Magnolia Electric Co - Trials & Errors Secretly Canadian 2005
 

Quello che era nato come un semplice disco si tramuta in ora in un vero e proprio progetto, in un gruppo: Jason Molina trasforma Magnolia Electric Co. in una power band, in una macchina da rock che macina sonorità chitarristiche da brivido, al ritmo di sfrenate cavalcate. Trials & Errors, disco d'esordio di questa nuova formazione (i musicisti dell'album precedente non sono più gli stessi), è un live registrato nel 2003 a Bruxelles che riprende i temi del lavoro di quell'anno, edito sotto il nome di Songs:Ohia. Con un Molina in grandissimo spolvero, con la sua voce tagliente e la sua prodigiosa chitarra, i Magnolia danno vita ad uno spettacolo elettrico d'altri tempi, che richiama il suono dei Crazy Horse, del pre-grunge fine anni Ottanta e, soprattutto, del rock anni Settanta e decadentista di Tonight's The Night (brano che Jason riprende nella conclusiva The Big Beast). Trails & Errors prende dunque il canadese Neil Young come punto fermo di riferimento, tant'è che nella tesa Almost Was Good Enough, Jason Molina cita (ovviamente in versione elettrica) Out On The Weekend, da Harvest del 1972. Gli amplificatori vibrano, tremano agli assolo scarni ed asciutti del cantante e del secondo chitarrista Jason Groth, che intrecciano i due arnesi per ottenerne accattivanti trovate e riverberi che sembravano persi nei bei vecchi dischi del passato. Bravo Jason, che esalta come mai prima d'ora la sua vena cupa, trasformando il minimalismo indie-folk dei primi Songs: Ohia in altrettanto cupe ed addolorate ballate. Finalmente ha saputo adeguare il proprio cantautorato ad un suono più impetuoso. Le seconde linee suonano compatte: alle percussioni Pete Shreiner batte puntuale, nello stesso stile essenziale ed evocativo della Maureen Tucker dei Velvet Underground; Mike Kapinus, con il suo basso, sta al passo con precisione (lui suona anche la tromba in Leave The City e The Last 3 Human Words, canzoni lente, country, ma soprattutto da frontiera). Fra i dieci brani, solo tre sono quelli già editi: Ring The Bell, Cross The Road, entrambi da Didn't It Rain, e Almost Was Good Enough, dal già citato omonimo del 2003 che dà il nome alla band. Tutte le altre sono tracce inedite, dallo spessore elevato: emergono l'iniziale The Dark Don't Hide It, Don't This Look Like The Dark e North Star, dalla struttura tradizionale, la stessa già ammirata in alcuni capitoli del tipico rock americano, popolare ed operaio (per intenderci, quello graffiante e rabbioso di Adam Raised A Cain - Bruce Springsteen, 1978 - o di Cortez The Killer - Neil Young, 1975). Jason Molina chiude l'album con "Back In The Van And Johnny Stike Up The Band": fate voi!
(Carlo Lancini)

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