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Vari I'm
Not There, Original Soundtrack 2CD
[Columbia/ Sony 2007]
Del film I'm
Not There abbiamo già ampiamente parlato, ma a distanza di qualche
settimana dobbiamo aggiungere che l'opera di Todd Haynes nelle sale italiane
è andata malissimo, con il risultato di farne la pellicola più incompresa degli
ultimi anni. Il problema non è stato certo Bob Dylan e l'interesse che è ancora
possibile creare intorno al suo mito, quanto il fatto che il film è stato descritto
da più parti come un'accozzaglia di riferimenti alla sua vita e alla sua musica
comprensibili solo per gli appassionati più stretti. Difficile quindi che il pubblico
poco attento ai particolari potesse essere interessato ad una storia che non raccontasse
le note proteste politiche e la Beat Generation, ma la vita di sei personaggi
che con il Dylan di pubblico dominio hanno veramente poco a che spartire. La colonna
sonora, uscita più tardi per accompagnare l'uscita del film negli States, condivide
lo stesso coraggio della pellicola nel non concedere nulla a questa immagine inevitabilmente
massificata di Dylan. Così laddove una semplice biografia sarebbe stata accompagnata
da un mix di canzoni originali e rivisitazioni offerte da artisti "à la page"
per il grande pubblico, qui ci troviamo di fronte ad un doppio cd di cover offerte
da un'intelligente selezione dei nomi più interessanti della scena indie-roots
più o meno moderna.
Innanzitutto i curatori Randall Poster e Jim
Dunbar hanno avuto la splendida idea di utilizzare due band fisse per accompagnare
i diversi artisti, con il risultato di avere non il solito insieme di frattaglie
musicali tipico dei tribute-album, ma un progetto unitario dal punto di vista
sonoro e con piena dignità di album a sé stante. A fare da house-band sono nientemeno
che i Calexico e un supergruppo creato per l'occasione e ribattezzato The
Million Dollar Bashes, un combo formato da Lee Ranaldo e Steve Shelley dei
Sonic Youth, Tom Verlaine, il bassista Tony Garnier, il chitarrista dei Wilco
Nels Cline, il chitarrista Smokey Hormel e l'organista John Medeski. 33 cover
più il brano di Dylan che dà il titolo al film, una delle tante outtakes dei Basement
Tapes registrata con la Band, che viene comunque riproposta e decisamente migliorata
anche dai Sonic Youth. Oltre ad aver vinto la sfida di offrire una selezione di
artisti per nulla scontata, l'altra grande prova vinta dal disco è quella di non
risultare assolutamente inutile nonostante la materia presente sia in alcuni casi
strasentita e strarivisitata.
Quante versioni conosciamo ad esempio di
All Along The Watchtower o di Knocking
On Heaven's Door per averne bisogno di una nuova? Tante, troppe, eppure
la travolgente cavalcata elettrica offerta da un Eddie Vedder sempre più
in stato di grazia o la celestiale visione del cielo offerta dalla voce di Antony
& The Johnsons rendono anche queste nuove versioni particolari e necessarie.
E il discorso vale anche per altri evergreen del songbook dylaniano come la Just
Like A Woman offerta da un'evanescente quanto fascinosa Charlotte
Gainsbourg o per la sorprendente versione tex-mex di
One More Cup Of Coffee (con i Calexico, of course) offerta da Roger
McGuinn, uno che con le canzoni di Dylan è nato e probabilmente morirà. Ma
il vero paradiso per dylanofili è ascoltare una pletora di brani "minori", pescati
in gran parte dagli anni 60, rivisitati da artisti davvero "di nicchia" come i
clamorosi Hold Steady, gli eterei Glen Hansard & Market Irglova, l'imprevedibile
Iron & Wine che stravolge un testo difficile come Dark
Eyes o una Cat Power sempre più padrona dei suoi mezzi che sporca
di soul un testo sacro come Stuck Inside Of Mobile With
The Memphis Blues Again. Ma non ci sono solo nomi di ultima generazione,
oltre al già citato McGuinn, vengono riesumati con successo anche altre vecchie
lenze come Richie Havens con le sue nervose cavalcate acustiche, un Willie
Nelson perfettamente calato nelle atmosfere di Señor,
e l'immancabile Ramblin' Jack Elliott che folkeggia Just Like Tom Thumb's Blues
trasformandola nel brano che Pete Seeger avrebbe voluto sentire in quel famoso
festival di Newport del 1965. Oppure mostri sacri del rock di fine anni settanta
come Tom Verlaine o uno splendido John Doe che nobilita il gospel di Pressing
On e offre una davvero azzeccata interpretazione di I
Dreamed I Saw St. Augustine, o semplici nomi di primo piano per il
mondo roots come il sofferto Jeff Tweedy di Simple
Twist Of Fate o i fin troppo impeccabilmente prevedibili Los Lobos
di Billy 1.
