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Leeroy
Stagger
Everything is Real
[Blue
Rose 2009]
Grazie al precedente Depression River, musicalmente condiviso con i Sinking
Hearts, aveva un po' confuso le acque, presentandosi quale songwriter
intriso di quell'immaginario desolato da small town, che sembrava collocarlo
nella più smarrita terra americana, magari lungo il corso del Mississippi.
Leeroy Stagger invece era e continua ad essere un ragazzo di Victoria,
Canada, con un paio di lavori indipendenti alle spalle che stemperavano
la formazione folk attraverso qualche mira pop mai nascosta (in particolare
nel secondo episodio, l'irrisolto Beautiful
Love). Accantonata al momento l'esperienza comune, e poco felice
a mio parere, degli ESP,
trio di storyteller inventato di sana pianta insieme a Tim Easton e Evan
Phillips (guarda caso entrambi li ritroviamo ospiti nel nuovo disco),
Stagger ritorna sui passi solisti che così tante soddisfazioni gli hanno
regalato nel recente passato.
Se il citato Depression River aveva fatto innamorare più di un orfano
del languido suono alternative-country della prima epoca, con le sue storie
di cuori infranti e autentici loser, Everything is Real lascerà
spiazzati per il suo taglio mainstream rock che si mette alla ricerca
di ballate passionali, rock'n'roll spediti (la title track schizza via
sull'incedere punk più stradaiolo e lascivo) e qualche tinta sudista (una
trascinante Higher than Heaven). Sensazioni
che nell'insieme allineano il nostro fra i discepoli del seminole della
Florida, ovvero mr. Tom Petty, citato a mani basse in più di una occasione
(fin troppo palese l'omaggio in Hell of a Life…ve
la ricordate Anything That's Rock'n'Roll?). Registrato ancora al fianco
del produttore John Ellis, l'album riflette un anno di lavoro in
cui l'anima elettrica ha spiccato il volo, nonostante Leeroy Stagger abbia
perso un poco la stoffa dello storyteller per abbracciare brani diretti
e semplici, dove contano le esperienze sui palchi, la sue "dipendenze"
finalmente sconfitte e di conseguenza i sentimenti più istintivi.
Ci sono tuttavia abbastanza tempi medi e ballate imbrattate di country
rock per racchiuderlo una volta di più fra i seguaci di Ryan Adams, per
lo meno quello più rotondo e "nashvilliano" che sembra essersi assopito
di recente: da Red Bandana al dolce
walzer di Too Many Rainy Days (alla
seconda voce lo scozzese Roddy Hart), dalla cadenzata Snowing
in Nashville alla chiusura in crescendo di Another
Friday Night l'intreccio di chitarre (l'ottimo Kevin Kane dai
Grapes of Wrath), steel e organi abbozza un sound figlio legittimo dell'american
rock più classico di questi anni. Se ci aggiungete la presenza di Neal
Casal fra le maglie di Sleep Alone,
garbato pop rock che dimostra l'appeal melodico dell'autore Stagger, allora
capirete che il cerchio si chiude alla perfezione. Riduttivo forse liquidare
Everything is Real con tali rapidi paragoni, ma nascono spontaneamente
e non dimuiniscono in ogni caso il valore di queste canzoni: sono piccoli
contenitori di citazioni che mostrano forse qualche soggezione di troppo,
eppure suonano rincuoranti e familiari.
(Fabio Cerbone)
www.leeroystagger.ca
www.myspace.com/leeroystagger
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