:: John Trudell
La libertà è una bugia


Quando l'organizzatore della rassegna "Musica in Collina" mi ha chiesto di intervistare John Trudell in occasione del suo concerto olgiatese non sapevo che cosa dire: un artista di origine Sioux con una storia drammatica alle spalle che grazie alla propria Arte è riuscito a risorgere e a ricomporre una vita spezzata. Un artista il cui percorso musicale è stato seguito inizialmente da Jackson Browne, e sul quale è ora la bellissima Angelina Jolie ad aver deciso di investire. Un artista che ammiro profondamente. Che altro potevo fare? Ho accettato. Mancano circa tre ore all'inizio del concerto quando John Trudell mi raggiunge in platea ed appare subito estremamente solare e disponibile, con una timidezza di fondo che è bilanciata da un grande senso dell'umorismo. Quella che segue è la nostra conversazione.
(di Massimo Baraldi)

© Massimo Baraldi
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L'intervista

Olgiate Comasco, 13 gennaio 2006

John, è un grande piacere incontrarti e vorrei porti qualche domanda. Hai sviluppato il concetto che tutti noi siamo "Blue Indians" (n.d.a.: blue è da lui usato in relazione all'espressione "blue collar" che indentifica gli operai, i "colletti blu"): cosa significa esattamente?

Bè, io mi guardo intorno e vedo che il mondo è diventato una "Riserva Industriale". Sai, c'è una classe dirigente industriale su questo pianeta ed ha trasformato tutte le nazioni e tutti i paesi in un'enorme Riserva. Così, tutti i popoli che sono cittadini di queste nazioni stanno affrontando ora ciò che gli Indiani hanno affrontato in passato: insicurezza economica, le loro vite sono… loro non sopravviveranno: qualcosa sta assumendo il controllo delle loro vite. Così, questo è ciò che intendo: ognuno è un Indiano, ora

È un concetto interessante. Cosa intendi esattamente? Qual è il significato della parola Riserva per te: convivenza o segregazione?

Riserva per me… Riserva significa che qualcun altro sta controllando la tua vita, chiaro? Questo è ciò che significa

Quale pensi sia la via per uscire da questa situazione? È uno scenario terribile quello al quale ci troviamo innanzi

Penso che dobbiamo usare la nostra intelligenza. Chiaramente e coerentemente. Penso che dobbiamo pensare la nostra via attraverso tutto questo. Non lo stiamo facendo, ora. Non stiamo pensando la nostra via attraverso un bel niente. Tutti sono occupati a reagire emozionalmente alle paure e ai pericoli e alle insicurezze. Dentro le loro teste, fuori dalle loro teste: tutti reagiscono emozionalmente, nessuno si prende il tempo per pensare chiaramente e coerentemente. Questo è ciò che dobbiamo fare

C'è una cosa che mi ha molto sorpreso nel tuo lavoro: hai speso la tua vita lottando per i diritti dei Nativi Americani ed affrontando esperienze che avrebbero potuto spezzare lo spirito più forte, ma nella tua Arte non trovo alcun senso di commiserazione o di rancore personale: il tuo messaggio sembra essere più alto. Ti va di parlarne?

