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The Red Clay Strays
Moment of Truth
[Thirty Tigers/ Goodfellas 2024]

Sulla rete: redclaystrays.com

File Under: southern feelings


di Fabio Cerbone (15/05/2024)

Fedeli all’etica del duro lavoro on the road, con tour incessanti, partecipazioni ai più importanti festival del paese, compresi Bonnaroo, Lollapalooza e CMA Fest, come attrazione principale o di spalla ai nomi più in vista del country e dell’Americana, i Red Clay Strays stanno occupando un posto di rilievo tra le nuove voci del rock sudista. Chiamarlo così potrebbe persino sembrare una forzatura, o un retaggio del passato, anche se stile, portamento, chitarre e voci attingono a quel grande bacino di tradizione ed elettricità, un destino quasi inevitabile per una rock’roll band nata a Mobile, Alabama.

Moment of Truth è l’album di esordio (uscita indipendente nel 2022, ora riproposta su scala internazionale) con cui giocarsi tutta la posta in gioco, dopo l’exploit notevole del singolo Wondering Why, lo stesso che ha spinto la Thirty Tigers a metterli sotto contratto, convinta anche dai continui sold out registrati durante il loro ribattezzato Way Too Long tour, quello che li ha condotti dritti fino alle tre serate consecutive nel tempio riconosciuto della country music, il Ryman Auditorium di Nashville. Il “momento della verità” è arrivato per il quintetto dell’Alabama, e siamo qui proprio a giudicarne il carisma musicale: c’è soprattutto la voce del leader Brandon Coleman a emergere, bagnata nel fiume del southern soul, ricordando da lontano la potenza di un Chris Stapleton, ma con più carezze e miele, mentre il gruppo tiene la barra dritta verso il classicismo anni Settanta grazie alle chitarre di Drew Nix e Zach Rishel e a una sezione ritmica (Andrew Bishop al basso e John Hall alla batteria) che non può che attingere dal groove sudista.

Registrato in presa diretta, asciutto nelle dinamiche, Moment of Truth non promette fuochi d’artificio e non calca la mano sul lato più hard e selvaggio del genere, per fortuna aggiungiamo noi, semmai suona caldo e soulful senza tradire le proprie origini, come annuncia l’introduzione di Stone’s Throw e la sua slide guitar in combutta con l’ugola di Coleman, mentre la title track si fa drammatica e bluesy, un po’ come sei Free fossero nati giù in Alabama. Do Me Wrong sparge un aroma di vintage soul, blandisce con la dolcezza del canto e conferma che i Red Clay Strays sono una band che non guarda soltanto al gesto più elettrico e plateale della faccenda, come lo stesso singolo Wondering Why lasciava intuire.

Tutta la prima parte di Moment of Truth è costruita su questa falsariga, accarezzando volentieri le inclinazioni più romantiche del songwriting di Brandon Coleman, per esempio con Heavey Heart. È il pulsare southern boogie di Ghost (ma c’è anche un piano nella ricetta della band) a cambiare brevemente il senso di marcia, lasciando respiro al sound, che con She’s No Good si concede una fuga a Nashville a cavallo dell’honky tonk più sanguigno e nel finale scalda le valvole degli amplificatori con il tiro rock blues di Doin’ Time, anche se l’anima della band al momento appare più suggestionata dalle interferenze rock&soul di Killers, brano sulle cicatrici lasciate dalla guerra e dall’uso delle armi, e di una crepuscolare ballata come Sunshine.

Hanno tutte le potenzialità - suono, voce e canzoni - per farsi largo nel nuovo classicismo rock americano ai confini con il mondo delle radici: stiamo a vedere se sapranno mantenersi in equilibrio e magari tradurre con più convinzione il loro impatto live nelle mura di un studio di registrazione. Un nuovo album (dopo la firma per la RCA) è attualmente in lavorazione con il produttore Dave Cobb...


    


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