Un gesto di ammirazione artistica inaspettato, uno dei
tributi più sinceri (e coerenti dal punto di vista sonoro) realizzati
in tempi recenti, Highway Butterfly dimostra una volta di
più le affinità elettive di una piccola scena indipendente che
sa riconoscere il talento e lo omaggia senza interessi reconditi. La scomparsa
di Neal Casal nell’agosto del 2019 ha colpito profondamente l'intera
comunità musicale americana e non solo, un suicidio che, al di là delle
motivazioni personali (sempre così insondabili e angosciose), suo malgrado
ha rappresentato un campanello di allarme per molti colleghi: la frustrazione,
l’isolamento, le delusioni per una scelta di vita che porta ad enormi
sacrifici, in nome di una passione che spesso non restituisce a livello
economico e sociale il ricoscimento atteso; la sensazione di avere qualcosa
da offrire al mondo, tradurlo in canzoni e dischi che raccontano di sé
e degli altri, e che tuttavia passano inosservate, oppure non ottengono
l’approvazione che il loro valore reale meriterebbe.
La risposta - dovremmo dire tardiva, ma certamente non per colpa dei partecipanti
stessi - è racchiusa in queste tre ore abbondanti di musica, concretizzatesi
in un triplo cd o quintuplo lp in forma di cofanetto, con foto, ricordi
e memorabilia, ma sorattutto in 41 canzoni e molti più artisti (tra duetti
e collaborazioni sparse) che sotto la supervisione dell’ex manager di
Neal Casal, Gary Waldman, e le cure produttive del’intero progetto affidate
a Dave Schools (Widespread Panic) e Jim Scott, hanno riletto il vasto
repertorio lasciato in eredità dall’autore e chitarrista originario del
New Jersey.
Emerso dalla vivace stagione dei nuovi songwriters “tradizionalisti” della
metà degli anni Novanta, grazie allo strepitoso debutto discografico del
1995, Fade
Away Diamond Time, trasferitosi in quella California che da
sempre ha alimentato la fiamma del suo stile, intreccio di delicate melodie
West Coast, raffinatezze pop psichedeliche e frementi chitarre country
rock, seguendo le stelle polari di Jackson Browne, Gram Parsons e Neil
Young, Casal è stato protagonista attivo di quella rinascenza poi finita
sotto il grande albero dell’Americana. L’enorme gratitudine che oggi Highway
Butterfly testimonia, nasce anche dalla sua versatilità di musicista,
aperto al confronto: una carriera solista a fasi alterne (una decina di
album fino al 2011) che si è affiancata così all’attività costante di
produttore, talent scout e più ancora di apprezzato chitarrista e co-autore
nei Cardinals di Ryan Adams, con il progetto Brotherhood di Chris Robinson
(Black Crowes), e ancora nei meno noti Hazy Malaze, Hard Working Americans,
Circles Around the Sun e GospelbeacH, tutte formazioni che, seppure da
angolazioni e sensibilità differenti, hanno lavorato sul concetto di classic
rock, di improvvisazione e jam psichedelica.
Nel mezzo la presenza costante di Neal Casal e del suo apporto compositivo,
il quale emerge fortissimo da questo Highway Butterfly,
album che ha raccolto, grazie al contributo degli appassionati, la cifra
impensabile di 150.000 dollari, in una campagna avviata su Kickstarter
dalla famiglia e dal manager Waldman, e i cui proventi delle vendite saranno
interamente devoluti all’associazione non-profit 'Neal Casal Music Foundation'
(che si occupa di donare strumenti a giovani studenti delle scuole di
New York e New Jersey), nonché alle organizzazioni MusiCares e Backline,
che offrono sostegno psicologico ai musicisti.
