Con un organico come quello
che ha accompagnato Sturgill Simpson nel primo
volume del suo Cuttin’ Grass, era inevitabile riprendere
le fila del discorso e farne una seconda puntata. A dicembre 2020, infatti,
Sturgill si ritrova con gli stessi smaliziati musicisti di Nashville al
Cowboy Jack Recording Spa per il seguito del già ottimo volume 1. Le canzoni
di questo secondo episodio sono quasi tutte provenienti da A
Sailor’s Guide to Heart (il suo disco migliore finora) con
un due inediti (Tennessee e Hobo Cartoon) e un paio di brani
da High Top Mountain. A fare compagnia al cantautore nativo del
Kentucky (stato famoso soprattutto per la produzione di manzo, mais e
bourbon e tristemente famoso per far parte della cosiddetta rust belt
americana) c’è infatti la stessa band stellare (gli Hillbilly Avengers)
composta da Sierra Hull al mandolino e cori, Mike Bub al basso, Stuart
Duncan al violino, Scott Vestal al banjo, Tim O’Brien e Mark Howard alle
chitarre e Miles Miller alle percussioni.
Probabilmente nomi che dicono poco (o niente) a chi non segue le cronache
country/bluegrass, ma tutti eccezionali strumentisti di Nashville che
danno una spinta incredibile ai pezzi. Tutto gira infatti alla perfezione,
come nel meccanismo di un orologio, e non c’è nulla fuori posto, rimanendo
ovviamente nel solco della tradizione country, alla quale Sturgill Simpson
ha voluto dedicare queste due raccolte. Se nel precedente disco l’unico
brano del suo più ampio successo commerciale (il citato A Sailor’s
Guide to Earth del 2016) era Breakers’ Roar, in questo nuovo
episodio invece sono proprio i brani di quell’album a farla da padrone.
Si parte con la vigorosa Call To Arms,
quasi un country-punk, con un violino sparato come una palla di cannone
e un banjo furioso. Segue Brace for Impact, che in questa versione
sostituisce la tensione del brano originale, per farne una rendition più
melodica nella quale l’interpretazione vocale di Sturgill Simpson è persino
migliore e Sara Hull, accompagnando sia con la voce che col mandolino,
dà un contributo preziosissimo.
E le perle si susseguono, da Oh Sarah a Sea Stories, passando
per Hero di High Hop Mountain (disco d’esordio solista)
e Welcome To Earth (dedicata al figlio,
che qui assume un tono ancora più paterno e intimista). Due gli inediti,
che servono ovviamente a dare in pasto qualcosa di nuovo e stuzzicante
ai vecchi fan: Tennessee e Hobo Cartoon
(quest’ultima scritta con il grande Merle Haggard, completata dopo la
sua scomparsa). Una celebrazione di vita e morte, storie e trascorsi,
peccato e redenzione: l’esperimento di Cuttin’ Grass non
è per Sturgill Simpson un modo per tirare il fiato dopo una cavalcata
che, dal 2013 ad oggi, lo ha portato alle vette della musica americana,
ma un esperimento sincero di rivisitazione del proprio catalogo dando
merito al merito, ovvero celebrando la musica country che tanto gli ha
dato. Supportato poi da canzoni di un livello superiore, questo secondo
volume è assolutamente imperdibile.