[Home]
 
 
Condividi
 
 

Autori Vari
More Than A Whisper: Celebrating The Music Of Nanci Griffith
[Craft/ Rounder records 2023]

Sulla rete: rounderrecords.bandcamp.com

File Under: Letteratura, stivali e radici


di Gianfranco Callieri (18/10/2023)

Nell’epoca in cui le informazioni viaggiano, a velocità sconsiderata, su cavi di fibra ottica in grado di trasmettere un’infinità di dati, in tempo reale, a tutto il mondo, è forse più facile rendersi conto di quale importanza abbia rivestito l’operazione con la quale, dalla fine dei Settanta e poi per tre decenni recanti in dote dischi spesso memorabili, la texana Nanci Griffith diede dignità artistica, letteraria e di contenuto a un genere - il country e il folk del proletariato bianco - spesso ritenuto appannaggio esclusivo della parte meno istruita del paese.

D’improvviso, grazie alle canzoni di Griffith, al suo wordplay ricercatissimo, alle strofe colte e forbite di un’autrice capace come pochi di descrivere gli umori, i volti, i colori e le storie minime di un Sud immortalato in toni dimessi ma tutt’altro che rinunciatari, il «blues dell’uomo bianco» dimostrò di saper integrare, nel proprio dettato, riferimenti letterari, viaggi, esplorazioni, sogni teologici e mitologici, constatazioni etnografiche, scarti metafisici e insomma tutto ciò che rende patrimonio culturale una manifestazione dell’ingegno umano.

Passata Griffith a miglior vita, anzitempo seppure per cause naturali, nell’agosto del 2021, a soli 68 anni, ecco apparire, nel giro di un biennio, questo More Than A Whisper: Celebrating The Music Of Nanci Griffith al quale, data la presenza di John Prine (scomparso addirittura un anno prima dell’artista qui celebrata), i suoi artefici stavano senz’altro lavorando da diverso tempo. E invece esce, oggi, quasi in concomitanza col quadruplo cofanetto Working In Corners, sempre curato dalla Craft e contenente i primi quattro album della musicista di Austin, compresi due autentici capolavori come Once In A Very Blue Moon (1985) e The Last Of The True Believers (1986).

La soprannaturale grazia folk-pop di quelle opere sverniciate da un country intenso e antiretorico era merito anche di Jim Rooney da Boston, uno dei pionieri delle sonorità Americana, che in More Than A Whisper: Celebrating The Music Of Nanci Griffith ritorna come produttore dei brani di Iris DeMent (al solito strepitosa per sensibilità spiritual in una Banks Of The Pontchartrain da antologia), di quello della coppia composta da Lyle Lovett e Kathy Mattea (di sublime eleganza elettroacustica una volta alle prese con i bucolici ricordi d’infanzia di Trouble In The Fields) e dell’insolito duetto tra il citato Prine e la bravissima Kelsey Waldon (provate a recuperare il suo No Regular Dog) su Love At The Five & Dime, una di quelle occasioni in cui il romanzo in miniatura del prototipo - biografia in versi della relazione tra il musicista in erba Eddie e la studentessa Rita, entrambi svanenti nel grande nada della provincia americana - finisce per trasformarsi in una dichiarazione di fede nella possibilità di connettere in modo nuovo passato e presente.

In un certo senso, More Than A Whisper: Celebrating The Music Of Nanci Griffith è un tributo appaltato ai produttori, perché vi suonano riconoscibilissime sia la mano molto anni ’90 di John Leventhal (peraltro impeccabile nello scontornare la Sarah Jarosz country-folk di una bellissima You Can’t Go Home Again) sia quella quasi arcana di Buddy Miller (accompagnatore unico di Emmylou Harris in una suggestiva Love Wore A Halo dalle risonanze folkie), sia il tocco pressoché ambient del vaporoso Doug Lancio (alle spalle di Aaron Lee Tasjan nella rivisitazione pianistica di Late Night Grande Hotel) sia quello scorticato di Ray Kennedy (inevitabile direttore d’orchestra dello Steve Earle fuligginoso e incalzante di It’s A Hard Life Wherever You Go). Altrettanto evidente è l’impronta estetica di Mary Gauthier, stavolta responsabile delle liner-notes del CD e di nuovo affiancata da Neilson Hubbard, nonché dagli archi del nostro Michele Gazich, nel riversare un po’ di ghiaccio e neve sull’invernale traduzione di More Than A Whisper, penultimo capitolo in scaletta prima di una From A Distance riletta dai War And Treaty guardando al Jackson Browne di mezzo secolo fa.

Molto resterebbe da dire sugli altri partecipanti al progetto (interessante la Radio Fragile degli expat britannici Ida Mae, inutilmente virtuosistica la collaborazione tra Molly Tuttle e Billy Strings in Listen To The Radio) e sul repertorio oggetto di nuovi trattamenti, sulle dinamiche imprevedibili di una scrittura polifonica con cui la Griffith, tra le altre cose, avrebbe voluto reificare la vulnerabilità e la fatica dell’essere donne, per di più erudite e introspettive, in un mondo regolamentato dagli uomini. Il consiglio più sensato, però, è forse quello di indugiare nell’ascolto in prima persona: affinché possano abbandonarsi per interposta persona alle virtù di un’autrice sopraffina gli estimatori di Nanci Griffith, affinché trovino la loro introduzione a uno dei tesori della musica americana tutti gli altri.

La scaletta
1. You Can't Go Home Again - Sarah Jarosz
2. Love at the Five & Dime - John Prine,Kelsey Waldon
3. Listen to the Radio - Billy Strings, Molly Tuttle
4. Love Wore a Halo (Back Before the War)- Emmylou Harris
5. Trouble in the Fields - Lyle Lovett, Kathy Mattea
6. Gulf Coast Highway - Brandy Clark
7. Outbound Plane - Shawn Colvin
8. Radio Fragile - Ida Mae
9. It's a Hard Life Wherever You Go - Steve Earle
10. Late Night Grande Hotel - Aaron Lee Tasjan
11. Ford Econoline - Todd Snider
12. Banks of the Pontchartrain - Iris Dement
13. More Than a Whisper - Mary Gauthier
14. From a Distance - The War and Treaty



    

 


<Credits>