Corey Harris - Daily Bread Rounder 2005
inserito il 01/06/2005

Corey Harris è uno dei più maturi esponenti del panorama blues odierno; ha fatto della ricerca sonora (e non sonora) il proprio punto di forza, cercando di trovare un comune denominatore per tutte le forze che muovono la musica afro americana. Di lui si è parlato più volte. Trentaseienne originario di Denver; una laurea in antropologia e un'esperienza come insegnante che lo ha aiutato enormemente ad inquadrare con maggior lucidità la vicenda del popolo nero; un bagaglio musicale che vede un esordio a metà del decennio precedente, una passione che significa anche studio attento di tutti quei principi stilistici, da Charlie Patton a Robert Johnson a Big Bill Broonzy. D'altro canto, il suo talento ha saputo rendere credibili i cambiamenti di direzione più volte intrapresi all'interno dei suoi lavori, da Greens From The Garden, al suo sodalizio con il pianista Henry Butler; cambiamenti di rotta, ma mai al di fuori degli intenti originari. Daily Bread è l'ultima fatica di questo artista che avevamo per un attimo lasciato in viaggio, tra Africa e Stati Uniti. Già le tracce iniziali del dischetto presentano un Harris diverso e ancora cresciuto rispetto al periodo precedente. La dolcissima title-track, (bellissimo il lavoro di violino da parte di Morwenna Lasko) si presenta come un affascinante melange stilistico, mostrando perfino nell'inciso le sue tracce di soul, così come il reggeae di I See Your Face e di Lamb's Bread. L'album cattura man mano che si procede all'ascolto, lo spessore qualitativo delle canzoni riesce a non scalfire l'immediatezza, attraverso i continui cambi di registro, dal r&b di A Nickel And A Nail ai delicati incastri della bellissima ballata The Sweetest Fruit, fino alla sintesi ideale di tutto, rappresentata da Mami Wata, ospite d'onore la tromba di Olu Dara, il quale accompagna alla chitarra Corey nella splendida The Preach, eccellente talkin' blues. E poi ancora Just In Time, Khaira, Big String, More Precious Than Gold, The Bush Is Burning, i testi delle quali (come per tutto il resto), meritano la massima attenzione. Un album coinvolgente, forse a tutt'oggi il più bell'episodio di un artista davvero in continua evoluzione.
(Roberto Giuli)

www.coreyharrismusic.com
www.rounder.com


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