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Sturgill Simpson
Cuttin' Grass Vol.1, The Butcher Shoppe Sessions
[High Top Mountain/ Goodfellas 2020]

Sulla rete: sturgillsimpson.com

File Under: back to the roots


di Pie Cantoni (16/11/2020)

[Anteprima uscita digitale. Cd e Vinile dall'11 dicembre 2020]

Che Sturgill Simpson non fosse uno a cui piace dormire sugli allori, lo si era capito già da The Sound & Fury, dove buttava al vento l’enorme consenso del precedente A Sailor’s Guide to Earth per gettarsi a capofitto su suoni e idee che andavano in direzione ostinata e contraria rispetto al disco che gli valse un Grammy. Con questo Cutting Grass vol. 1 (The Butcher Shoppe Sessions) rimette tutto in discussione nuovamente, andando a pescare brani dal suo catalogo e facendone versioni country rurali, con una specie di omaggio al genere, togliendo tutti gli orpelli e le invenzioni che invece lo avevano consacrato ad innovatore del genere per il suo approccio così poco ortodosso.

L’idea di incidere un disco di brani già registrati ma in versione “tradizionale” nasce durante il ricovero da covid (eh, sì, questo maledetto virus ce lo ritroviamo dappertutto) dell’artista originario del Kentucky che, una volta ripresosi, ha messo in piedi una band di tutto rispetto per portare a termine il compito. Accanto a Sturgill, infatti, ci sono strumentisti d’eccezione come non è raro trovarne a Nashville: Sierra Hull (mandolino, cori), Mike Bub (basso), Stuart Duncan (violino), Scott Vestal (banjo), Tim O’Brien (chitarre), Mark Howard (chitarre) e Miles Miller (percussioni), che danno un valore aggiunto enorme all'opera grazie alla loro bravura ed esperienza. Dalla performance della cerimonia dei Grammy Awards del 2017, All Around You apre il disco in versione del tutto inedita. E nonostante l’assenza della grandeur dell’originale, rimane sempre un gran bel pezzo. Ma a parte due brani dell’acclamato Sailor’s Guide to Earth (oltre alla già citata, anche Breakers’ Roar), la maggior parte delle canzoni che compongono questo insolito “best of” provengono da To the Wind and On to Heaven e Metamodern Sounds in Country Music.

Si passa in rassegna un po’ tutto il campionario del cantante originario del Kentucky, dal lentone strappalacrime I Don’t Mind all’ironica Life of Sin, andando a ritroso fino a brani del 2006, quando Sturgill suonava nei bar di Nashville anziché al Ryman Auditorium. Completamente escluso il citato Sound & Fury dalla raccolta (in versione “naked” potrebbe riservare delle piacevoli sorprese) e un posto minore dedicato invece al disco che gli è valso un Grammy. Avranno forse un posto di rilievo nella seconda puntata? Il country, come dice Sturgill nelle note del disco, lo ha “salvato” durante un periodo in cui stava andando alla deriva, attraverso una canzone dei Monroe Brothers, mentre stava guidando il suo pick up sulla statale del Kentucky (a metà fra Jake Blues e San Paolo). Ma essendo cresciuto a Cream e Led Zeppelin, il suo country ha sicuramente più di una screziatura psichedelica.

La copertina di questo Cutting Grass vede lo stesso Simpson su un trattore tagliaerba in versione pop: conservativo ma dissacrante allo stesso tempo. E forse questa immagine, più di ogni altra cosa, spiega l’approccio di Sturgill Simpson alla musica.


    


<Credits>