Samuel
David Moore (12
ottobre 1935 - 10 gennaio 2025)
Definito dal critico Dave Marsh,
co-autore di Sam & Dave - An Oral History (1997),
come “il più grande cantante soul”, Sam Moore
ci ha lasciati il 10 gennaio all’età di ottantanove
anni.
Nato a Miami nel 1935, è ricordato dai più per
aver fatto parte, insieme al georgiano Dave Prater
(1937 - 1988), del duo Sam & Dave per almeno venti
anni, dal 1961 al 1981. Moore (il cognome, acquisito
dopo il divorzio dei genitori, è quello del patrigno,
essendo Hicks l’originario) si appassiona prestissimo
alla musica; classicamente muove i primi passi
nel gospel, bagaglio che porterà sempre con sé.
Da ragazzo viene attratto dal rhythm and blues
e non manca di militare in uno dei tanti gruppi
doo-wop, genere che va impazzando negli anni Cinquanta.
Diviene quindi cantante solista dei Majestics,
formazione di Miami con i quali realizza un singolo
nel 1956, l’ottima ballad Nitey Nite per
la piccola etichetta Marlin, di proprietà del
talent-scout Henry Stone; parimenti seguita a
prodursi in diversi complessi gospel, tra cui
i Gales.
La notorietà, come detto, arriva all’alba dei
Sessanta, quando da vita alla sigla Sam & Dave.
Grazie ai buoni uffici proprio di Stone, i due
riescono a incidere almeno quattro singoli per
la Roulette tra il 1962 e il 1964, anno della
firma per l’Atlantic. Da lì una serie di
successi entrati di diritto nella storia del soul,
dall’iniziale You Don’t Know Like I Know del
’65, alle celeberrime Hold On! I’m Comin’,
Soul Man, la splendida ballad When Something
Is Wrong With My Baby, I Thank You o
Soothe Me (in origine di Sam Cooke). Quello
tra il 1965 e il 1968 è un periodo magico per
il duo (tenore e baritono rispettivamente) e per
il loro dirompente soul di marca Stax, soul che
risente della lezione del gospel, realizzato con
i migliori musicisti degli studi di Memphis (Booker
T. & the M.G.’s e Memphis Horns) e molto apprezzato
anche in Europa (celebre il cartellone della Stax/Volt
Revue del 1967).
La coppia, definita Double Dynamite, dal
titolo dell’album del ’66, seguita per tutti i
Settanta. Dopo lo scioglimento (Prater seguiterà
per breve tempo con Sam Daniels) Moore intraprende
una carriera solista, in parte ostacolato dai
fasti del passato (“tutti vogliono Sam & Dave”),
riuscendo comunque a mantenere buoni livelli di
attività Si esibisce spesso in Europa insieme
ad altri artisti, tra cui Wilson Pickett, Eddy
Floyd, Carla Thomas, a testimonianza della popolarità
di cui il soul beneficia nel vecchio continente
(nel 1990 è nel palinsesto del nostrano Festival
di Porretta). Oltre a ciò, gode del ritorno in
auge del vecchio hit Soul Man grazie ai
Blues Brothers (così tanto da registrarlo di nuovo
insieme a Lou Reed nel 1986), della partecipazione
al sequel, dell’induzione nella Rock & Roll Hall
Of Fame (1992) e delle innumerevoli cover dei
suoi brani storici, spesso utilizzati in film
o jingle pubblicitari.
Il popolo del rock lo ha sempre adorato e non
perde occasione per manifestare il proprio rispetto,
basta guardare la lista di partecipanti all’album
Overnight Sensational del 2006, da Sting
a Bob Jovi, a Eric Clapton a Bruce Springsteen,
il più fervente. "The boss", che già
lo aveva convocato per l'album Human Touch
del 1992, ricambia il favore e lo invita in occasione
del suo disco di cover del 2022, Only
The Strong Survive. È uno degli ultimi impegni
del grande cantante che comunque non manca, nel
2023, di intonare la toccante The Blues Man
al Von Braun Center di Huntsville, Alabama
in occasione di un concerto - tributo a George
Jones.