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inserito
12/12/2005
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Cara vecchia canzone d'autore:
concedetemi questo piccolo sciovolone ad effetto, per descrivere l'interessante
scoperta di Massimiliano Larocca, giovane cantautore toscano che
in questo Il ritorno delle passioni innalza un monumento
all'arte del fare poesia in musica, un "vecchio discorso" che
in pochi si ostinano a portare avanti. Una via artistica ben tracciata,
che Larocca sembra seguire con fedeltą, pur conservando una personale
cifra stilistica. Non insegue mode e modernitą a tutti i costi, sembra
piuttosto scavare nei riverberi della tradizione italiana e non solo:
dentro il suo folk rock ombroso, malinconico, ma a tratti capace di slanci
romantici e luminosi, Larocca svela la sua sensibilità nel descrivere
l'Italia degli emarginati e al tempo stesso le strade polverose che furono
di Woodie Guthrie. Dentro il booklet - molto curato e con tutti i testi
inclusi - citazioni dallo steso Guthrie, da Bob Dylan, Bruce Springsteen,
Pier Paolo Pasolini e Jean Paul Sartre...come dire: poesia e songwriting
sono sue facce della stessa medaglia. Invece di perdersi in raffinatezze
pop d'autore, attivitą prediletta da molti colleghi nazionali, Il ritorno
delle passioni va in cerca di storie, viaggi e facce da raccontare (bellissima
in tal senso Le donne di Carrara) con l'ausilio di una strumentazione
"antica", prettamente elettro-acustica e non priva di soluzioni originali
(violino, flauto, fisarmonica ad arricchire il piatto). 29 anni, un passato
in rock band locali, Larocca ha raccolto un decennio di scrittura, esordendo
nel 2001 con l'emblematico Massimiliano Larocca canta Dino Campana:
poesia, teatro, canzone si intrecciano dunque nella sua opera, commistione
qui ribadita dalla presenza de Il nini muart, versi di Pasolini
musicati dallo stesso Larocca, dalle liriche di 1945, ispirate
da una poesia di Giovanni Falorni, dall'emblematica Il sogno di rimbaud,
episodi che non fanno nulla per nascondere le "passioni" del
nostro. Il disco, pur nelle necessarie e perfettibili inegnuitą di un'opera
prima (o quasi) che ha voglia di giocarsi molte idee, conquista per il
suo essere "fuori tempo", malignamente si potrebbe dire collocato in un
limbo che non faciliterą di certo la conoscenza di Massimiliano Larocca.
Eppure come restare indifferenti, per chi ha saputo elaborare l'enorme
lascito musical-popolare di Fabrizio De Andrč, di fronte al tormentato
folk de I bassi quartieri, all'invettiva sarcastica della Ballata
dell'anonimo sovversivo, alla purezza melodica di L'etica del viandante,
Gli amori dei marinai e La mia libertą. Nota niente affatto
marginale la partecipazione al disco di numerosi amici musicisti, anch'essi
titolari di una propria carriera, tra i quali Andrea
Parodi, Luca Mirti e i Del
Sangre, Gianfilippo Boni (anche produttore del disco),
segno di una comunitą artistica vitale, che ha voglia di aiutarsi a vicenda
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