"...
la freschezza invidiabile con la quale maneggiano il
passato, la spontaneità che applicano alla materia,
passando in rassegna tutto il contenuto di At George’s
Zoo...."
"...è
l’essere arrivato a poter maneggiare una materia così
“vecchia” come il folk con la sicurezza, e direi anche
la “statura”, del nome di primo livello..."
La
musica e i collaboratori di RootsHighway in onda su ADMR rock
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delle dirette e tutti i link ai podcast
delle trasmissioni.
"...è
Nashville la città che l’ha segnato di più musicalmente,
anche in questo quinto lavoro, scegliendo il freddo Canada
per le registrazioni in studio solo per ragioni di necessità..."
"...un
piacevole sovrapporsi di canzone d’autore e sonorità delle
radici, ora più incline all’elettricità del blues, ora
più orientato verso tempi medi paludosi e rockeggianti..."
"...a
toglierle dall'ombra ci pensa questo agile libro dedicato
all’emisfero femminile del Pop, un excursus sulle migliori
copertine di dischi declinate al femminile..."
"...sparano
dieci cartucce brevi e incisive per trenta minuti di
rock che incrocia, su una base garage, influenze stoner,
heavy blues e desertiche con un pizzico di psichedelia..."
"...
la band che scalda i muscoli, si rilassa, suona per
il semplice gusto di suonare, cercandosi a vicenda,
una complicità maturata nelle lunghe giornate di registrazioni
al Broken Arrow Ranch..."
"...immaginaria
ricostruzione di un viaggio notturno e solitario di
Peter Case lungo le highway americane, giocando con
la manopola di una vecchia autoradio in cerca della
canzone giusta..."
"...ribadisce
lo scarto “progressivo” dell’autore di Chicago, ora
trasferitosi a New York: sulla linea più cerebrale che
ha assunto il suo gesto musicale..."
"...ritroviamo
in Salgado una voce più che mai adeguata al groove che
permea il lotto, “burdoniana” a tratti, solido intreccio
di piano e tappeto d’organo..."
"...narra
di un legame che unisce le sponde mediterranee della
Francia, dell’Italia meridionale e, passando per il
Marocco e la sua musica Gnawa, arriva al deserto del
Mali..."
"...un seducente incontro fra
canzone country folk americana dai tratti noir e reminiscenze
mitteleuropee, intenzioni rock accostate a un suono più
rarefatto a bagnato nel gospel..."
"...costruendo
quel suono pastoso eppure minimalista che ha fatto scuola
negli stessi lavori di Joe Henry, ma al quale Heath Cullen
aggiunge una nota di personalità..."
"...nell’Ultima
notte a Manhattan prende forma qualcosa in più dell’intrigo,
della congiura: c’è proprio un livello profondo di vita
nell’ombra, che si dispiega in un moto perpetuo..."
"...quest’ultimo
disco rappresenta in qualche modo il primo passo verso
la liberazione, il ritorno al mondo dei vivi, crudo,
esplicito, soffocante ma anche mistico..."