Bè, non lo so, perché non ho mai guardato a ciò che sto facendo come al tentativo di portare un messaggio, così non… non penso a me stesso come ad un messaggero con un messaggio, io sono io e mi comporto nel modo in cui mi comporto e faccio ciò che faccio perché sono io, e questo è ciò che faccio. Non direi che c'è qualcosa che va nella direzione del messaggio, o direi che, più che un messaggio, è come se nel mio modo personale cercassi di patrocinare un uso chiaro e coerente della nostra intelligenza… perché, qualunque siano i problemi, sono riconducibili ad un'unica soluzione: in qualità di esseri umani dobbiamo assumerci la responsabilità della nostra intelligenza e utilizzarla chiaramente e coerentemente. E questo… io non so se questo sia un messaggio, ma è quanto penso in questo momento della mia vita. Vedo tutti i problemi che ci circondano e sai, non c'è una soluzione politica, non c'è una soluzione religiosa, non c'è una soluzione militare: tutte queste cose sono il problema (ride). Esse non sono la soluzione, quindi tu non troverai una soluzione all'interno del problema, devi guardare esternamente al problema e questa è la ragione per cui abbiamo semplicemente bisogno di usare la nostra intelligenza nel modo più chiaro e coerente che ci è consentito.
Fin dalla nascita siamo stati programmati a credere ciò che la classe oppressiva vuole che noi crediamo. Non siamo mai stati educati a pensare. Siamo stati programmati con dati ed informazioni per fare funzionare il sistema, così come ci si sarebbe comportati con una macchina. Non siamo stati educati come esseri umani. Non siamo stati educati a ricercare e vedere la conoscenza. Siamo stati educati a memorizzare, a credere e a vomitare fuori il tutto a comando. E quindi… quindi la situazione è seria.
Se vogliamo cambiare dobbiamo pensare in modo creativo: dobbiamo creare un uso coerente della nostra intelligenza.

Direi che tu sei un buon esempio in questo senso…

Oh, no! (ride) Non lo credo davvero! …ma io sono un esempio del fatto che non ha importanza chi siamo, cosa abbiamo attraversato o cosa abbiamo fatto: possiamo sempre essere coerenti ed intelligenti. Il portare qualunque coerenza è in sé valido, è importante. È l'incoerenza che noi portiamo che ci lascia esattamente dove ci troviamo, ed il reagire solo emozionalmente, bè, questo ci costringe in un cerchio di perpetua incoerenza. In molti dei casi in cui reagiamo emozionalmente, dopo aver avuto la reazione emozionale capiamo di non aver davvero espresso i nostri sentimenti, ma semplicemente sfogato la nostra frustrazione.

O qualcosa che stava solo in superficie

Già. Ed è esattamente ciò su cui dovremmo meditare: dovremmo sentire con i nostri sentimenti e pensare con la nostra intelligenza. Non dovremmo reagire emozionalmente, emozioni e sentimenti sono due cose diverse. Voglio dire, sono simili, ma i sentimenti sono per gli esseri umani. Sentimenti: questo è il modo per essere in comunicazione con gli esseri umani, i sentimenti poi sono gestiti attraverso le emozioni. Quindi abbiamo bisogno di sentire e pensare come esseri umani. Pensare chiaramente. Voglio dire, siamo stati programmati e condizionati a reagire in ogni occasione, c'è ora una difficoltà a mutare il nostro modello comportamentale così, subito, perché ormai siamo stati programmati. Ma se solo pensiamo chiaramente e coerentemente a ciò che ha senso, allora saremo obbligati a credere. Creeremo la soluzione al problema. Lo faremo davvero. Non comprendiamo il nostro potere in quanto esseri umani, semplicemente. Siamo stati programmati a credere che il potere sia nei soldi, nel governo, nella religione, nella gerarchia, nelle cose materiali, ma in realtà il potere per noi è in relazione all'uso chiaro e coerente della nostra intelligenza. Il potere non è nient'altro.
Voglio dire, possiamo rappresentare quel potere immaginando quanto male puoi sentirti con le tue insicurezze, le tue paure ed i tuoi dubbi. Quanto male puoi sentirti: questo è il potere della nostra intelligenza. Noi siamo stati programmati affinché perdessimo il potere della nostra intelligenza in questo modo, non siamo stati educati ad utilizzare il potere della nostra intelligenza in un modo più creativo e sano. Ce ne andiamo in giro pensando di essere impotenti e cose del genere, ma non è così.
Se ci picchiamo dritto dentro le teste nel modo in cui siamo stati programmati a fare, e ci riusciamo bene per davvero, allora non siamo impotenti! (ride) Questo è ciò che dobbiamo riconoscere e comprendere!

Guardando al passato, agli scontri degli anni '60, pensi che quanto è accaduto allora abbia portato dei cambiamenti per la nuova generazione? Che ne abbia migliorato la vita?

