1973 |
Kinky
Friedman | Sold
American [Vanguard] | |
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Il più non allineato fra tutti i songwriter texani degli anni
'70, Kinky Friedman è un mistero prima che un autore di culto: scrittore
di crime novel di successo, agitatore politico improvvisato, ha avuto "anche"
una carriera musicale. L'ha accontonata strada facendo ma la sua parca discografia
è rimasta nel cuore di molti, influenzando intere schiere di colleghi: country
rock nella forma, Sold American è la visione distorta, sarcastica
di un cowboy ebreo (già una bella strampalata commistione) sulla società americana,
i luoghi comuni del Texas e di un business musicale che Friedman guarda con distacco.
Ottiene per miracolo un contratto con la Vanguard, grazie all'amico Commander
Cody, registra il disco con la crema del country progressivo dell'epoca ((John
Hartford e Norman Blake in sessione) e diventa una piccola leggenda ad Austin:
bastano titoli quali We reserve The right to refuse Sevice
to You e Ride'em Jewboy…(FC)
http://www.youtube.com/watch?v=Q8msSVBXttI
(Video) Take
#2, prova anche: Lasso From El Paso
(Epic 1976) | -.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
1973 |
Loudon
Wainwright III | Attempted
Mustache [Columbia] | |
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Questo prolifico (25 album all'attivo) folksinger possiede qualche
cosa d'imperscrutabile che lo rende unico, di grande piacevolezza all'ascolto,
tanto che dal 1970, ad ogni uscita, pago pegno. Sarà che la sua musica sa di Dylan
(e toccò anche a lui rientrare nei "Nuovi Dylan), di Paxton, di Guthrie,
di Prine pur essendo diverso da tutti loro, e ciò testimonia che è personale pur
muovendosi nella tradizione. L'album in questione è il quarto ed uno dei suoi
più ricercati: Loudon è affiancato da alcuni session men tra i migliori (Reggie
Young, Doug Kershaw) e scrive canzoni splendide come The
Swimming Song e A.M. World e Liza
dedicata alla Minnelli per la vittoria dell'Oscar con Cabaret. (GZ)
http://www.youtube.com/watch?v=FdfXHWUKm-8
(Video) Take
#2, prova anche: Album II
(Atlantic 1971) | -.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
1973 |
Paul
Pena | New
Train [Hybrid] | |
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Commettiamo un falso storico a inserire questo disco nei top
100 degli anni '70, ma il nostro senso di giustizia ci obbliga a vendicare un
torto senza precedenti. New Train infatti è un disco del 1973, uscito
però sono nel 2000. Proviamo quindi solo ad immaginare l'impatto che avrebbe potuto
avere questo perfetto crocevia tra black music e cantautorato bianco della West
Coast (immaginate un disco di Jimi Hendrix prodotto da Jackson Browne), l'ipotetico
bigino su cui avrebbero potuto studiare molti artisti moderni abituati a navigare
trasversalmente, come Ben Harper o anche il Ray LaMontagne più recente. Neppure
il fatto che Jet Airliner divenne poi un successo
nelle mani della Steve Miller Band (grazie al loro tastierista Ben Sidran, che
qui produceva), fece venir voglia alla Bearsville Records di pubblicarlo. (NG)
http://www.youtube.com/watch?v=4dnGj5YF8F0
(Video) |
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1973 |
Waylon
Jennings | Honky
Tonk Heroes [RCA] | |
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Waylon Jennings salta sul primo treno e dice addio a Nashville:
per lo meno a quella delle grandi produzioni, delle imposizioni artistiche, di
un circo in cui non si riconosceva più. Honky Tonk Heroes non è
in verità il primo passo verso il completo controllo della propria musica, ma
ne simboleggia meglio di altri la ribellione, formando un nucleo di suoni e musicisti
che lo accompagneranno negli anni a venire. Il sodalizio con Billy Joe Shaver,
autore giovane e diseradato che Jennings saccheggia per l'occasione, forma il
