1999 |
Bonnie
Prince Billy | I
See a Darkness (Palace 1999) | |
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E' servita forse la consacrazione di Johnny Cash, nella personale
interpretazione che diede di I See a Darkness, per constatare definitivamente
la statura di classico di Will Oldham, alias Bonnie Prince Billy. Cresciuto
nel letto dell'indie-ock americano, fautore di folk a bassa fedeltà che
nei Palace Brothers ha conosciuto il suo apice, nella versione solista insegue
un forma più complessa di songwriting, mantenendo peraltro quella natura
di cronica malinconia. La stessa che pervade questo straziante capolavoro di moderno
folk rock, tra la mestosità di Leonard Cohen e lo speen della sua generazione
(FC) Sounds
like >> Hayden Everything I Long For (Outpost
1996) | --------------------------------------------------------------------------------
1999 |
Bocephus
King | A
Small Good Thing (New West 1999) | |
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Un fulmine a ciel sereno il secondo lavoro del canadese Bocephus
King: qui non si tratta tanto di rompere barriere stilistiche, quanto della
capacità di condensare in una manciata di ballate il meglio della canzone
d'autore nord-americana degli ultimi trent'anni. Metà lupo mannaro alla
Tom Waits, ma quello più folk degli esordi, metà songwriter tradizionalista,
Bocephus King riassume in A Small Good Thing la poesia della strada,
un vagabondo a suon di rock, ululati blues e morbide concessioni country-soul.
Mai più su questi livelli, purtroppo (DA) Sounds
like >> Victor Mecyssne Hush Money (Sweetfish
1998) | --------------------------------------------------------------------------------
1999 |
Ramsay
Midwood | Shoot
Out at The Ok Chinese Restaurant (Glitterhouse 1999) |
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Un disco scarno e scalcinato come pochi, country rock rurale
dalle inflessioni sudiste e dall'aria bluesy, tra le paludi della Louisiana, il
bayou di John Fogerty, le chitarre di J.J.Cale ed il country-blues di Mississippi
John Hurt. Ramsay Midwood sviluppa il suo lamento blues con una voce sgraziata
e malconcia, riempiendo l'atmosfera con originali storie sui lamenti degli alligatori
(Alligator's Lament) e su strane erbe in crescita (Grass'll grow).
Poco più di mezz'ora di musica - roba davvero anacronistica - e non un solo minuto
sprecato (FC) Sounds
like >> Johnny Dowd Wrong Side of Memphis (Checkered
Past 1996) | --------------------------------------------------------------------------------
1999 |
Buddy
Miller | Cruel
Moon (Hightone 1999) | |
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Dopo anni di oscuro lavoro alle spalle dei grandi nomi
dell'altra Nashville, da Steve Earle a Emmylou Harris, Buddy Miller trova
il tempo di dedicarsi alle sue canzoni e fa benissimo se i risultati sono quelli
incisi su Cruel Moon, il disco della sua consacrazione in ambito
Americana. Gli esordi sono più fedeli alla tradizione honky tonk, mentre in Cruel
Moon esce allo scoperto un chitarrista e songwriter dalle grandi potenzialità:
country rock con una vena soul nella voce, peraltro bellissima, ed un repertorio
che le star nashvilliane nemmeno si sognano di saper scrivere (DA) Sounds
like >> Greg Trooper Noises in the Hallway (Many
1996) | --------------------------------------------------------------------------------
1999 |
Mike
Ness | Cheating
at Solitaire (Time Bomb 1999) | |
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L'ultimo dei ribelli senza causa, il Marlon Brando del punk rock
californiano, tra patrie galere e storie di droga, nasconde da sempre un animo
"tradizionalista", che nei dischi con i Social Distiortion si
fa largo con parsimonia. Cheating at Solitaire lo mette a nudo:
è un personale omaggio alla musica della sua formazione, country rock e
blues che ribollono sotto le fiamme di chitarre al vetriolo ed quella voce ruvida
e minacciosa che rende Mike Ness unodegli ultimi "romantici" del rock'n'roll
(FC) Sounds
like >> Social Distortion White Light, White Heat,
White Trash (Epic 1996) |
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1999 |
Tom Petty | Echo
(Warner 1999) | |
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Molti gli preferiscono la maturità intimista e filo-roots di
