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Bruce Springsteen Darkness On the Edge of Town [Columbia 1978] ![]() | |||
1. Badlands // 2. Adam Raised A Cain // 3. Something In The Night // 4. Candy's Room // 5. Racing In The Street // 6. The Promised Land // 7. Factory // 8. Streets Of Fire // 9. Prove It All Night // 10. Darkness On The Edge Of Town | ||||
Non
esiste recensione o scritto su Darkness On The Edge Of Town che
non parta dalla sofferta genesi del disco e dalla tragedia di un artista nel pieno
dello zenith creativo costretto a tenere nel cassetto tonnellate di materiale
di primissima qualità per meri motivi contrattuali. E proprio dalla scelta dolorosa
di dover arrivare a dieci brani su almeno una cinquantina papabili nasce anche
l'eterna discussione se era questo poi il disco migliore che lo Springsteen
del 78 poteva far uscire o no. Di certo, al di là della riconosciuta grandezza
del materiale (che ne fa il disco più amato dai suoi hard-fans), lo straordinario
risultato della raccolta fu proprio quello di apparire come un opera unitaria,
quasi un concept-album dedicato alla grande depressione del sogno americano post-Nixon
e post-Vietnam, un diario perfetto di quel viaggio immaginario che dalle Badlands
del mondo post-industriale del New Jersey e delle sue oscure periferie, portava
ad una terra promessa ormai lontana. Tracks e The Promise hanno dato conferma
che ci sarebbe potuto stare anche dell'altro, ma alla fine è meglio che sia andata
così, perché anche la sostituzione di alcuni brani considerati "minori" come Factory
o Streets Of Fire avrebbe tolto mattonelle portanti ad una costruzione
pressoché perfetta. Il risultato è il suo disco più dark, l'altra faccia del tronfio
e battagliero Born To Run, quella della foto di copertina dove sembra che abbia
appena smesso di piangere e stia cercando una qualche motivazione per ripartire.
(Nicola Gervasini) |
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