Gregg Allman 
The Soul of a Southern Man 

[di Paolo Baiotti]

in memory of Gregg Allman (Nashville, 8 dicembre 1947 – Savannah, 27 maggio 2017)

La prima cosa che viene in mente vedendo alcuni volti e ascoltando alcune voci è l'impressione che esprimano sensazioni profonde e che siano lo specchio dell'anima. E' il caso di Gregory LeNoir Allman, per tutti Gregg, nato a Nashville l'8 dicembre del '47 e morto il 27 maggio scorso nella sua casa di Savannah, Georgia. Se vedete qualche video degli ultimi concerti su Youtube o di recenti interviste, il viso scavato e malinconico di Gregg sembra quello di un uomo che abbia vissuto più di una vita. Quanto alla sua voce, già alla fine degli anni sessanta era di una tale profondità ed espressività da farlo considerare il migliore cantante bianco di blues e soul, l'unico (o uno dei pochi) a poter essere paragonato ai grandi cantanti di colore. Tra il '47 e il '79 Gregg ha vissuto 32 anni pazzeschi e incredibili, pieni di trionfi e dolori, scalate e cadute, eccessi e sofferenze, amori e gossip che avrebbero ucciso un toro. Ne è uscito con il fisico minato e l'anima spezzata, ma è sopravvissuto e ha resistito fino a pochi giorni fa, sempre o quasi in piedi, sempre o quasi sul palco.

La vita di Gregory parte in salita con la morte violenta del padre, un capitano dell'esercito ucciso da un autostoppista al quale aveva dato un passaggio quando aveva due anni. Il rapporto con la madre Geraldine è forte e contrastato. Lei, una donna tosta che deve mantenere due figli e che non si risposerà mai, è costretta a mandare Gregg e il fratello maggiore Duane (1946) alla Castle Heights Military Academy, un collegio militare odiato dai due ragazzi, insofferenti alla disciplina. Nel '59 la famiglia si sposta a Daytona Beach, dove i fratelli iniziano a suonare. La carriera professionale inizia con gli Hourglass ingaggiati dalla Liberty nel '67. Incidono due dischi e si trasferiscono a Los Angeles, ma i rapporti con la label, che tende a presentarli come un gruppo pop, sono conflittuali. I fratelli amano il blues e il soul… Duane litiga con i discografici e torna in Florida, dove diventa un apprezzato session man, mentre Gregg resta in California tentando di emergere come autore, Quando Duane forma The Allman Brothers Band con due chitarristi e due batteristi, capisce che gli manca un elemento per completare il puzzle: un cantante…suo fratello Gregg. Dopo molte esitazioni, il ragazzo ritorna in Florida nel marzo del '69 iniziando un'avventura che resterà negli annali della musica americana, chiusa il 28 ottobre del 2014 con l'ultimo trionfale concerto al Beacon Theatre di New York.

Il 29 ottobre del '71 è il giorno che trasforma un'ascesa in un dramma: mentre At Fillmore East, il leggendario doppio dal vivo, forse il miglior disco live della storia del rock (stupendo in tutte le edizioni che trovate in commercio: il concerto originale in doppio vinile e singolo cd, il doppio cd The Fillmore Concerts del '92, il cofanetto sestuplo del 2014) ha ottenuto il primo disco d'oro, Duane muore a Macon in uno scontro tra la sua moto a un camion. Gregg suona Melissa al suo funerale, ma stenta a riprendersi. Si sente responsabile, come ha scritto nella sua autobiografia 'My Cross To Bear' (William Morrow 2012), per avere avuto una discussione burrascosa con Duane il giorno dell'incidente per questioni di droga. La band continua, è proprio Gregg a decidere, ma il leader musicale e spirituale non c'è più. Cerca di sostituirlo il bassista Berry Oakley, suo carissimo amico…per poco perché anche Berry, devastato dalla perdita di Duane, muore in circostanze simili sempre a Macon l'11 novembre del '72. Tragedie e successi si susseguono inesorabili. Eat A Peach sale al n. 4 nel '72, Brothers And Sisters al n. 1 nel '73. Ma la band non esiste più se non per suonare. La fratellanza, l'affetto e la passione sono sepolti da litri di superalcolici e da quantità industriali di droghe di ogni tipo. Dickey Betts, rimasto come unico chitarrista, diventa il leader musicale del gruppo; Gregg non ne ha voglia, è troppo inebetito dagli stupefacenti e da una vita caotica. I rapporti personali si incrinano, specialmente quello tra Allman e Betts. Nella autobiografia Gregg racconta che quando i ragazzi salgono sul nuovo aereo personale noleggiato per il tour vengono accolti al bar da una scritta bianca "Welcome Allman Bros" scritta con la cocaina. Ma il peggio deve ancora venire.