Bè, sì. Ha mantenuto una certa consapevolezza che qualcosa stava prendendo vita, fiorendo, ma ritengo che questo sia l'aspetto più significativo perché sai come va il sistema… nessuno ricorda. Sai, è come se in tre generazioni… la quarta generazione non ricorda ciò che la prima ha passato! Qualunque cosa noi abbiamo fatto negli anni '60 ha prodotto dei cambiamenti positivi per tanti versi, ma ovviamente quei cambiamenti positivi sono stati assorbiti dai cambiamenti negativi. È qua che ci troviamo ora. E perché esiste questa condizione? Questa condizione esiste perché ciò che facevamo era emozionalmente motivato. Non abbiamo usato la nostra intelligenza. Eravamo in gamba, abbiamo programmato nel modo giusto e tutto questo tipo di cose, ma non abbiamo usato la nostra intelligenza intelligentemente. Abbiamo usato la nostra intelligenza nel modo in cui eravamo programmati a fare. Non abbiamo utilizzato la nostra intelligenza per pensare a cosa ci trovavamo davanti. Abbiamo usato la nostra intelligenza per reagire alle nostre frustrazioni emozionali. Se guardi alle cose, questo è accaduto per secoli, per migliaia di anni. La classe oppressiva, nel corso della storia, ha trovato un metodo per allontanarci dalla consapevolezza della nostra relazione col potere. Così abbiamo creduto che lo detenessero, ma non era così. E loro hanno utilizzato il potere che noi credevamo detenessero per far girare il loro sistema. Il punto ora è che abbiamo bisogno di pensare come esseri umani, nuovamente. Gli esseri umani non vivrebbero nel modo in cui noi viviamo, no davvero. Non pensiamo come esseri umani, e questo è tutto ciò che dovremmo fare. È una soluzione semplice che presenta le sue complessità, perché bisogna che la gente comprenda… se ci PENSIAMO per davvero, senza dubbio la gente ha davvero bisogno di diventare responsabile. Libertà… tutti inseguono la libertà, ma la libertà è una bugia. La libertà è un'astrazione. La vita, prima di ogni altra cosa, è basata sulla responsabilità, la libertà non è nemmeno un cazzo di argomento. La libertà è un'illusione. Tutti se ne vanno in giro a cantare della propria libertà, ma se vai a guardare dentro la loro libertà, il loro CONCETTO di libertà, vedrai razzismo e sessismo e povertà e ricchezza estrema. Vedrai bordelli, gente malata, gente insicura… questa è libertà? Ed in qualunque di questi luoghi liberi tu metta piede, devi pagare le tasse, devi pagare per essere messo al mondo, devi pagare per essere sepolto… libertà?

Penso che ciò sia quanto accade in America, che è un simbolo di libertà

Certo. Certo. Accade in America, ma accade in Europa. Accade ovunque. L'unica differenza tra America ed Europa è che l'America ha un livello di accessibilità alle materie prime che l'Europa non ha. Ma questa è la differenza principale. Ci sarebbero poi altre differenze, di tipo culturale, perché qua in Europa la gente si ricorda chi è, cosa che non si può dire degli americani (ride).

Parlando dei tuoi versi, sono asciutti come polvere e caldi come sangue, sembrano istantanee di una decadenza umana ed al contempo mostrano pietà e speranza. Ascoltando le tue parole non ho potuto fare a meno di andare indietro con la memoria all'album di Bruce Springsteen Nebraska o a personaggi come Robert Johnson e Woody Guthrie: vedi qualche relazione con il loro lavoro?

Bè, l'unica connessione che vedo, poiché son sicuro che nessuno di loro ha mai ascoltato i miei lavori (ride), è che abbiamo un modo simile di vedere ed esprimere le cose. Ma ci sono anche altri a vederle così, non siamo soli, ovunque ci troviamo

Alla domanda: "In tema di musica non-di-Dylan, Bob Dylan che cassette o CD ascolta in questi giorni?" La risposta di Bob Dylan fu: "Mai sentito John Trudell? Recita le sue canzoni invece di cantarle ed ha una band veramente buona. C'è un sacco di tradizione in quello che fa" Non ci sono parole che possano descrivere il valore di Dylan come poeta e come musicista… come ti sei sentito la prima che hai avuto un contatto diretto con lui?

