, sua prima band di supporto,
firmando un contratto discografico con l'importante indie
label della Domino, rapporto che dura tutt'oggi. Ha pubblicato
una dozzina di album solisti (o in combutta con diversi ensemble
musicali, tra cui The Second Hand Orchestra), oltre a formare
il trio di folk sperimentale Yorkston/Thorne/Khan insieme
a Jon Thorne e Suhail Yusuf Khan.