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1995
Giant Sand
 Glum (Imago 1995)

Disco poco amato dai puristi dei Giant Sand di Howe Gelb, forse perché considerato troppo convenzionalmente "rock", ma è anche quello che contiene le loro canzoni migliori. Country cosmico, desertico, lunare, psichedelico e visionario, con la pioggia che sferza incessantemente e i crotali a sibilare in sottofondo. Chitarre velvettiane a braccetto con una sezione ritmica che sbuffa uno strano idioma messico-americano, cori di bambini, la produzione "ambientale" di Malcolm Burn e il dobro di Rainer Ptacek suggellati da una sghemba rilettura dell'Hank Williams di I'm So Lonesome I Could Cry cantata dal cowboy Pappy Allen, scomparso durante le registrazioni. (GC)

Sounds like >> Walkabouts  New West Motel (Glitterhouse 1993)

 

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1995
Palace
 Viva Last Blues (Drag City 1995)

Country music per una nuova generazione di indie rockers, crescuti secondo le regole della bassa fedeltà e della malinconia più opprimente. Nelle diverse incarnazioni (Palace Music, Palace Brothers o semplicemente Palace), la musica di Will Oldham si aggancia più che mai al treno della tradizione in Viva Last Blues. E' il disco più articolato e vivace (si fa per dire...) del suo primo scorcio di carriera. Con l'apertura alle collaborazioni di Jason Loewenstein e del fratello Ned, Viva Last Blues è solo in superficie meno straziante dei lavori che lo hanno preceduto, conserva comunque il lamento della migliore folk music. (FC)

Sounds like >> Silver Jews  American Water (Drag City 1998)

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1995
Charlie Sexton
 Under the Wishing Tree (MCA 1995)

Una promessa caduta nel vuoto, una fiammata improvvisa che lascia l'amaro in bocca per l'estenuante attesa di un seguito: la carriera di un talento predestinato, Charlie Sexton, non decolla nonostante un disco denso e stratificato, che per la prima volta mette ordine nelle influenze dell'autore prima che dell'apprezzato chitarrista. Sexton baratta la sua fama di guitar hero, giovane virgulto che sembrava votato ad una carriera nel mainstream rock, per la profondità del songwriting: ed è un rock epico e polveroso, che odora di frontiera e miscela gli U2 di Joshua Tree con il roots rock di Joe Ely e James McMurtry. (ES)

Sounds like >> Michael McDermott  Michael McDermott (Capitol 1996)

 

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1995
Emmylou Harris
 Wrecking Ball (Asylum 1995)

Facile eppure inevitabile accostare questa "rinascita" artistica di Emmylou Harris alla figura di Daniel Lanois: è la sua mano produttiva infatti che marchia a fuoco un disco che sorpassa e doppia la stagnante carriera di una stella di Nashville, in passato capace di ben altre interpretazioni. messo in disparte il country edulcorato, di cui Emmylou Harris è diventata un imbarazzante simbolo, Wrecking Ball è una raccolta di canzoni che vanno oltre la tradizione, dentro e fuori il pop e il rock d'autore, in una prospettiva altempo stesso antica e moderna. Merito di una voce strepitosa e di un repertorio (Steve earle, Bob Dylan, Lucinda Williams e Gillian Welch tra gli altri) scelto con estrema intelligenza (FC)

Sounds like >> Nancy Griffith  Other Voices, Other Room (Elektra 1993)

 

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1995
Son Volt
 Trace (Reprise 1995)

Trace, tracce di un'America rurale e defilata che Jay Farrar continua caparbiamente a raccontare, inchiodato all'idea di un rock proletario e provinciale. L'esordio dei Son Volt inizia esattamente dove gli Uncle Tupelo avevano chiuso la loro avventura: ruvido country-rock tra rasoiate elettriche e malinconiche ballate di frontiera (Tear Stained Eye, commovente), una pedal steel che fa a pugni con il feedback degli amplificatori ed una voce pigra e triste come le storie di piatta quotidianità che racconta. Anche per questo sono stati essenziali (FC)

