È una lunga storia di “militanza” musicale,
di passione e ostinata indipendenza quella che contraddistingue
Michele Anelli, cantautore rock si sarebbe detto
un tempo, senza sembrare fuori posto. Due album arrivano
in contemporanea a chiudere in qualche modo un cerchio,
segnando un percorso che affonda le radici negli anni Ottanta
degli Stolen Cars, prima formazione garage punk con cui
ebbe inizio l’avventura di Anelli, passando attraverso i
Groovers, roost rock con Joe Strummer nel cuore, e arrivando
infine alla maturità di questi ultimi anni, anche con la
scelta di cantare in italiano.
La svolta sonora è stato l’incontro con i Goosebumps Bros.,
collaborazione che già impreziosiva l’interessante Sotto
il cielo di Memphis, ispirato al viaggio americano presso
i leggendari Fame studios di Muscle Shoals in Alabama. Il
contributo della band, attiva anche in proprio e già apprezzata
al fianco di Maurizio Glielmo “Gnola” e Big Daddy Wilson,
prende oggi una strada rock di grande impatto, producendo
la bellezza di sedici brani suddivisi su due dischi, che
sono anche un messaggio dell’uomo e del musicista Anelli:
Dopo tutti questi annie Non disperdetevi.
Uno sforzo produttivo notevole, che prevede anche una versione
del primo album in vinile 10 pollici, oltre a presentare
all'interno della scaletta del gemello Non disperdetevi
tre mix differenti di episodi presenti in Dopo tutti
questi anni, a cominciare dall’omonima, intensa ballata
elettrica introduttiva. Non disperdetevi
ritornerà, infatti, alla fine del viaggio con una più burbera
versione garage beat.
Al di là di queste annotazioni tecniche, quello che convince
è l’animosità del gesto musicale di Anelli con i Goosebumps
e la perfetta simbiosi con i temi delle canzoni: confessioni
dirette, a volte pensate come un grido di battaglia (Genova
duemila e uno, Ricomincio da chi, La tensione
salirà non si ritraggono certo dal messaggio sociale
e politico che ha spesso animato la scrittura di Anelli),
ma anche una presa di coscienza amara dei propri sogni infranti,
eppure da mantenere vivi nella propria esistenza, testimoniando
tutto ciò con le scelte personali. Difficile non cogliere
questa irrequietezza e queste tensioni passando in rassegna
brani come A cantare si resta un po’ soli, Un
coro dentro la mia gola o la stessa Dopo
tutti questi anni, notevole ballata rock dal
timbro stradaiolo.
Le chitarre di Cesare Nolli e dello stesso Michele Anelli
emergono in tutto il loro efficace intreccio, suonano davvero
magnificamente “sporche” e la produzione dall’attitudine
live è uno dei punti a favore del doppio lavoro, mentre
la sezione ritmica formata da Paolo Legramandi e Nik Taccori
scandisce un ritmo serrato figlio dei Clash che incrociavano
dub e rock’n’roll (la pulsante
Come Stai?, Non sono nessuno), così come
del folk rock di Billy Bragg e di quelle tinte soul che
Anelli ei Goosebumps avevano già dimostrato di saper sviluppare
nei precedenti lavori solisti.
Dopo tutti questi anni… Non disperdetevi: ora il messaggio
si può ricomporre in un unico moto di speranza, nella convinzione
che la strada percorsa non sia stata invana.