Come pensi che mi sia sentito? (scoppia a ridere)

Immagino tu abbia saltellato e strillato per giorni!

Eccome! Me ne stavo seduto a ripensarci (si dondola con aria gongolante). È stato grandioso! È stato ad Hollywood. Avevamo un concerto là. Mi son sentito davvero bene! Dal canto suo aveva dichiarato in una intervista a Rolling Stone che considerava l'album Aka Graffiti Man, fatto con Jessie, il migliore dell'anno… noi l'avevamo pubblicato l'anno precedente e fu in gennaio, penso fosse nel gennaio del 1987, che Dylan venne ad uno show. E poi venne ad un altro, e in un'altra occasione portò George Harrison e, chi altri… c'era Jackson Browne. Abbiamo aperto per Taj Mahal, credo, e anche John Fogerty era là. E così… ero felice! Si può leggere questa cosa a livelli diversi, ma uno è certamente quello che mi trovavo proprio all'inizio della mia carriera, e anche solo l'idea che Bob Dylan avesse compreso chi fossi era per me una grande gioia. Un'altra cosa è che avevo appena cominciato con la musica, ero al mio primo album e non avevo alcun mezzo per promuovermi, rendermi conosciuto o altro, quindi il mio mercato-audience era molto limitato. Così, quando Dylan ha fatto ciò che ha fatto, mi ha dato modo di essere riconosciuto tra gli altri artisti. Voglio dire che non poteva darmi una distribuzione, ma ho cominciato ad essere riconosciuto, mi ha donato un'identità.

Penso anche sia stato un grande onore: Bob Dylan non è conosciuto per essere un uomo facile, ed è sicuramente complicato contattarlo, quindi… è una grande cosa!

No, lui mi è piaciuto molto, così come il suo percorso… voglio dire che lui è quello che è, e questo significa tutto. Già, lui è quello che è, e lo rispetto per questo. C'è troppa gente in giro che pretende di essere quello che vuole! (ride)

Come poeta il tuo approccio ai versi è affascinante: sei riuscito a restituire alla poesia la dimensione che le è propria, in mezzo alla gente, lontana dagli uomini di lettere. Cosa pensi della poesia oggi, e c'è qualche poeta che ammiri?

Non penso alla poesia oggi, e non l'ho mai fatto davvero. Il mondo della poesia non mi è molto familiare, non presto alcuna attenzione ai poeti. Ma ci sono scrittori e parolieri che io riporto alla poesia.

Per esempio? Ti va di fare qualche nome?

Come Kris Kristofferson e Calvin Russell. Quelle cose mi piacciono davvero. Ciò che quella gente dice e scrive ha davvero un senso e rappresenta qualcosa, e questo è ciò a cui presto attenzione davvero. Non penso che nel mondo della poesia ci sia l'entusiasmo giusto, quindi non ci metto piede.

Te lo chiedo perché tu hai cominciato come poeta…

Quando ho cominciato a scrivere ho semplicemente cominciato a scrivere. Non avevo alcuna connessione con la poesia. Quando ho cominciato a scrivere, non ho fatto altro che cominciare a scrivere. Credo sia parte della mia identità

Cosa vedi nel tuo immediato futuro?

Stiamo ultimando la registrazione di un nuovo album, che uscirà più o meno nel corso dell'estate. E una donna che risponde al nome di Heather Rae ha realizzato un documentario su di me, verrà proiettato nelle sale indipendenti americane a partire dal mese prossimo.

Sei soddisfatto di quella pellicola? So che è stata presentata al Sundance Festival

Se sono soddisfatto… sì, lo sono, perché intendo quel lavoro come la sua interpretazione, la personale visione che ha di me. Perciò devo accettarla, perché non è la mia interpretazione, è lei che ha fatto tutto il lavoro. Comunque è tutto sbagliato, sicuro. Assolutamente (ride di gusto).

 


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