Impossibile e tutto sommato persino superfluo, proprio
per il gesto profondo di riconoscenza che trasmette Highway Butterfly,
ripercorrere qui l’intero elenco
dei partecipanti, i quali spaziano in un vasto mondo musicale ai confini
tra canzone roots d'autore, rock, folk e indie: nomi affermati del circuito
Americana come Steve Earle (sua proprio la versione di Highway Butterfly),
Susan Tedeschi e Derek Trucks (una rilettura elettro-acustica di Day
In The Sun), Hiss Golden Messenger (Time Down The Wind), Shooter
Jennings (bella e fedele all’originale la sua Maybe California)
e Warren Haynes (magistrale nella cavalcata di Free To Go); veri
e propri mostri sacri del rock californiano come gli ex Grateful Dead
Bob Weir (Time And Trouble) e Phil Lesh (insieme a The Terrapin
Family Band per l’interpretazione di Freeway To The Canyon); stelle
emergenti di queste stagioni come Markus King (le coloriture soul di
No One Above You, insieme a Eric Krasno), Jonathan Wilson (Detroit
Or Buffalo, in coppia con Hannah Cohen) e Allman Betts Band (la rutilante
virata southern di Raining Straight Down); eroi dell’alternative
rock quali J Mascis (a lui il compito di deviare un po’ dal sound generale
del disco, con Death Of A Dream); e ultimi ma non ultimi una schiera
di nuovi adepti, illustri sconosciuti e vecchi amici (tra questi certamente
i GospelbeacH di You Don't See Me Crying) che hanno voluto semplicemente
esserci, per un saluto a Neal e alla sua musica (se dovessimo dare un
premio all’impegno profuso, meriterebbero una segnalazione Aaron Lee Tasjan,
Jaime Wyatt, Dori Freeman insieme a Teddy Thompson e Johnathan Rice).
Artisti chiamati direttamente in causa dai produttori Schools e Scott,
i quali ne hanno modellato il suono con equilibrio assoluto, a partire
dal febbraio dello scorso 2020, e altri che semplicemente hanno bussato
alla porta, desiderosi di far parte dell’avventura di Highway Butterfly
(mancanze clamorose restano quelle dei citati Ryan Adams e Chris Robinson,
ma non ne conosciamo le motivazioni). Così, un disco che in principio
doveva limitarsi a una quindicina di presenze, ha finito per raccimolare
lungo la strada singoli scatti di una visione più ampia, fotografia policroma
e stimolante dell’attuale movimento americano legato a rock e radici.
Un bel risultato, caro Neal: se ci stai ascoltando da qualche parte, sappi
che hai lasciato su questa terra un seme che ha germogliato un albero
dai variegati frutti.
La scaletta di Highway Butterfly
e tutti gli interpreti:
Traveling After Dark - Aaron Lee Tasjan Need Shelter - Jaime Wyatt You Don't See Me Crying - Beachwood Sparks & GospelbeacH No One Above You - Marcus King w/ Eric Krasno Feathers For Bakersfield - Fruit Bats All The Luck In the World - Billy Strings w/ Circles Around The
Sun Sweeten The Distance - Dori Freeman w/ Teddy Thompson Time Down The Wind - Hiss Golden Messenger Me & Queen Sylvia - Johnathan Rice Wisest Of The Wise - Mapache Freeway To The Canyon - Phil Lesh & The Terrapin Family Band Feel No Pain - Leslie Mendelson Detroit Or Buffalo - Jonathan Wilson w/ Hannah Cohen Day In The Sun - Susan Tedeschi and Derek Trucks Bird With No Name - Jimmy Herring w/ Circles Around The Sun Maybe California - Shooter Jennings White Fence Round House - Vetiver December - Todd Sheaffer Grand Island - Courtney Jaye Superhighway - Oteil Burbridge, Nick Johnson, Steve Kimock, John
Morgan Kimock & Duane Trucks Willow Jane - Britton Buchanan Too Much To Ask - Kenny Roby w/ Amy Helm Time And Trouble - Bob Weir, Jay Lane & Dave Schools Death Of A Dream - J Mascis The Cold and The Darkness - Tim Heidecker Free To Go - Warren Haynes So Far Astray - Rachel Dean Highway Butterfly - Steve Earle & The Dukes Angel And You're Mine - Victoria Reed Pray Me Home - Jason Crosby Lost Satellite - Lauren Barth The Losing End Again - Jesse Aycock These Days With You - Puss N Boots Cold Waves - Tim Bluhm w/ Kyle Field Best To Bonnie - Zephaniah Ohora w/ Hazeldine Let It All Begin - The Mattson 2 You'll Miss It When It's Gone - Cass McCombs, Ross James, Joe Russo,
Farmer Dave Scher & Dave Schools Fell On Hard Times - Angie McKenna Raining Straight Down - The Allman Betts Band Soul Gets Lost - Hazy Malaze w/ Jena Kraus I Will Weep No More - Robbi Robb