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The Dream Syndicate Medicine Show [A&M 1984] ![]() | |||
1. Still Holding On to You // 2. Daddy's Girl // 3. Burn // 4. Armed With an Empty Gun // 5. Bullet With My Name on It // 6. The Medicine Show // 7. John Coltrane Stereo Blues // 8. Merrittville | ||||
Una
discesa agli inferi della narrazione hard-boiled compiuta ricorrendo all'enfasi
allucinata dello Springsteen di Born To Run, alla melodia morbosa dei Velvet del
terzo album, alle spettrali preghiere laiche del Neil Young di Tonight's The Night:
Medicine Show, secondo capitolo dell'avventura troppo breve dei
Dream Syndicate di Steve Wynn e Karl Precoda, apostoli della psichedelia
minacciosa, rovente e chitarristica dei Television, ruota intorno a un centro
assieme oscuro e luminoso, tra il male radicale inchiodato nei destini dei suoi
protagonisti e l'orgoglio solenne di un suono denso, epico, ambizioso. Fuoriuscita
la bassista Kendra Smith, artefice non secondaria delle atmosfere torbide e velvettiane
del precedente The Days Of Wine And Roses (1982), e subentrati il sostituto Dave
Provost e il produttore Sandy Pearlman (ancora lui), nonché Tom Zvoncheck al pianoforte
(i suoi duelli con gli assoli della sei corde di Precoda intrecciano lirismo e
disperazione in modo sublime), l'acid-rock della California diventa una cattedrale
di melodrammi urbani (Merrittville), punk e blues rimescolati in jam febbricitanti
(John Coltrane Stereo Blues), sferraglianti corse verso il nulla di un
Ovest trasfigurato e spaventoso (la title-track). Per definire questa musica,
benché accolta da un insuccesso clamoroso, si ricorse perfino a definizioni apposite:
"Paisley underground", "il nuovo rock degli anni '80" etc. Ma la classificazione
più adatta a Medicine Show, oggi come allora, è soltanto una: quella di classico
senza tempo, da sempre attuale e per sempre giovane. (Gianfranco Callieri) |
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