Sounds like >> Wagon  Anniversary (Glitterhouse 1997)

 

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1995
Terrell
 Angry Southern Gentleman (Point Black/ Virgin 1995)

Terrell usciva nel 1995 con Angry Southern Gentleman in pieno south revival, Amorica e Brand New Bag sono dell'anno prima, e dava prova al debutto di avere tutti i numeri per essere un artista importante. Voce calda, rock-blues onirico e violento, spruzzato di soul, e la visione lucida di un sud primitivo ed ancestrale vividamente descritto in una serie di brani che somigliano ai capitoli di una discesa all'inferno sono gli ingredienti vincenti di un debutto superbo che sta a metà strada fra una cattedrale battista e la torbida vertigine di un sabba. (MS)

Sounds like >> Anders Osborne  Which Way to Here (Okeh 1996)

 

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1996
Vic Chesnutt
 About To Chocke (Capitol 1996)

Divenuto oggetto di attenzioni speciali grazie al disco tributo Sweet Relief e alle spinte promozionali di Michael Stipe, Vic Chesnutt si guadagna un posto al sole con il suo esordio per la Capitol, guarda caso rimasto isolato. Se qualcuno pensava infatti di addomesticare la sua musica, si sbagliava di grosso: forse più accessibile e certamente più curato dei suoi predecessori, About to Chocke resta un capolavoro di folk rock scuro e tormentato come al solito, l'opera di un songwriter obliquo, stridente nella voce quanto, se non di più, in una musica mai troppo accomodante (FC)

Sounds like >> Damien Jurado  Rehearsals For Departure (Sub Pop 1999)

 

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1996
Phil Cody
 The Sons of The Intemperance Offering (Interscope 1996)

The Sons of Intemperance Offering proietta d'un colpo Phil Cody nell'olimpo del cantautorato americano. Si tratta d'un disco dolce e perfetto, una miscellanea di squisite love ballads e scintillanti folk-rock che brillano come fermagli di diamante in un astuccio di velluto blu. Forte di un talento straordinario, Phil Cody cesella gioielli preziosi come l'amara The loneliest girl in the World o la galoppata selvaggia di Halfway Blown "consegnando" un'opera forse irripetibile per freschezza compositiva e fantasia d'espressione. Capolavoro. (MS)

Sounds like >> Dan Bern  Fifty Eggs (Work 1998)

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1996
Pete Droge
 Find a Door (American 1996)

Find A Door è il secondo capitolo della carriera di Pete Droge, musicista del Sud cresciuto a pane e Tom Petty. Con i Sinners, e grazie alla produzione di Brendan O'Brien, Pete arricchisce il proprio book di ottime composizioni, scritte goliardicamente eppure incise in modo ineccepibile. Il lavoro del produttore conduce in una direzione decisamente più commerciale, rispetto a quanto proposto da alcuni colleghi del tempo. Un aspetto tuttavia facilmente superabile, data la brillantezza dei suoni (più di tutto delle chitarre): Pete conferma di essere principalmente un artista fortemente legato al rock and roll più genuino. In Mr. Jade, Dear Diane e Wolfgang, Pete si pone proprio con il giusto piglio. (CL)

Sounds like >> Todd Thibaud  Favorite Waste of Time (Blue Rose 1998)

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1996
Alejandro Escovedo
 With These Hands (Rykodisc 1996)

With These Hands non è soltanto il miglior disco di Alejandro Escovedo, anche se già questo potrebbe bastare. E' stato anche un album che, all'alba del 1996, intuiva percorsi sonori complessi e articolati all'intero di un songwriting già eccellente, capace di sintetizzare ballate e rock'n'roll, chitarre elettriche e archi, con un tatto e un'abilità più uniche che rare. Una sottile linea di comunicazione tra l'eccentricità e le radici, due estremi del rock'n'roll che difficilmente sono riusciti a comunicare così compiutamente (MD)

Sounds like >> Jon Dee Graham  Escape from Monster Island (Freedom 1997)

 



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