I
Magnolia Electric Co. hanno cominciato ufficialmente la loro avventura
sotto questa sigla all'inizio di quest'anno, come costola dei Songs:Ohia,
con un live dalla marcata componente chitarristica, eco del suono di Tonight's
The Night di Neil Young. Jason Molina ci regala ora una manciata
di brani composti ad hoc per What Comes After The Blues,
quello che è a tutti gli effetti il primo album da studio della sua fresca
formazione. Jason si dimostra un fiume in piena, che da qualche tempo
non trascina più con sé i rudimenti di sonorità ricercate, quelle della
sua vecchia formazione. Il movimento sinuoso del suo stile ha oggi le
fattezze di grezzi ed anacronistici ritmi di chitarra, sempre e comunque
figli del Neil Young ispiratore del live già edito, Trials
& Errors. Un certo mainstream è anche entrato nel suo
vocabolario, fattosi più vicino a quello dei cantautori tradizionali d'America:
la strofa "When It's Been My Ghost/ On The Empty Road/ I Think The
Stars/ Are Just The Neon Lights/ Shrinking Through The Dance Floor/ Of
Heaven/ On A Saturday Night" - da Hammer Down - sembra rubata
a Springsteen. Il suono dei Magnolia è talmente compatto da rievocare,
seppur con rilevanti disparità, quello delle grandi e storiche formazioni
a stelle e strisce, come la Silver Bullet Band di Bob Seger, i Crazy Horse
o i Creedence Clearwater Revival. La produzione di Jason Molina affronta
altresì con sicurezza motivi maggiormente acustici, facenti forse parte
del DNA di qualsiasi cantautore intelligente che batta le strade americane.
E' sufficiente un minimo background musicale per restare colpiti positivamente
da What Comes After The Blues o dalle svariate The Dark Don't
Hide It (elettrica, in autentico stile Neil Young, come per Trials
& Errors), Leave The City (brano di frontiera, con una tromba disarmante
e un andamento da ballata agreste) e Northstar Blues (acustica
e arrangiata con il violino, sulla falsa riga di Helpless e di tutte le
tradizionali country-folk songs). La produzione del qualificato Steve
Albini accorda anche una piccola parte a Jenny Benford (già
alla chitarra acustica), nell'interpretazione della sua The Night Shift
Lullaby: il brano è un lamento folk, sostenuto dall'esile voce di
lei. Se, per intensità, il nuovo disco è un gradino sotto al disco live
di inizio anno (aspetto obiettivamente comprensibile), tuttavia What Comes
After The Blues spicca sia per la panoramica sonora più ampia, offerta
da una gamma di pezzi acustici interessanti, che per il taglio tradizionale
nel cantautorato di Jason Molina, tanto evidente quanto efficace.
(Carlo Lancini)
www.magnoliaelectricco.com
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