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The Rolling Stones Let It Bleed [ABKCO/ Decca 1969] ![]() | |||
1. Gimme Shelter // 2. Love In Vain // 3. Country Honk // 4. Live With Me // 5. Let It Bleed // 6. Midnight Rambler // 7. You Got The Silver // 8. Monkey Man // 9. You Can't Always Get What You Want | ||||
Dopo
l'uscita di Sgt.Pepper's nel 1967 i baronetti di Liverpool, stremati dalla pressione
dei media si ritirarono dai grandi e massacranti tour per creare in studio le
loro complesse opere, portando al termine la loro parabola, mentre i Rolling
Stones, anch'essi fagocitati nel complesso mediatico del periodo, non erano
mai stati dei diligenti topi da studio, bensì anarchici animali da palcoscenico.
Let It Bleed è uno dei capolavori riconosciuti degli Stones, perfetto
punto d'incontro tra la pigra ballata e l'alcolica cavalcata blues. Mick Taylor
prende il posto dello scomparso Brian Jones, e la sua chitarra, blues, acida e
virtuosa è come una spinta creativa per Keith Richards, che mai prima di adesso
è stato libero di graffiare la sua sei corde senza l'ansia di sbagliare nota.
Creativo e diabolico, efficace songwriter insieme al suo gemello Mick Jagger,
che sguazza divinamente nelle paludi del Delta e nel fango della campagna statunitense.
Gimme Shelter è un calice di vino rosso di pregiata fattura, Midnight
Rambler è un boogie ipnotico, perfetto, Let it Bleed e Live with
Me seguono le tracce di Beggar's Banquet, incastrandosi a dovere tra le rurali
e nere Love In Vain, You Got The Silver e Country Honk. Le
gemme del disco sono Monkey Man, tesa e acida come il periodo che gli Stones
vivono, e la strepitosa You Can't Always Get What You Want, ballatona da
due accordi, ricca di fraseggi tra chitarra, piano ed Hammond e caratterizzata
da un epico coro di apertura, un invito degli dei a banchettare con loro, il diavolo
in paradiso. (Silvio Vinci) |
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