Wildflowers (1994), ma è il successivo Echo l'album degli anni '90
con cui Tom Petty e i suoi Spezzacuori sono riusciti a rinverdire i fasti
del loro glorioso sound di fine '70, aggiornandolo e traghettandolo attraverso
una nuova epoca. Echo è un album di rock'n'roll sporco e febbricitante, dove il
tipico gusto melodico mutuato da Byrds e Beatles si sposa alla furibonda tempesta
elettrica dei Nirvana. E questo non lo dico io ma lo stesso Petty, che sarà ora
di inserire in pianta stabile tra i migliori rock-writers degli ultimi trent'anni:
Echo e il più vetusto Damn The Torpedoes (1979) sono i massimi capolavori di una
carriera pressoché impeccabile. (GC) Sounds
like >> Counting Crows This Desert Life (Geffen
1999) | --------------------------------------------------------------------------------
1999 |
Kelly
Joe Phelps | Shine
Eyed Mister Zen (Rykodisc 1999) | |
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Il suo miglior disco prima della svolta elettrica: sul fingerpicking
di Kelly Joe Phelps e sulla sua poliedrica visione delle canzoni è diffcile
disquisire. Le sue ballate acustiche, dolci e crepuscolari, qui sono ai massimi
livelli a partire da River Rat Jimmy. Un talento cristallino che proprio con Shine
Eyed Mister Zen ha trovato, almeno nella versione unplugged, la sua dimensione
più importante. Resta da definirsi il futuro, dopo la complessa varietà di Sky
Like A Broken Clock e Slingshot Professionals (peraltro due dischi bellissimi),
ma dovesse trovare in versione elettrica lo stesso, elevatissimo standard di Shine
Eyed Mister Zen ci sfuggirebbe un'altra volta la parola capolavoro. (MD) Sounds
like >> Catfish Keith Pony Run (Fish Tail 1999) |
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1999 |
Anders
Osborne | Living
Room (Shanachie 1999) | |
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Living Room è la fiaba di Anders Osborne:
narra di un ragazzo svedese che va a vivere a New Orleans, diventando uno stregone
bianco del blues. In un autentico masterpiece che miscela rock, funk, soul e delta
blues, Osborne colleziona formule sonore geniali e spiazzanti, evidenziando un
gusto compositivo assolutamente originale che lo porta a firmare una sinfonia
fantastica fatta di filastrocche blues umide e pagane (Boxes, Bills and Pain)
deliri abbaglianti come i riflessi sugli ottoni di Greasy Money, sarabande
febbricitanti e tarantolate che somigliano ad una processione di spettri danzanti,
Ya ya. Da avere: Osborne è il Berlioz del blues. (MS) Sounds
like >> A.J. Croce That's Me in The Bar (A&M
1993) | --------------------------------------------------------------------------------
1999 |
Paul
Westerberg | Suicaine
Gratifaction (Capitol 1999) | |
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Metà irrequieto rocker dalla melodia facile e dalle chitarre
sciolte, metà songwriter incupito e romantico crooner da ore tarde, Westerberg
scende a patti con le diverse anime della sua scrittura, mettendo a segno il suo
disco più incompreso e al tempo stesso più maturo per la sua complessità.
Suicaine Gratifaction gioca nel titolo bizzarro con i demoni del
passato, ma cerca rifugio nelle certezze del presente. Zeppo soprattutto di ballate
da lacrime agli occhi: dolcezza e ruvida elettricità, folk d'autore e pop rock
d'assalto (FC) Sounds
like >> Mark Eitzel 60 Watt Silver Lining (Virgin
1996) | --------------------------------------------------------------------------------
1999 |
Tom Waits | Mule
Varitions (Anti/ Epitaph 1999) | |
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Mule Variatons è uno dei più straordinari dischi
di Tom Waits. Niente di nuovo, per carità, ma quanta poesia fra le falde
ampie del mantello notturno del vecchio Tom. Ballate come lame sanguinanti al
cuore, canti noir che digrignano i denti bianchi fra le labbra viola di strade
spergiure, una voce che sussurra volgare e lubrica oppure grida come la carne
straziata di un sacrificio umano. Jazz-blues vampiresco ed infernale che si gingilla
nel soul fra cucchiai d'argento, criminali da due soldi e cani neri. Romanticismo
puro di un Werther dilaniato e commovente (MS) Sounds
like >> Chuck E.Weiss Extremely Cool (Slow River/Ryko
1999) | |