1997 |
Greg
Brown | Slant
Six Mind (Red House 1997) | |
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Il tredicesimo album di Greg Brown è forse assieme
al successivo Covenant il suo migliore. I boschi, il sibilare del vento, capanne
e radure, gli inverni dell'Iowa, gli sterpi e i sentieri sassosi; una voce aspramente
dylaniana che intona un folk-blues scabro, graffiante, nervoso; un songwriter
di razza che canta del leggendario bluesman Robert Johnson (Dusty Woods)
come di amori andati a male (Whatever It Was) con la stessa violenta e
sanguigna intensità. La slide oceanica di Kelly Joe Phelps e la sei corde
scheletrica di Bo Ramsey aumentano il fascino sinistro e laconico delle
composizioni, che trovano il loro culmine nel tour de force spettrale e spiritato
di Billy From The Hills. (GC) Sounds
like >> Malcolm Holcombe Hundred Miles (Hip-O
1999) | --------------------------------------------------------------------------------
1997 |
Bob Dylan | Time
out of Mind (Columbia 1997) | |
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Le ultime tracce del Dylan cantautore risalivano ad Under
The Red Sky. Time Out Of Mind, prodotto da Daniel Lanois, contribuì
a rinvigorire gli anni novanta di Dylan. Il disco è un concentrato di splendide
composizioni dal punto di vista lirico e un melting-pot musicale che fa confluire
il rockabilly (Dirt Road Blues), il blues (Million Dollar Miles
e 'Til I Fell In Love With You, Love Sick) e un inedito stile ballad
dai toni sofferenti, caratterizzante i passaggi più profondi del disco (Standing
In The Doorway, Not Dark Yet e Make You Feel My Love). Da segnalare
che, per l'occasione, Daniel Lanois chiamò al cospetto di Dylan musicisti
di rilievo come Duke Robillard, Jim Keltner e Jim Dickinson (CL) Sounds
like >> Tom Ovans Industrial Days (Nebula
1991) |
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1997 |
Steve
Earle | El
Corazon (E Squared 1997) | |
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Uscito definitivamente da una odissea umana che lo aveva portato
sul'orlo della completa auto-istruzione, Steve Earle non solo ha risalito
la china con pazienza, ma si permette ormai di dettare le regole del classico
rock americano: El Corazon è il terzo capolavoro di seguito
e in realtà la sublimazione di un'intera carriera, un disco che insegna
il verbo roots rock ai molti giovani discepoli, mettendo in fila le radici del
musicista e il suo passato, per osare anche qualche apertura al futuro. Fondamentale,
non ci sono dubbi (FC) Sounds
like >> V-Roys All About Town (E Squared 1998) |
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1997 |
John
Fogerty | Blue
Moon Swamp (Warner 1997) | |
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Si prende tutto il tempo dovuto, può darsi scarseggi anche di
ispirazione, ma quando si riaffaccia non manca mai di fare centro: Blue
Moon Swamp riaccende la luce su John Fogerty dopo un decennio di
ritiro dalle scene. I suoi anni novanta sono uguali al '69 o giù di li: lo stile
non cambia di una virgola e noi siamo contenti per lui. Blue Moon Swamp non è
il suo capolavoro, ma un disco degno della sua fama, denso di sapori swamp sudisti,
di blues e gospel, di rock da strada e la voce non ha perso un briciolo della
forza che ha segnato l'epopea dei Creedence (DA) Sounds
like >> Kevin Gordon Cadillac Jack's #1 son (Shanacie
1998) |
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1997 |
Chris
Knight | Chris
Knight (Decca 1997) | |
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Una produzione deluxe in quel di Nashville non riesce a piegare
lo spirito rurale e proletario di Chris Knight, un figlioccio del Midwest
che ha imparato a scrivere della sua terra con toni drammatici ed una predilezione
per i luoghi marginali del sogno americano. Un po' John Mellencamp, un po' Steve
Earle, nelle sue vene scorre un country rock sanguigno e poco accomodante, che
lo rende uno dei giovani autori più attenti alla tradizione dello storyteller.