Il cantante sposa Cher che il giorno prima ha divorziato da Sonny Bono, diventando una star del mainstream oggetto di gossip sempre più esasperanti, anche perché il matrimonio è disastroso. Dopo una settimana Cher chiede il divorzio, poi cambia idea. Tra litigi continui il duo pubblica anche un disco che avrebbe fatto meglio a lasciare in archivio, ma la separazione è inevitabile. Diventa uno sposo seriale: sei matrimoni, cinque figli, undici ricoveri per disintossicarsi e la controversa testimonianza al processo per droga a sfavore del roadie Scooter Herring che segna la fine della band, perché i compagni non gli perdonano questo comportamento. Gli Allman Brothers si riuniscono tra il '79 e l'82: gli anni ottanta non sono il periodo giusto per il rock del sud e per il blues. Tuttavia, dopo un periodo nel quale Gregg suona con la sua band in locali di secondo piano e consuma quantità enormi di alcolici, ottiene un contratto con la Epic e pubblica I'm No Angel nell'87 ottenendo un successo sorprendente e rilanciando la sua carriera solista che negli anni settanta aveva coltivato in modo distratto, riuscendo comunque a pubblicare un disco ottimo (Laid Back, Capricorn '73) e uno discreto (Playin' Up A Storm, Capricorn '77). Da qui riparte l'avventura con The Allman Brothers Band.

I quattro membri originali (Allman, Betts e i due batteristi Butch Triuks e Jaimoe) sono affiancati da due nuovi componenti che rivitalizzano il gruppo: Warren Haynes alla chitarra (finalmente torna la doppia chitarra) e Allen Woody al basso. Pubblicano tre dischi in studio eccellenti tra il '90 e il '94, ma dopo un periodo di serenità lo scontro tra la personalità debordante e dittatoriale di Dickey Betts da una parte (l'unico ancora pesantemente afflitto da problemi di dipendenza) e quelle insofferenti di Allman e Trucks provoca l'allontanamento di Betts. Dopo una fase confusa l'arrivo dal cielo, benedetto da Duane, del talentuoso Derek Trucks riporta in gruppo anche Warren Haynes, aprendo una fase serena e stabile durata una quindicina d'anni fino allo scioglimento del 2014. Nel frattempo la salute di Gregg peggiora; nel 2007 gli viene diagnosticata l'epatite C, l'anno dopo tre tumori al fegato. Nel 2010 si sottopone a Jacksonville ad un trapianto di fegato. Il fisico è indebolito, ma il musicista non molla, anche se nel 2012 deve disintossicarsi dai farmaci. Gli Allman Brothers diventano praticamente la house band del Beacon Theatre di New York (238 concerti sold out!) e girano con maggiore parsimonia, mantenendo una qualità sorprendente. Gregg continua anche a suonare con la sua band, incide l'ottimo Low Country Blues che lo riporta nella top ten americana e rivitalizza la sua vita privata con la nuova compagna Shannon Williams, sposata nel febbraio di quest'anno, migliorando anche i rapporti con i figli Michael Seen, Devon, Elijah Blue, Delilah Island e Layla Brooklyn.

Suona ancora nel 2016, pur essendo costretto a rinviare alcune date. Un tour annunciato per la prossima estate viene annullato, lasciando presagire un peggioramento delle condizioni fisiche. Riesce a incidere in studio Southern Blood, prodotto da Don Was, che dovrebbe essere il suo testamento musicale, previsto per il prossimo settembre, ma annulla le esibizioni dal vivo. Le notizie sempre più preoccupanti sulla sua salute trovano una triste e definitiva conferma il 27 maggio. Alan Paul, autore di 'One Way Out', biografia della band di Macon, ha scritto nelle note di One More Try (Polygram 1997), splendida doppia antologia di Gregg farcita di inediti e rarità: "La musica con un'anima non si limita ad intrattenere, parla. E non si limita a parlare; ha qualcosa da dire. Gregg Allman ha un'anima. Ascoltatelo cantare e non sentirete solo parole, ma determinazione, sofferenza, desiderio e amore. Tutto questo in ogni nota, perché ciò che fa rappresenta il suo essere. La musica di Gregg è la sua vita. E' la sua terapia, il suo modo di esprimere gioia e dolore, di gridare nella sofferenza e di respirare con fatica. Non c'è un muro tra l'artista e l'arte; tutto quello che ha viene espresso con la musica".



 


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