Galeotta fu
la canzone Little Big Horn quella sera a Clarksdale,
dove risiede Bill Homans, che poi su e giù dal palco, lo conosciamo
di più come lo “Smilzo delle angurie”, Watermelon Slim.
Ha finito per restarci, in Mississippi, nei dintorni laddove
la statale 61 incrocia la 49 e qualche testa-fina ci ha fiutato
odor di verdoni a piazzarci turisticamente il fatidico “crocicchio”,
dove dicono che il vecchio bluesman Robert Johnson vendette
l’anima al diavolo. Chissà mai dove sia davvero quel posto,
di certo la crociata per restaurare la sua tomba (una, delle
tombe..) alla Little Zion Church nei pressi di Greenwood,
MS, potrebbe essere uno dei motivi che ha fatto passare di
là un altro “scappato di casa” come Rob Robinson, in arte
l’ “Ubriaco pesante”, dicesi Heavy Drunk assieme a
tutta la sua accozzaglia di cucinieri di blues & soul-food,
a braccetto come il sodalizio tra lui e Anguria in questo
disco.
Perché, così racconta il barbuto Robinson, il settantacinquenne
e veterano del Vietnam Mr. Homans l’aveva sentito che faceva
il pezzo di cui sopra, mai registrato, e l’ha invitato a inciderlo
nel mentre che anche un tour in UK l’anno scorso li ha coinvolti
a collaborare dal vivo in The Mississippi Delta Blues Experience
2024 e l’approdo a quest’album giunge di nuovo insieme,
a poche settimane dall’inizio di questo 2025. Eccoli allora,
Drunkie & The Slim, che a vederli sembran fatti l’uno per
l’altro, la vicenda di Robinson altrettanto curiosa, lui che
giù dal palco è il proprietario dello storico Puckett’s Grocery
and Restaurant a Leiper’s Fork, Tennessee, quarantacinque
minuti a sud di Nashville, e tra barbecues a fuoco lento e
piatti tipici del ristorante, fin da piccolo ha imparato i
blues. A ottobre 2023 aveva persino inaugurato una raccolta
fondi per mantenere la Little Zion Church, appunto, con la
tomba del leggendario “padre del Blues” di poc’anzi e non
potevamo che ritrovarceli a guida di quest’ipotetico Bluesland
Theme Park, che già il nome è tutto un programma.
Ma non aspettatevi un blues “mississippiano”, “deltatico”:
il lavoro dei due vira piuttosto a tratti r&b che la band
di Drunkie gestisce che è un piacere, come fossero dietro
il bancone alle portate più speziate. Così la festa comincia
con la traccia omonima del titolo; ci piace poi dire di quella
“famosa” Little Big Horn
da cui è partito tutto, e ce la canta finalmente per inciso
Watermelon, a replicarcela in acustico più avanti, come gli
è più congeniale nelle serate che volgono al termine, la band
ormai giù dal palco. E come non potrebbe essere meno blues
quella frase: - “ho avuto delle bottiglie/ e ho avuto delle
donne/ ma le bottiglie si svuotano/e le donne si allontanano”
-; tanto quanto eleva lo spirito il verso che richiama ancora
il mito della Little Zion Church, e con
Church Bells (Little Zion) dice, appunto: -“le
campane della chiesa suonano nel Delta/ guidano le anime perse
attraverso la notte” -.
Sono proprio lì, i sapori che condiscono il piatto, e come
nella miglior tradizione del Sud, un cospicuo mondo si muove
d’intorno, tanto blues quanto il film che è poi il romanzo
di Fannie Flagg “Pomodori Verdi Fritti al Caffè di Whistle
Stop” e così anche l’orchestrale combinazione, più tipica
del rhythm & blues, che vede muoversi attorno a Heavy Drunk
la collaborazione di un carrozzone con poco meno di una ventina
di musicisti, tra il Dial Back Sound di Water Valley, in Mississippi,
e il Blazer Studio a Leiper’s Fork, Tennesse. Nel lotto poi,
spiccano un manifesto dello sdentato Slim, la stradaiola
Road Food & Cheap Motel (e non poteva essere altrimenti);
sicché altrettanto piaccia segnalare la splendida ballad
You Make Me Want To come a un “Ballo in Canto Sotto
il Mare”.
Bella coppia, Heavy Drunk & Watermelon Slim: benvenuti al
Bluesland Theme Park allora, e buon divertimento!