Angela
Davis Blues
e femminismo nero Gertrude
“Ma” Rainey, Bessie Smith e Billie Holiday [Alegre,
pp. 318]
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a cura di Gianni Del Savio -
Nata a Birmingham, Alabama (1948), dai '60 in poi
Angela Davis è divenuta una delle più importanti voci della cultura
e militanza afroamericane, anche attraverso drammatiche vicissitudini
personali, tra cui l'allontanamento dalla cattedra universitaria di
filosofia (California), sollecitato dal governatore Ronald Reagan ('69),
incarico che le verrà poi riconfermato, e l'incarcerazione per “concorso
in omicidio” ('70; assolta nel '72). Lei è un riferimento particolare
per il ruolo delle donne soprattutto all'interno della comunità nera
e per la lotta contro il machismo insito nella stessa, pure quella “rivoluzionaria”.
La sua figura è rintracciabile anche nell'ottimo The
Black Power Mixtape 1967-1975, documentario di Goran Ollson, del
2011.
E' autrice di vari testi, alcuni tradotti in italiano, a partire da
“Autobiografia di una rivoluzionaria” (Garzanti, 1975). Nel '98 esce
il suo significativo e corposo “Blues legacies and black feminism” (Pantheon),
riferito al repertorio di Gertrude “Ma” Rainey, Bessie Smith
e Billie Holiday. Tre grandi artiste che, in tempi e modi diversi,
hanno dato voce alla cultura black: intrattenimento musicale, pensiero,
“filosofia” dei rapporti interpersonali, con ampio uso di metafore sessuali
e analisi dei contenuti socio-razziali. La Davis si dedica a molti dei
loro brani, costruendo il libro con approfonditi esami dei significati
- varie liriche analizzate con “precisione chirurgica” -, nonché sull'atteggiamento
personale delle tre grandi interpreti blues, rurale e urbano, e jazz
(con “sconfinamenti pop”).
Il pregevole libro è stato ora pubblicato in italiano, escludendo i
due capitoli finali con i testi completi di Rainey e Smith (quelli della
Holiday non ci sono neppure nell'originale), con la prefazione a cura
di Raffaela Baritono, docente dell'Università di Bologna, che traccia
le linee essenziali del percorso davisiano. L'autrice dell'Alabama fa
un'analisi dei significati e delle modalità interpretative, con profondità
e passione, fino a proporre testi che sembrerebbero semplicistici e
“fragili” come, ad esempio quelli espressi da Poor
Man's Blues e Washwoman's Blues di Bessie Smith, e altri
toccati da Ma Rainey (Chain
Gang Blues, tra questi), che contengono messaggi sociali. Riferendosi
alle due grandi blueswomen, il cui atteggiamento espressivo spesso non
dà modo di equivocarne le finalità sessuali, afferma che alcuni studiosi,
tra cui Samuel Charters e Paul Oliver, ne hanno comunque trascurato-sottovalutato
il valore critico. Di fatto, precisa la Davis, proprio grazie anche
a loro due, il blues arcaico-rurale (Rainey) e quello “cittadino” (Smith)
forniscono vari esempi, non solo metaforici, di forte critica socio-razziale,
persino di disillusione nelle aspettative di un nord “paradisiaco”,
dove altre forme “più sottili” di razzismo (non più i pioppi di Strange
Fruit...), in non pochi casi faranno rimpiangere il vecchio sud.
Con modalità diverse, è così anche per la più “moderna” e raffinata
Holiday, di cui l'autrice valorizza molti passaggi descrittivi e interpretativi,
formalmente “standard”, ma pur sempre stimolanti e indicativi dei rapporti
personali e non solo, e della sua consapevolezza, al di là delle apparenze
(lei stessa modificò il testo della remissiva Billie's Blues/I Love
My Man del '36: nel '44 aggiunse la minaccia all'uomo violento:
“... but before I'll be your dog, I'll see you in your grave...”, ndr).
L'affondo socio-critico, è effettuato nel capitolo dedicato all'immortale
Strange Fruit – Musica e coscienza sociale, dove peraltro l'autrice
afferma che Billie non aveva mai visto un linciaggio (“antefatto” che
invece, nel film Gli
Stati Uniti contro Billie Holiday, di Bill Daniels, è usato come
momento primario di consapevolezza). Ma nulla toglie alla grandezza
e importanza della sua interpretazione. La Davis ricorda che, oltretutto,
quel brano anticipa i temi sociali di cui si occuperà anche Nina Simone...
E' un intricato viaggio fra metafore, sottintesi, soprattutto del mondo
femminile . Le relazioni interpersonali, la solidarietà e la speranza
di salvare il rapporto col proprio uomo, o con un'altra donna, ed evitare
che lui/lei la abbandoni. Nel far questo mette in evidenza i contenuti
sociali che fanno da sfondo o addirittura che li causano o ne conseguono.
Tosto e impegnativo, culturalmente ricco di riferimenti, significati
reconditi, rivelazioni metaforiche, rimandi. Esaustiva bibliografia
finale. Peccato manchi l'indice. Comunque irrinunciabile.