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John Hiatt Bring the Family [A&M 1987] ![]() | |||
1. Memphis In The Meantime // 2. Alone In The Dark // 3. Thing Called Love // 4. Lipstick Sunset // 5. Have A Little Faith In Me // 6. Thank You Girl // 7. Tip Of My Tongue // 8. Your Dad Did // 9. Stood Up // 10. Learning How To Love You | ||||
Il
disco della vita, una favola a lieto fine: dopo un decennio di alti e bassi, sia
in senso strettamente artistico (doveva diventare il nuovo Costello americano,
stava finendo per essere uno degli innumerevoli loser dell'industria discografica),
sia in senso personale (vizi e stravizi, come da copione), John Hiatt mette
insieme la band dei suoi sogni. Sono tutti amici fidati, hanno tempo e dedizione
da offrire: Ry Cooder, Jim Keltner e Nick Lowe sono la squadra delle meraviglie,
ma se il suono di Bring the Family è il loro, un concentrato di
finezze rock & soul sudiste che porta il marchio di Memphis, il merito della profondità
dell'album è tutto nelle canzoni di Hiatt. Qui lo stato di grazia è irripetibile
e le stelle stanno a guardare: la carica strafottente di Memphis in the Meantime,
il tiro imbizzarrito di Thing Called Love e Thank You Girl, la dolcezza
di Tip of my Tongue e Learning How to Love You, soprattutto lo struggente
romanticismo del capolavoro pianistico Have a Little faith In Me, ballata
per sciogliere i sensi di qualsiasi amata. Quattro giorni di sessioni portano
in dono tutto questo ben di dio: la chitarra di Cooder ha il tocco assassino nello
slidin' di Alone in the Dark, ma sa ricamare di fino e giocare con partiture
sghembe, mentre la sezione ritmica insegna il bignami della perfetta produzione
roots rock. In quegli anni di fredda risacca e pop plastificato, Bring the Family
è il disco culto per eccellenza del cantautorato americano. John Hiatt ci campa
di rendita ancora oggi e ne ha tutte le ragioni. (Fabio Cerbone) |
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