Magnolia Electric Co. - What Comes After the Blues Secretly Canadian 2005 1/2
inserito 09/05/2005

I Magnolia Electric Co. hanno cominciato ufficialmente la loro avventura sotto questa sigla all'inizio di quest'anno, come costola dei Songs:Ohia, con un live dalla marcata componente chitarristica, eco del suono di Tonight's The Night di Neil Young. Jason Molina ci regala ora una manciata di brani composti ad hoc per What Comes After The Blues, quello che è a tutti gli effetti il primo album da studio della sua fresca formazione. Jason si dimostra un fiume in piena, che da qualche tempo non trascina più con sé i rudimenti di sonorità ricercate, quelle della sua vecchia formazione. Il movimento sinuoso del suo stile ha oggi le fattezze di grezzi ed anacronistici ritmi di chitarra, sempre e comunque figli del Neil Young ispiratore del live già edito, Trials & Errors. Un certo mainstream è anche entrato nel suo vocabolario, fattosi più vicino a quello dei cantautori tradizionali d'America: la strofa "When It's Been My Ghost/ On The Empty Road/ I Think The Stars/ Are Just The Neon Lights/ Shrinking Through The Dance Floor/ Of Heaven/ On A Saturday Night" - da Hammer Down - sembra rubata a Springsteen. Il suono dei Magnolia è talmente compatto da rievocare, seppur con rilevanti disparità, quello delle grandi e storiche formazioni a stelle e strisce, come la Silver Bullet Band di Bob Seger, i Crazy Horse o i Creedence Clearwater Revival. La produzione di Jason Molina affronta altresì con sicurezza motivi maggiormente acustici, facenti forse parte del DNA di qualsiasi cantautore intelligente che batta le strade americane. E' sufficiente un minimo background musicale per restare colpiti positivamente da What Comes After The Blues o dalle svariate The Dark Don't Hide It (elettrica, in autentico stile Neil Young, come per Trials & Errors), Leave The City (brano di frontiera, con una tromba disarmante e un andamento da ballata agreste) e Northstar Blues (acustica e arrangiata con il violino, sulla falsa riga di Helpless e di tutte le tradizionali country-folk songs). La produzione del qualificato Steve Albini accorda anche una piccola parte a Jenny Benford (già alla chitarra acustica), nell'interpretazione della sua The Night Shift Lullaby: il brano è un lamento folk, sostenuto dall'esile voce di lei. Se, per intensità, il nuovo disco è un gradino sotto al disco live di inizio anno (aspetto obiettivamente comprensibile), tuttavia What Comes After The Blues spicca sia per la panoramica sonora più ampia, offerta da una gamma di pezzi acustici interessanti, che per il taglio tradizionale nel cantautorato di Jason Molina, tanto evidente quanto efficace.
(Carlo Lancini)

www.magnoliaelectricco.com