L’eccezione che conferma la
regola, gli Ace saranno uno dei rari sussulti commerciali dell’intera
scena pub rock nata intorno al Tally Ho, piccolo locale di Kentish Town
dove inizia a diffondersi il genere a metà degli anni Settanta e dove
gli stessi Ace si esibiranno a più riprese insieme ad altri testimoni
come Ducks Deluxe e Brinsley Schwarz. È il raffinato singolo dalle inflessioni
pop californiane How Long a trascinare verso il successo l’intero
album di esordio della band, colpo da top 20 inglese nel 1974 e ancora
più fortunato in terra americana. Inevitabile, visto il gusto musicale
degli Ace, nati due anni prima a Sheffield intorno a un manipolo di esperti
musicisti locali che guardano però al nuovo suono che soffia dalla West
Coast e lo intrecciano con una solida formazione r&b.
Al centro le canzoni e le tastiere di Paul Carrack (che avrà una
ben nota carriera di session man e apprezzato solista) e le chitarre di
Phil Harris e Alan "Bam" King, ma è l’alternanza delle voci e la ritmica
sottilmente funky a rendere Five-A-Side un disco raffinato
e sbarazzino al tempo stesso, permeabile al rock’n’roll metabolizzato
nei pub di inizio carriera (Sniffin' About e il finale di So
Sorry Baby), ma con la sufficiente malizia strumentale per superare
l’atteggiamento generalmente più rozzo e diretto degli altri protagonisti
della scena (Rock & Roll Runaway, The Real Feeling e Time
Ain't Long sono tutti potenziali singoli).
L’impressione è spesso di avere a che fare con una trasposizione britannica
dei Doobie Brothers o dei primi Steely Dan (basterebbe volgere l’ascolto
agli intrecci vocali e alle pulsioni ritmiche di 24 Hours e Why),
paragone che porterà inevitalbilmente il gruppo a tentare la fortuna negli
States con il successivo Time for Another. A quel punto qualsiasi
flebile legame con i cugini inglesi di inizio carriera è già reciso, anche
se il successo sperato non arriverà affatto, in una parabola discedente
di vendite e anche di ispirazione che si chiuderà con il terzo capitolo
nel 1977.