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Le canzoni del nuovo disco, se ho capito bene, nascono da un raccolto di diversi anni che ti ha visto impegnato in differenti progetti di gruppo e solisti. Dunque come le hai scelte in funzione del disco finale? Hai cercato alcuni temi che le unissero? Le canzoni su cui lavorare per il disco erano parecchie. Diciamo però che la scelta è stata abbastanza facile. C'è stata una sorta di selezione naturale: innanzi tutto non volevo parlare d'amore, volevo veramente dedicarmi ad altro, anche se poi durante le presentazioni ho ricominciato a suonare canzoni d'amore, ma questo è tutto un altro discorso. La selezione, poi, con Daniele (Denti, produttore del disco ed ex Settore Out- ndr) è passata anche attraverso le musiche, perché molti brani non sono arrivati alla scaletta finale. Siamo giunti ad un totale di sedici pezzi su cui poi c'è stato un ulteriore lavoro di scrematura. Se ci ho messo tanto a focalizzare le Canzoni per uomini di latta è perché avevo a disposizione un sacco di collaborazioni e non riuscivo mai a trovare il momento adatto. Quando si è aperto lo spazio, la selezione ha funzionato da catalizzatore e ha portato finalmente a dare una forma al disco. Il disco è nato dunque seguendo un percorso quasi naturale: in tutti questi anni hai dedicato molti sforzi a diversi progetti, ma qui sembra che tu abbia ritrovato in parte l'atmosfera e la collaborazione di quando eri dentro i Settore Out Davvero all'inizio non riuscivo a partire. Sono "tornato" dopo diversi anni riallacciando diversi "contatti", ma in realtà, se ci pensi bene, non ero mai andato via perché ho dato molto ad altre collaborazioni, dai Groovers ai Bristol al progetto con le Mondine ai Canti di lavoro. Quando sono riuscito finalmente a trovare qualcosa che secondo me funzionava, ho ricevuto alcune belle risposte e allora siamo partiti con il gruppo di persone che ha seguito tutta la gestazione del disco. Il fatto più significativo, bello e più importante per me è stato concepire qualcosa insieme, come un gruppo: potevo essere io o qualcun altro, per me era lo stesso, ed è per questo che spesso parlo al plurale. In effetti il lavoro di studio, molto curato insieme a Daniele Denti, vede coinvolto un insieme di musicisti che sembrano seguire in maniera molto naturale gli sviluppi delle tue canzoni, il tuo modo di fare musica...potremmo definirti un cantautore, che viene però dalla scuola del rock e della band come collettivo musicale Faccio fatica a sentirmi un cantautore, perché anche con tutti i musicisti che collaborano al disco c'è stato un rapporto particolare. Tutti hanno avuto la massima libertà, più che in una rock'n'roll band, perché in quel caso la democrazia funziona fino a un certo punto. La mia cultura poi è sempre quella di gruppo, fin dalle prime uscite, pensa che avevamo una band agli esordi che si chiamava Gruppo Iniziativa...più democratico di così. Ed è in questo modo che ci siamo rapportati anche nei confronti di musicisti di un certo livello che partecipano al disco (da Diego Galeri a Gaetano Liguori - ndr), con ampia libertà e massima condivisione. Arriviamo nel dettaglio alle canzoni: in modo particolare Miraggio - ma anche in altri episodi, seppure in maniera meno esplicita - ho ritrovato un insieme di ricordi, amicizie, che sembrano affiorare e riportare alle proprie origini. Alcune appaiono come confessioni molto aperte, una presa di coscienza... Miraggio è ancora l'esempio, come accennavo prima, di un percorso fatto insieme e il filo conduttore è ancora quello. Quello che si può leggere in Miraggio o in altre canzoni del disco sono testimonianze di una vita vissuta insieme. Semino errori, Il granchio o In equilibrio sono brani dove il testo appare più semplice in superficie, in realtà è un testo difficile per me, perché mi costringe ad espormi in prima persona. Poi, come ho detto spesso nelle presentazioni dal vivo fatte in questi mesi, la frase più importante e significativa che esce da Miraggio è "quello che lega non inganna". D'altronde ci sono canzoni, penso appunto a Il Granchio, dove la semplicità del testo sembra tuttavia