corpo di uno dei primi capolavori del cosiddetto outlaw country. In verità è un
ritorno alle origini, alla verità di Hank Williams, soltanto rispolverata con
la forza del rock'n'roll e dell'elettricità, e che darà il via ad una serie di
album epocali per successo e influenza. In Honky Tonk Heroes la voce di Jennings
tuona e sussurra a seconda dei versi, racconta il mito di una vita sul confine,
insomma da fuorilegge. (FC)
http://www.youtube.com/watch?v=N0i0tuyV3bE
(Video) Take
#2, prova anche: Lonesome,
On'ry and Mean (RCA 1973) |
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1973 |
ZZ
Top | Tres
Hombres [Warner] | |
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In the fine Texas tradition… Complice un riff rubato a Boogie
Chillun di John Lee Hooker (La Grange, l'hanno
impunemente ribattezzata Gibbons, Hill & Beard), il trio più irsuto del blues
rock indovina il colpo e si sistema per il resto della vita. Non c'è niente su
questo disco che non ci fosse già sui precedenti, o che non si ritrovi nei successivi,
almeno fino al flirt con la new wave negli anni '80: vale a dire un boogie-rock
spinto da una sezione ritmica quadrata e seviziato a dovere da una delle chitarre
più affilate in attività sotto la linea Mason/Dixie. A fare la differenza sono
le canzoni, più a fuoco del solito, o forse, semplicemente, i tempi - e le roadhouse
sparse per gli States - erano maturi per questo assalto di blues testosteronico,
shakerato con vigore e anche un po' di humour. Non so a voi, ma a me è venuta
voglia di una birra… (YS)
http://www.youtube.com/watch?v=pN69GC2amTg
(Video) Take
#2, prova anche: Rio Grande Mud (London
1972) |
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1974 |
Charlie
Daniels Band | Fire
on the Mountain [Kama Sutra] | |
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Dopo una corposa attività di session man negli anni sessanta,
Daniels intraprende una carriera solista nei primi anni settanta registrando tre
dischi un po' incerti prima di formare la CDB ed incidere Fire On The Mountain,
un disco focalizzato nel quale riesce a miscelare brillantemente country e southern
rock. Non è ancora il paladino dei redenecks e dell'America profonda, ma un musicista
profondamente sudista, grezzo e spontaneo. Ha l'ottima idea di riprendere un paio
di brani già incisi in passato, l'up-tempo Trudy
e la ballata Georgia decisamente superiori
alle versioni precedenti, affiancandoli con alcuni brani nuovi che diventeranno
dei classici del suo repertorio come il western-country Caballo
Diablo, la liquida ballata country Long Haired
Country Boy (con ospite Dickey Betts al dobro) e l'inno The
South's Gonna Do It Again. Fire On The Mountain è il primo disco d'oro
della CDB e inaugura una serie di album di successo che proseguirà fino ai primi
anni ottanta. (PB)
http://www.youtube.com/watch?v=lC0yAZKApY0
(Video) Take
#2, prova anche: Nightride (Kama Sutra
1975) | -.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
1974 |
David
Allan Coe | The
Mysterious Rhinestone Cowboy [Columbia] |
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Ha passato la vita a convincerci di essere un anarchico di destra,
intollerante, misogino e razzista (celebri i suoi album "per adulti", con canzoni
intitolate "sperma sul cuscino" o "scopatrice di negri") - un piantagrane di quelli
da evitare. Dimostrarsi sempre il più detestabile e menefreghista di tutti: un
modo, forse, per dimenticare un'infanzia consumata tra riformatori, penitenziari
e centri di correzione. Nei dischi più riusciti, tuttavia, David Allan Coe
è riuscito a ricomporre il teppista e il romantico, e quando in The Mysterious
Rhinestone Cowboy, il terzo (e migliore) della lunga serie, ha inventato
un alter-ego appena più potabile e forbito, si è consegnato alla storia. Liberi