E ancora rappresentanze dal rock anni 90 con il solito Mark
Lanegan e uno Stephen Malkmus calato in pieno gusto sixties, ricordi dei bassifondi
degli 80 come i mai dimenticati Yo La Tengo (ottima la loro Fourth Time Around)
o nuovi eroi dei sotterranei del nuovo millennio come quel Jim James dei My
Morning Jacket che rende perfetta Going To Acapulco,
gli spigolosi Black Keys contro le dolci smussature del suono di Jack Johnson
e Sufjan Stevens, e tanti altri che non citiamo giusto per non ridurci a fare
un mero elenco della spesa. Quello che ci preme evidenziare infatti non è tanto
chi si distingue e chi fallisce nel rileggere i testi dylaniani (lasciamo al gusto
di ogni singolo ascoltatore questo divertente giochetto), ma piuttosto quanto
questo disco, coinvolgendo artisti di ogni età ed estrazione, abbia voluto diventare
un definitivo tributo alla musica americana tutta, vista come un'unica grande
famiglia che continua a rigenerarsi di decennio in decennio senza mai dimenticare
le radici comuni.
E Dylan in tutto questo fa solo da collante, qui la
sua veste non è quella di protagonista ma di semplice nume tutelare, e di certo
non ha bisogno di altri omaggi perché ne esistono già parecchi e molto più mirati
sulla sua figura di questo (penso quest'anno al Dylanesque
di Bryan Ferry o alle mille sue cover che continuano ad uscire, non ultime quelle
del recentissimo David Gray). E in un certo senso, visto che l'elenco degli artisti
coinvolti sembra stilato da un nostro attento lettore, potremmo tranquillamente
e senza falsa modestia considerarlo un tributo a tutti noi e al nostro mondo musicale,
una sorta di ideale "rootsparty" dei nostri beniamini per festeggiare la nostra
più grande passione. (Nicola Gervasini)
Disc 1 1. All Along the Watchtower - Eddie Vedder & The Million Dollar
Bashers 2. I'm Not There - Sonic Youth 3. Goin' To Acapulco - Jim
James & Calexico 4. Tombstone Blues - Richie Havens 5. Ballad Of a Thin
Man - Stephen Malkmus & The Million Dollar Bashers 6. Stuck Inside Of Mobile
With the Memphis Blues Again - Cat Power 7. Pressing On - John Doe
Listen Listen 8. Fourth Time Around - Yo La Tango 9. Dark Eyes -
Iron & Wine & Calexico 10. Highway 61 Revisited - Karon O & the Million
Dollar Bashers 11. One More Cup Of Coffee - Roger McGuinn & Calexico 12.
The Lonesome Death Of Hattie Carroll - Mason Jennings 13. Billy 1
- Los Lobos 14. Simple Twist Of Fate - Jeff Tweedy 15. Man In the Long
Black Coat - Mark Lanegan 16. Senor (Tales Of Yankee Power) - Willie
Nelson & Calexico Disc 2 1. As I Went Out One Morning -
Mira Billotte 2. Can't Leave Her Behind - Stephen Malkmus & The Million
Dollar Bashers 3. Ring Them Bells - Sufjan Stevens 4. Just Like a Woman
- Charlotte Gainsbourg & Calexico 5. Medley: Mama, You've Been On My Mind/A
Fraction Of Last Thoughts On Woody Guthrie - Jack Johnson 6. I Wanna Be
Your Lover - Yo La Tengo 7. You Ain't Goin' Nowhere - Glen Hansard
& Marketa Irglova 8. Can You Please Crawl Out Your Window? - The Hold Steady
9. Just Like Tom Thumb's Blues - Ramblin' Jack Elliott 10. The Wicked
Messenger - The Black Keys 11. Cold Irons Bound - Tom Verlaine & the
Millions Dollar Bashers 12. The Times They Are a Changin' - Mason Jennings
13. Maggie's Farm - Stephen Malkmus & The Million Dollar Bashers 14. When
the Ship Comes In - Marcus Carl Franklin 15. Moonshiner - Bob Forrest
16. I Dreamed I Saw St. Augustine - John Doe 17. Knockin' On Heaven's
Door - Antony & The Johnsons 18. I'm Not There - Bob Dylan with The
Band |