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Radiohead Ok Computer [Parlophone 1997] ![]() | |||
1. Airbag // 2. Paranoid Android // 3. Subterranean Homesick Alien // 4. Exit Music (For A Film) // 5. Let Down // 6. Karma Police // 7. Fitter Happier // 8. Electioneering // 9. Climbing Up The Walls // 10. No Surprises // 11. Lucky // 12. The Tourist | ||||
Il
disco che farebbero gli extraterrestri di ritorno sul loro pianeta dopo aver soggiornato
sulla terra e averne raccolto i frutti musicali più prelibati. Molto di più di
una dozzina di canzoni, piuttosto un’esperienza sensoriale, un tuffo in un’altra
galassia. Con Ok Computer i Radiohead si spingono oltre la
linearità di The Bends, album splendido che però rischiava (ingiustamente) di
farli rientrare nel grande calderone del brit pop imperante negli anni 90 e trovano
un irripetibile equilibrio tra Pink Floyd e Beatles, elettronica e rock, progressive
e partiture jazzate. Tutto ciò senza derogare nemmeno per un istante al nitore
delle composizioni, alla pura bellezza delle canzoni, senza che una sola nota
suoni ostica o fine a se stessa. Al centro è sempre la poetica esistenzialista
della band di Oxford, sempre protesa a trasformare in musica e parole l’alienazione
e le derive nefaste della postmodernità. Il canto di Thom Yorke, l’anti-frontman
per eccellenza, ne è il vettore perfetto, facendosi a seconda dei casi disperato,
allucinato, dolce, rabbioso, ammonitore. Ed è una pioggia di capolavori che squarciano
l’oscurità: i due tempi della epocale Paranoid Android, il piano di Karma
Police (che in fondo è lo specchio deformato di quello di Let it be), la tempesta
rabbiosa di Electioneering, l’entropia di Airbag e il nuovo ordine
di The tourist, la apparente pacificazione di No surprises, la delicata
nostalgia di Subterranean Homesick alien e l’inarrestabile crescendo di
una canzone bigger than life come Exit music (for a film). L’ultimo vero
grande disco del 900. (Gianuario Rivelli) |
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