Questo strepitoso esordio contiene già tutte le sue tematiche più care e una manciata
di ballate sostanziose (FC) Sounds
like >> Jack Ingram Livin' or Dyin' (Rising Tide
1997) |
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1997 |
James
McMurtry | It
Had To Happen (Sugar Hill 1997) | |
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James McMurtry è un cantautore e chitarrista di Forth
Worth (Texas) dalla poca visibilità, ma dalle indubbie doti. Mai sopra le righe,
mai lezioso, James è una rivelazione di John Mellencamp, colui che produsse il
suo disco d'esordio. It Had To Happen, il suo quarto lavoro, è forse
il migliore degli anni '90: nelle dieci tracce che lo compongono, James palesa
le ottime doti descrittive tramandategli dal padre, nonché scrittore, Larry. Col
supporto di una serie di musicisti diligenti e grazie alla propria voce corposa,
ecco che James estrae dal cilindro gemme rock del calibro di Peter Pan
e Sixty Acres, assieme alle ballate interminabili dall'elevato spessore
No More Buffalo e 12 O' Clock Whistle. (CL) Sounds
like >> Ray Wylie Hubbard Dangerous Spirit (Philo
1997) |
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1997 |
Old 97's | Too
Far to Care (Elektra 1997) | |
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Una delle band più frizzanti che il movimento alternative-country
abbia conosciuto. La definizione di country-punkers per eccellenza agli Old
97's non dovrebbe spiacere, perchè rispecchia in pieno l'irruenza del loro
rock'n'roll spedito e fracassone, dove lo spirito di Hank Williams va a braccetto
con ritmiche fulminanti e chitarroni al limite dell'hard-rock, senza mai tralasciare
la melodia. Una boccata d'aria fresca e rigenerante per come hanno saputo rivitalizzare
le più classiche forme dell'american music (FC) Sounds
like >> Slobberbone Barrel Chested (Doolittle
1997) |
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1997 |
Matthew
Ryan | May
Day (A&M 1997) | |
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Rock d'autore si diceva un tempo, e vale ancora oggi, soprattutto
per gente della stoffa di Matthew Ryan. Una maturità sorprendente per un
ragazzo all'esordio, che paga il giusto tributo a Dylan e Springsteen, ma non
si dimentica il punk dei Clash e dei Replacements. Un clima malinconico, desolato,
ballate spigolose e rock affilati come una lama: l'urgenza espressiva che attraversa
May Day può essere vista come un simbolo di quel giovane fermento
cantautorale che da sempre anima la provincia americana e che negli anni novanta
ha dato vita a numerosi debutti folgoranti (FC) Sounds
like >> Josh Rouse Dressed Up like Nebraska (Slow
River 1998) | --------------------------------------------------------------------------------
1997 |
Sixteen
Horsepower | Low
Estate (A&M 1997) | |
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Torbido e nervoso rock'n'roll impastato di country sbilenco e
letteratura sudista: dopo un esordio altrettanto leggenadrio, il volto gotico
del nuovo roots provinciale elegge i suoi indiscussi paladini, i Sixteen Horsepower
di David Eugene Edwards. Un suono cupo e malato, una voce straziata e storie che
recuperano la tradizione delle muder ballads, tra religione, peccato e voodoo:
non c'è salvezza però, il diavolo è dietro l'angolo. Come se i Gun Club e Nick
Cave si ritrovassero a jammare in una bettola del Sud (FC) Sounds
like >> Old Joe Clarks Town of Ten (Checkered
Past 1997) | --------------------------------------------------------------------------------
1997 |
Whiskeytown | Stranger's
Almanac (Outpost/Geffen 1997) | |
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Il nuovo corso dell'alternative country in un disco che ne amplifica
tutte le potenzialità per gli anni a venire: i Whiskeytown di un giovane
e scalpitante Ryan Adams macinano un rock provinciale e mainstream al tempo
stesso, in cui tradizione e modernità si fondono alla perfezione in ballate dai
toni dimessi, crepuscolari, desolate come i luoghi da cui provengono. Magicamente
orchestrate intorno al suono scarno di una chitarra acustica e di qualche elettrica
tagliente: la più fulgida e breve promessa della rivoluzione roots americana degli
anni novanta (FC) Sounds
like >> Farmer Not So John Receiver (Compass
1998) | |