1973 |
Allman
Brothers Band | Brothers
and Sisters [Capricorn] | |
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La miscela di country, blues, jazz e rock'n'roll confluita nell'invenzione
del southern senza retorica della band dei fratelli Allman resiste anche all'indomani
della tragica dipartita di Duane, per un incidente in moto, nel '71. La sorte
che sembra presagire una maledizione per i gruppi "sudisti" porterà via anche
il bassista Berry Oakley l'anno dopo, ma i lavori in corso per Brothers
And Sisters vedranno ugualmente luce nell'agosto del '73, segnandone la
necessaria svolta sonora. Più orientato al country, nelle mani di Greg Allman
e Richard Betts, il disco avrà nelle composizioni di quest'ultimo (come Ramblin'Man,
Jessica o Pony Boy)
il punto di forza, non fermando la grande carovana musicale della "famiglia" Allman.
(MF)
http://www.youtube.com/watch?v=WfM6nRVBvGs
(Video) Take
#2, prova anche: Eat a Peach
(Capricorn 1972) | -.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
1973 |
Billy
Joe Shaver | Old
Five And Dimers Like Me [Monument] | |
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Nel 1973 il caldo vento del Sud soffiava tutto a favore di Billy
Joe Shaver. Entrò come un lampo a ciel sereno nella scena country aggiornando
il genere con questo ispiratissimo esordio e quasi contemporaneamente con l'uscita
di Honky Tonk Heroes di Waylon Jennings, un album pieno di sue canzoni, contribuendo
a creare il genere Outlaw. Billy Joe non è solo il capostipite dell'outlaw country
ma anche un onesto grande american songwriter, i cui testi sono farciti di sincera
e semplice poesia sull'America profonda, sull'amore come l'anthem Black
Rose, sulla ricerca della redenzione eterna come Jesus
Christ What a Man. Soprattutto qui troviamo grandi classici country
ripresi da un'infinità di artisti come Low Down Freedom, Willy The Wandering
Gipsy and Me, Bottom Dollar e la stupenda titletrack. Billy Joe sarai
sempre tu il vero honky tonk hero. (EM)
http://www.youtube.com/watch?v=GdYzVFClHyg
(Video) Take
#2, prova anche: When I Get MY Wings
(Capricorn 1976) |
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1973 |
Bobby
Bare | Sings
Lullabys, Legends And Lies [RCA] | |
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Una delle voci più singolari della Nashville country degli anni
'60, nonostante i grandi successi anche in ambito folk e pop, Bobby Bare
è sempre stato un interprete sensibile al lato più "progressista" del genere,
dando spazio ad autori sconosciuti. Sings Lullabys, Legends And Lies
segna il suo ritorno alla RCA e inaugura una seconda giovinezza dell'artista,
che nel decennio abbraccia in buona parte il suono degli outlaws texani e il country
rock più verace. L'album è una raccolta ironica e pungente di miti e leggende
americane, compreso il singolo Marie Laveau,
scritte con la collaborazione della penna sarcastica di Shel Silverstein, già
al fianco di Johnny Cash. Il connubio produce il disco più singolare della sua
carriera, ancora oggi considerato uno dei momenti più scanzonati e dissacranti
del genere. (DA)
http://www.youtube.com/watch?v=UB_LNGOvVPQ
(Video) |
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1973 |
David
Wiffen | Coast
to Coat Fever [United artists] | |
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Nei primi anni '70, la scena canadese era in gran fermento. I
vari Young, Mitchell, Cockburn, sarebbero di lì a breve emersi come alcune delle
realtà più preziose della scena musicale del tempo. David Wiffen, invece,
non riuscì ad affermarsi come avrebbe meritato, eppure questo suo Coast
to coast fever è una di quelle perle nascoste che vanno a tutti i costi
riscoperte. Realizzato con l'aiuto di Bruce Cockburn, qui in veste di produttore,
in quest'album Wiffen alterna proprie composizioni a quelle di amici cantautori
(ancora Cockburn, Willie P. Bennett, Murray McLauchlan). Tutto il disco è pervaso
da un calore intimo e folkie, ottimo per giornate fredde e nevose, con qualche
spruzzata di blues ed un pezzo, l'iniziale Skybound station,
che entra di diritto fra le canzoni americane più belle mai scritte. Insomma,
un disco da recuperare assolutamente. (GG)
http://www.youtube.com/watch?v=RM4ncEg1h7E
(Video) Take
#2, prova anche: David Wiffen (Fantasy
1971) |
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1973 |
The
Doobie Brothers | The
Captain and Me [Warner] | |
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Tom Johnston aveva un sogno: riuscire a creare il perfetto mix
tra il blues del delta, il country rock degli esordi, e un certo rock da arena,
come se qualità e vendibilità potessero davvero andare di pari passo. Per l'arco
di un paio di dischi ci riuscì veramente, e The Captain And Me rasenta
ancora oggi una perfezione formale e di sostanza difficilmente riscontrabile in
altri dischi del periodo. C'erano i singoli per le charts (Long
Train Running, la classica canzone che tutti conoscono senza ricordarsene
titolo e autore), riff perfetti per iniziare una trasmissione radio (China
Grove), orge di chitarre, perfette country-ballads alla Eagles, blues-rock,
cajun del Delta, e persino uno dei primi sintetizzatori usati a livello professionale.