di dubitarne, ma una delle Desperados Waiting For A Train
(Guy Clark) più toccanti e disperate di sempre, ed è tutto dire, sta proprio qui
in mezzo, tra una cascata di hillbilly stradaiolo e serenate country dallo spirito
punk. (GC)
http://www.youtube.com/watch?v=mYHOJjz35XI
(Video) Take
#2, prova anche: Once Upon a Rhyme (Columbia
1974) | -.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
1974 |
David
Bromberg | Wanted
Dead or Alive [Columbia] | |
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Non è mai stato troppo celebrato dalla critica, ma a mio giudizio
questo è un album che ascoltato oggi è in grado di affascinare e stupire per varietà
di suoni e canzoni baciate da grande freschezza. La prima parte è registrata in
studio (con Jerry Garcia e Phil Lesh), è animata dalla folle partenza con The
Holdup (scritta con George Harrison) qui ripresa in una versione crogiuolo
di suoni, poi gli otto minuti del blues strappacuore Someone
Else's Blues mentre nella seconda facciata live si affrontano blues,
R&B e swing e una versione del raro brano di Dylan Wallflower;
copertina bellissima ed inusuale con David trasformato nel King Kong di Lang aggrappato
all'Empire. Non sarà da isola deserta ma nella discoteca ideale lo inserirei in
quanto autentico prontuario di musica tradizionale americana. (GZ)
http://www.youtube.com/watch?v=puS0fIKBGTg
(Video) Take
#2, prova anche: Midnight in the Water (Columbia
1975) |
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1974 |
George
Jones | The
Grand Tour [Epic] | |
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Legatosi al produttore Bill Sherrill, in uno dei soldalizi più
fortunati della storia della country music, George Jones attraversa gli
anni '70 con quella che potremmo definire una seconda giovinezza. Apparentemente
relegato fra le grandi icone del genere, ormai lontano dai cambiamenti che il
country attraversa all'epoca, Jones è capace di un grande colpo di coda. The
Grand Tour, insieme ad una manciata di lavori pubblicati con Sherrill
in regia, è un disco perfetto nel bilanciare il romaticismo e la tradizione, il
suono cosiddetto countrypolitan e la nuova onda degli outlaw. L'omonimo singolo
è un successo di proporzioni smisurate, ma Jones sa scegliere fra autori "maledetti"
come Johnny Paycheck (Once You've Had the Best),
sa riprendere il suono di Buck Owens in The Weatherman
e sa intrepretare ancora al meglio lo stile honky tonk. Su tutte la bellissima
Pass Me By (If You're Only Passing Through),
accompagnato dalle voci dei Jordanaires. (DA)
http://www.youtube.com/watch?v=kIEwgkcVWLk
(Video) Take
#2, prova anche: Memories of Us
(Epic 1975) |
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1974 |
Gram
Parsons | Grievious
Angel [Reprise] | |
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Prima di ritirarsi a Joshua Tree per quello che sarà il suo ultimo
viaggio, Parsons registra una manciata di canzoni per il secondo disco solista,
che uscirà postumo. La band che si porta in studio è quella - stellare - del disco
precedente, la grana fine degli arrangiamenti anche. In scaletta, qualche cover
rafforza gli ultimi sprazzi di una vis compositiva che miracolosamente sopravvive
all'alcol e alla droga di quei giorni. Si respira un disperato bisogno di redenzione,
tra rimandi biblici e preghiere per le ore più buie: un'aria, nonostante la finta
festa live di Cash on the Barrelhead/Hickory Wind
(in realtà registrate in studio), presaga di una fine vicina. Il testamento del
padre del country cosmico è racchiuso, più che nei luccichii di I
Can't Dance e Oh Las Vegas, nelle
ballate accorate (Love Hurts è il duetto definitivo
con Emmylou Harris), che ne rivelano l'anima fragile. (YS)
http://youtu.be/1PytxPaU6k4
(Video) Take
#2, prova anche: GP
(Reprise 1973) | |