Torna allo Speciale



 ::
Nomi da non dimenticare e qualche escluso eccellente

 # Outsiders: Americana, Alt-Country & Songwriters

1
Deer Tick
Born on a Flag Day
(Partisan)
"...per chi pensa che il fascino maggiore, in un disco, stia sempre nelle suggestioni che sgusciano tra gli spigoli delle canzoni. Born On Flag Day possiede canzoni e spigoli a sufficienza per farvi incuriosire a lungo"
   
2
Dave Rawlings Machine
A Friend of a Friend
(Acony)
"...Lui è un mix di radici, tecnica e sound, uno che intinge il suo songwriting nella tradizione musicale dei monti Appalachi e lo rende splendido e cristallino con il suo inconfondibile tocco, spesso giocato sulla tecnica del fingerpicking"
   
3
Nathan Holscher & The Ohio 5
Hit the Ground
(Nathan Holscher)
"...Dal punto di vista della scrittura i riferimenti possono essere ancora ricondotti prima di tutto alla grande scena letteraria statunitense- e in seconda battuta ai grandi cantautori/narratori della musica moderna"
   
4
Mark Rice
Topography Of A Bird
(Pub Can Records)
"...Le sue ballate sospese tra Dylan e lo Springsteen di Nebraska lasciano con il fiato in gola, mentre la percezione del tempo subisce un repentino spostamento sull'asse tra antico e moderno"
   
5
Deep Dark Woods
Winter Hours
(Black Hen)
"...Non rappresentano alcuna nuova frontiera dell'alternative country i Deep Dark Woods, semplicemente tracciano canzoni di un'eleganza e calore tali che ti accolgono con una miriade di carezze fra steel e violini"
   
6
Amy Speace
The Killer in Me
(Wildflower Records)
"...Ne esce un disco vario, che utilizza risaputi mid-tempo da Nashville all'ora della pennichella come quello della title-track, ma li colora con bei testi che scavano nel profondo delle sue relazioni amorose"
   
7
Tim Easton
Porcupine
(New West)
"...unisce il piglio arruffato di un autentico troubadour, la sincerità di un rocker di provincia e l'intelligenza di un autore che ha sempre tenuto aperte le braccia verso il mondo e l'evoluzione della pop music"
   
8
Leo Rondeau
Down at the End of the Bar
(Leo Rondeau)
"...Non è un nuovo tradizionalista con la faccia pulita, piuttosto un hobo in piena regola che sfrutta il suo andirivieni lungo le direttrici dell'America perduta per inventarsi assonnati walzer da fondo di bottiglia"
   
9
Howard Elliott Payne
Bright Light Ballads
(Move City records)
"...poco più di mezz'oretta di brani profondamente "Made In Usa," registrati con voluto gusto retrò su un rudimentale registratore a otto piste. E così Payne conferma che il link Usa-Uk è sempre vivo "
   
10
Justin Townes Earle
Midnight at the Movies
(Bloodshot)
"...A differenza dunque del recente esordio, Midnight at the Movies è un album che comincia ad elaborare con una personalità propria la formazione del musicista e del songwriter"

 



Torna allo Speciale