Il sogno durò ancora due dischi, poi la sigla Doobie Brothers venne conquistata
dal nemico. (NG)
http://www.youtube.com/watch?v=EG3qPn8xLrE
(Video) Take
#2, prova anche: Toulouse Street (Warner
1972) | -.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
1973 |
Doug
Sahm | Doug
Sahm & Band [Atlantic] | |
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Splendido e ignorato outsider della musica americana, il texano
Doug Sahm gironzola in cerca di una identità e di un riscatto, dopo avere
messo in soffitta l'avventura del Sir Douglas Quintet, antesignani di un rock'n'roll
imbrattato di radici e musica latina. Il grande produttore Atlantic Jerry Wexler
lo raccoglie dalla strada infilandolo con una all stars band dentro uno studio
di New York. Bob Dylan gli regala la sua Wallflower,
mentre Dr John, Flaco Jimenez e altri vecchi e nuovi amici sostengono l'avvio
clamoroso di una carriera che resterà sempre troppo nell'ombra. Un disco alla
Doug Sahm, che lascia un'impronta anche sui collaboratori. È l'essenza del suo
pensiero cosmopolita in musica: rock, blues, soul music, tex mex, fragranze country
tutti amalgamati in una miscela irresistibile che suona come una piccola enciclopedia
delle radici. (FC)
http://www.youtube.com/watch?v=JxsWRDeuxTE
(Video) Take
#2, prova anche: Groover's Paradise
(Warner 1974) | -.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
1973 |
Eagles | Desperado
[Asylum] | |
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Quando le aquile volavano sulle praterie del nord ovest, non
ancora contaminate dal pop degli hotel californiani, quando Don Henley e Glenn
Frey non erano i leader incontrastati del gruppo, ma dovevano confrontarsi con
Randy Meisner e Bernie Leadon ... allora usciva Desperado, il secondo
album degli Eagles, una specie di concept sui fuorilegge del vecchio west
che aveva come riferimento storie di outlaws e immagini di frontiera. Un disco
nel quale già si intravedeva il disagio di Meisner e Leadon, poco inseriti nei
meccanismi della band con le loro composizioni, ma che aveva almeno cinque canzoni
sopra la media: la dolente title track, una ballata superba cantata da Don Henley
come l'altra ballata d'impronta western Doolin-Dalton,
opener del disco e ripresa nel finale in un medley con Desperado, il singolo Tequila
Sunrise, una canzone semplicemente perfetta, la grintosa Outlaw
Men scritta da David Blue e l'altra ballata Saturday
Night. (PB)
http://youtu.be/wRgfEKGypTQ
(Video) Take
#2, prova anche: Hotel California (Asylum
1976) |
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1973 |
Elliott
Murphy | Aquashow
[Polydor] | |
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Alla fine è l'immagine di Elliott Murphy sulla copertina
a riaccendere le luci sulla poetica di un musicista innamorato della Lost (il
ritratto è un omaggio al Grande Gatsby, poi richiamato anche in una delle canzoni
più avvincenti) e della Beat Generation (come tutti) però invischiato nei suoni
del rock'n'roll, quelli più duri, elettrici e metropolitani, quelli di New York.
Il grande abbaglio fu scambiarlo, neanche a dirlo, per l'ultimo "nuovo Dylan"
mentre Elliott Murphy puntava piuttosto ad essere un Lou Reed più pulito, senza
un filo di cinismo e con una vena romantica che, pur cambiando città (biglietto
di sola andata per Parigi) non ha mai smesso di sanguinare. (MD)
http://www.youtube.com/watch?v=Op2gwz_2vqY
(Video) Take
#2, prova anche: Night Lights
(RCA 1976) |
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1973 |
Jerry
Jeff Walker | Viva
Terlingua [MCA] | |
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Folksinger della East Coast trapiantato ad Austin, ironia della
sorte Jerry Jeff Walker è forse uno dei primi fuorilegge a raccogliere
i successi del rinascimento country rock texano, legato ad una ipotetica scena
"progressista". In verità questi autori stanno semplicemente riportando tutto
a casa: la country music torna dunque a suonare vera e il rock'n'roll la aiuta
ad elettrificarsi, scegliendo un repertorio che sa di ironia, festa e libertà.
Walker pesca bene anche al di fuori del suo songwriting, scegliendo canzoni di
Guy Clark, Ray Wylie Hubbard (l'immortale inno Up Against
the wall redneck Mother) e Gary P. Nunn, ammantando Viva Terlinga
di un senso comunitario irripetibile. È un disco scanzonato e persino impreciso
rispetto ad altri suoi contemporanei, ma la sua registrazione dal vivo (con la
ribattezzata Lost Gonzo Band) coglie una certa urgenza (FC)
http://www.youtube.com/watch?v=YcBOcwgb4OA
(Video) Take
#2, prova anche: Ridin' High
(MCA 1976) |
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1973 |
John
Stewart | Cannons
in the Rain [RCA] | |
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Una carriera gigantesca quella di Stewart, a partire dagli anni
'60 quando fu membro fondatore del mitico Kingston Trio, poi dal 1969 una carriera
solista interminabile che ci ha fatto entrare in sintonia con la sua bella voce
baritonale, la sua faccia pulita e le sue canzoni folk fuse con le sonorità west
coast, tanto care a John. Tale gusto viene enfatizzato in diversi brani grazie
alla presenza di due chitarristi come Waddy Wachtel e Kelso Herston oltre al batterista
Russ Kunkel, turnisti che, con il loro solismo solare, condizioneranno positivamente
la musica californiana degli anni a venire. Chilly Winds
delicata ed arpeggiata con gli strumenti che entrano uno alla volta, è emblematica
come pure Road Away e
Cannons in the Rain profumano di oceano e fanno sognare strade vista
oceano con una Mustang scappottata. (GZ)
http://www.youtube.com/watch?v=NzkJ6qTEedY
(Video) Take
#2, prova anche: The Lonesome Picker Rides
Again (Warner 1971) |
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