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Duke Robillard & His All-Star Band
Six Strings of Steel
[M.C. Records 2023]

Sulla rete: dukerobillard.com

File Under: blues, swing & rock and roll


di Paolo Baiotti (28/08/2023)

Chitarrista blues tra i migliori della sua generazione, Duke Robillard non ha più niente da dimostrare dopo una carriera iniziata nei tardi anni Sessanta quando fondò i Roomful Of Blues, proseguita con la Legendary Blues Band e con un’intensa attività solista che ha superato i 30 dischi, interrotta da un periodo con i Fabulous Thunderbirds e inframmezzata da collaborazioni di vaglia con artisti blues come Ronnie Earl, Eddy Clearwater, Jerry Portnoy e Jimmy Witherspoon e cantautori tra i quali Tom Waits e Bob Dylan. Negli ultimi anni Robillard ha intrapreso diversi progetti, che hanno spaziato nei vari ambiti toccati in carriera, quasi a volere riassumere i generi che lo hanno influenzato. Così abbiamo ascoltato un disco acustico, uno di jazz/swing, un paio di blues classico, uno leggero e ballabile di impronta fifties e uno di errebi (il più recente They Called It Rhythm And Blues).

Con Six Strings Of Steeel l’intenzione di Duke è quella di racchiudere tutte queste influenze in un solo album vario e brioso composto quasi interamente da cover, accompagnato dai fedeli compagni di viaggio Mark Teixeira (batteria), Bruce Bears (tastiere), Marty Ballou (basso) e Doug James (sax) con l’aggiunta di Chris Cote che si alterna alla voce solista con lo stesso Robillard. Prodotto dal chitarrista con Mark Carpentieri della M.C. Records, Six Strings Of Steel è stato registrato nel Rhode Island lo scorso anno e conferma ancora una volta la classe cristallina del suo autore, con arrangiamenti tradizionali e rispettosi delle versioni originali. Si parte con Girl With It! un atipico rock and roll strumentale del jazzista Barney Kassel, seguito dal r’n’r anni cinquanta di Shame, Shame, Shame con il sax protagonista, dall’errebi Lima Beans in cui Duke è anche voce solista e dallo slow Love Struck di Chuck Willis, già eseguito nel primo album dei Roomful Of Blues, al quale si aggiunge nel finale Lovin’ You di Lowell Fulson.

L’influenza di Bob Dylan è rappresentata da una Watching The River Flow arrangiata con il sax e l’inserimento del violino di Katie Shore (Asleep At The Wheel), quella di Fats Domino da una ballabile I’m Gonna Be a Wheel Someday scandita da una ritmica ska, quella di Link Wray dal classico Rumble che Duke definisce la prima canzone che ha imparato a suonare, lo swing dalla raffinata Billy In the Lion’s Den. Tra queste cover di qualità non sfigurano i due brani originali, l’errebi In Perfect Harmony e lo strumentale Groovin’ In The Swamp in cui Duke replica lo stile di James Burton e Steve Cropper.

Muovendosi su terreni conosciuti, Robillard aggiunge un ulteriore tassello a una carriera ineccepibile.