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2011:
I 50 dischi di RootsHighway | ||
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Deadman Take Your Mat and Walk (Rootsy/ Blue Rose) |
"...con il palpitare di If I Lay Down in The River e il docile dondolio di Till the Morning Comes otteniamo già le coordinate principali di un disco breve, sincero, familiare nel suo disarmante e quindi apprezzabile debito verso un rock americano in cui l'eredità di The Band e Byrds, Creedence e Gram Parsons non si nasconde dietro una presunta nuova frontiera" |
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Warren Haynes Man in Motion (Concord/ Stax) |
"...il risultato è un disco eccellente, incentrato sulle non trascurabili doti di vocalist di Haynes; questo non vuol dire che nel disco manchi la chitarra...ogni brano è arricchito da assoli brillanti ed incisivi con code strumentali jammate, ma è diverso il contesto: il suono è più morbido e ritmato con la batteria in primo piano ed un ruolo primario per le tastiere suonate splendidamente da Neville e McLagan" |
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Kasey Anderson & The Honkies Heart of a Dog (Red River) |
"...Anderson ha resettato tutto, ha defilato il suo ego (come dimostrato dall’intestazione condivisa del disco) e si è messo nelle mani di una nuova band che lo ha catapultato nel sound rinnovato e potenziato, finalmente convincente, in diversi momenti addirittura esaltante che permea l’album" |
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"...una serie di fortunate coincidenze hanno portato Mr. Gelb a reinterpretare alcune sue vecchie canzoni e a scriverne altre nuove in puro stile flamenco, come un vero no man's land in movimento, lasciando inalterate le sue radici ancorate a quel suo suono desertico che è diventato ormai il suo marchio di fabbrica" |
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Anna
Calvi Anna Calvi (Domino) |
"...una sorta di inquietudine che aleggia per tutto il disco, una sorta di florilegio di presagi apocalittici rari da trovare nel disco di una musicista di soli 21 anni. Insomma, tutte le caratteristiche per centrare il bersaglio al primo colpo" |
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Seasick Steve You Can't Teach An Old Dog New Tricks (Play It Again Sam) |
"...oggi il suo lavoro più completo e maturo insieme a Cheap che per impatto ed energia sprigionata non ha ancora eguali nella sua produzione. L'apparente "benzinaio" barbuto sfoggia il suo gran repertorio fatto di pochi accordi suonati con tutta la sua strumentazione, una canzone per ogni chitarra" |
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"...ogni traccia è comunque a sé, molto più originale nelle interpretazioni intessute dalle sole pedal steel o dulcimer aggiunte alla chitarra nell'acustico che non nell'elettrico, rese in quella catarsi blues intrisa tanto nell'ambiente quanto nella registrazione, che lo coglie senza filtri di sorta " |
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"...Titolo paradossale Sing it Loud, perché queste sono canzoni niente affatto tonanti, anzi, è musica che va lentamente in circolo, bussa delicatamente anziché buttare a terra le porte, si insinua piano fino a riempire le stanze" |
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Kurt Vile Smoke Ring for my Halo (Matador) |
"...ormai convertito alle gioie di un suono più pieno di una band, potremmo collocarlo in un'area prossima al compianto Vic Chesnutt, uno che piaceva sia ai conservatori che ai progressisti della musica" |
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"...Several Shades of Why però non ha semplicemente "levato la spina", perché all'andamento pigro e alla voce strozzata che dettano la linea di queste ballate si sono aggiunti spazi, idee, suoni più articolati del previsto" |
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