Una delle chitarre più riconoscibili della scena
blues italiana, Maurizio Gnola Gliemo riprende i fili della propria
carriera, questa volta dandogli un’intestazione “solista” (ma non c’è
da preoccuparsi, la Gnola Blues Band è sempre presente, sotto mentite
spoglie). Quest’ultima si era interrotta sei anni fa con Down
the Line, disco di studio che sembrava mettere un punto fermo
sulla sua maturazione di musicista. Verrebbe da dire che Beggars
and Liars ne rappresenti la logica evoluzione, seguendo un percorso
che dalle solide radici, quelle che affondano nelle regole delle dodici
battute, si è sempre di più arricchito di tutti gli umori sprigionati
dall’american music, quella amata e suonata con profonda conoscenza
da Gnola, oggi più che mai affidabile e sicuro anche nell’interpretazione
vocale.
Il feeling che restituisce questo nuovo lavoro discografico è quello
tipico di una musica roots d’autore che si anima di profumi sudisti,
tenendosi in equilibrio tra elettrico e acustico, tra bollenti chitarre
slide e toni più pacati (una Something is Changing dalle morbide
gradazioni alla Mark Knopfler), e proponendo spesso uno swamp rock imbevuto
di tradizione blues e soul (Ain’t Got No Place
To Go, Evil Eye, Stay
With Me, la galoppante Judgement Day, inseguita dallo spirito
di JJ Cale). Non a caso in scaletta compaiono anche due brani altrui,
che sono infine la controprova del viaggio musicale affrontato: la misconosciuta
Baby’s Gonna Kick di John Hiatt (dall’album Terms of My Surrender),
artista sempre molto amato da Gnola, e il piccolo classico del southern
soul You Left the Water Running (a firma Dan Penn e Rick Hall,
cuore dei Fame studios).
Il team artistico formato con Cesare Nolli (indispensabile spalla, seconda
chitarra, spesso anche batteria, e persino voce solista in Always
Been There) e Paolo Legramandi (basso, cori) è ormai consolidato,
tanto da creare un sound riconoscibile, mentre la sezione ritmica mette
in circolo un groove classico e moderno al tempo stesso, con un occhio
alle lezioni contemporanee dei Black Keys e uno alla tradizione del
Delta. Completato dai ricami del collaboratore storico Roger Mugnaini
al piano, dalla batteria dell’ultimo arrivato Nik Taccori e dai camei
degli amici Jimmy Ragazzon (Mandolin’ Brothers) all’armonica, che scrive
in coppia con Gnola il brano No Way Outta Here,
ed Edward Abbiati alla voce (suo il testo di I Got Hurt, che
arriva dal suo disco solista Beat
the Night), Beggars and Liars è esattamente il disco
che ci aspettavamo in questo momento da Maurizio Gnola Gliemo, ovvero
sia la conferma di una maggiore attenzione per l’anima del songwriting,
mettendo le chitarre e la tecnica al servizio delle canzoni e degli
arrangiamenti migliori per esaltarle.