seguire anche una ricerca melodica e ritmica molto profonda, potrebbe quasi definirsi il tuo "singolo" perfetto Le parole spesso mi danno un ritmo. Odio in realtà provare, perché abbiamo passato interi pomeriggi a suonare sequenze di accordi senza parole: tutto ciò comunque serviva a far funzionare il gruppo, a trovare una amalgama. Le parole, prima o poi, arrivavano. Qui ho lavorato al contrario, forse questa volta sì, da cantautore. Il fatto che Il granchio avesse un ritmo mi ha portato a concepire così la canzone. Quanto all'idea di un singolo, devo dire che non sono mai riuscito a "costruire" una canzone pensando al singolo o qualcos'altro. Non ne sono capace e peraltro non mi interessa. Osteria Italia si stacca immediatamente dal resto, come uno degli episodi più particolari: quel talkin' un po' rappato e il testo, così caratterizzato da una riflessione sul sociale. Ho avuto un'impressione sbagliata? Osteria Italia è nata in funzione del tempo di batteria di Stefano Bertoli, che è arrivato con quel ritmo e io mi sono trovato a confrontarmi con qualcosa che sinceramente non mi aspettavo. Lui era molto convinto e ad un certo punto è riuscito a coinvolgere anche me. Riguardo al rapporto con quello che deifnisci talking, che poi appartiene anche alla Fabbrica in silenzio, avevo la necessità di offrire, attraverso il testo, tante sfumature e quando ti trovi in quelle condizioni un certo tipo di scelta è quasi obbligata. Anche il tema obbligava ad andare in quella direzione. In più mi è sempre piaciuto moltissimo il modo in cui suonavano i dischi di John Trudell e non escludo di continuare in questa direzione, seguendo un certo modo di approcciare le canzoni.
Da questi brani traspare in fondo una parte del tuo percorso di autore e musicista,
le tue attenzioni per alcune tematiche sociali e certo impegno civile, nonostante
il disco sembri spesso più intimo. Lello invece è una ballata folk che mi ha rimandato immediatamente ad una faccia diversa del tuo suono, mi ha ricordato persino alcune cose del Tom Petty folksinger: c'è stata in te una forte influenza della musica americana? Sì, senza dubbio. Mi fa piacere che ci hai sentito tra le righe Tom Petty ed è vero che è esistita una parte importante di musica americana nella mia cultura. Quando ho cominciato a suonare, anni fa, avevo un duo, ci chiamavamo Double Coffee, con cui suonavamo di volta in volta mezzo repertorio in italiano - tra cui Francesco De Gregori, Alberto Camerini, Fabrizio De André - e l'altra metà del repertorio CSN&Y, Jackson Browne, Steve Miller Band, molta West Coast. Certi suoni in Italia non c'erano e anche oggi a livello di sensibilità non ci sono, per cui per me è sempre esistito una sorta di miscuglio di musica e parole. L'esempio più specifico del nuovo disco credo sia Tuffati, la quale mi è stata ispirata da Daniel Lanois, per quanto riguarda la musica, e dallo scrittore Joe R. Lansdale per le parole. Parlando appunto di questa tua doppia dimensione di influenze artistiche, durante questa prima parte acustica del Distratto Tour, hai spesso inserito nelle scalette alcune cover italiane che facevano riferimento ai tuoi gusti personali: come e perchè hai scelto questi brani in particolare? Per la scelta delle cover ho guardato più al testo che alle musiche, perché alcune liriche si avvicinano ai temi trattati nelle miei canzoni. Si tratta di quelle canzoni a cui sono più legato - da Il Signor Hood di De Gregori a Conphideur di Piero Ciampi, e inoltre cercavo qualcosa che suonasse brillante con la chitarra acustica. In futuro mi piacerebbe proporre qualcosa di Rino Gaetano e di Ivan Graziani, ma mi ci devo applicare. Se dovessi fare un bilancio di questo primo tragitto del tour in solitaria e della gente che hai incontrato, cosa diresti? La prima parte del Distrattour è stata fin troppo bella, innanzi tutto perché mi sono sentito accettato. In più, molte persone mi hanno fatto notare come dal vivo riuscissi ad essere anche più comunicativo e tutto ciò mi ha fatto riflettere. E' senza dubbio un punto di partenza, vedremo dove andare, tutti insieme.
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